Nell’anno sacerdotale vogliamo pubblicare qualche scritto di Don Stefano Gobbi, fondatore del “Movimento Sacerdotale Mariano”, che ci faccia capire i segni del nostro tempo.
Stefano Gobbi (22 marzo 1930) è un sacerdote cattolico italiano, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano (M.S.M.).
Nato in provincia di Como, ordinato sacerdote nel 1964, conseguì in seguito il Dottorato in teologia sacra presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.
L’8 maggio 1972, don Stefano Gobbi, stava prendendo parte a un pellegrinaggio a Fatima e mentre pregava nella Cappella delle Apparizioni sperimentò un tipo di esperienza mistica chiamata locuzione interiore. Don Gobbi sentì una forza che lo spingeva alla fede nel Cuore Immacolato di Maria.
Dal Luglio 1973 don Stefano iniziò a scrivere il contenuto di queste locuzioni che continuava a ricevere. Questi messaggi che continuano ancora oggi, sono ormai più di 500 e sono pubblicati in un libro intitolato "Ai sacerdoti figli prediletti della Madonna". Per mezzo di questi messaggi, Maria iniziò a servirsi di don Gobbi come suo umile strumento per raccogliere tutti i sacerdoti che avessero accettato il Suo invito a consacrarsi al Suo Cuore Immacolato, e ad essere fortemente uniti al Papa e alla Chiesa. Nell’ottobre del 1972 don Gobbi fonda il Movimento Sacerdotale Mariano che si è ormai diffuso praticamente in tutti i paesi del mondo.
Al movimento aderiscono alcuni cardinali, oltre 350 arcivescovi e vescovi, 150.000 sacerdoti del clero secolare e di tutti gli ordini e istituti religiosi, oltre a decine di milioni di fedeli.
Il M.S.M. si propone la santificazione del clero.
Le due ali della grande aquila Sant’Omero TE, 6 maggio 1989
Figli miei prediletti, oggi mi venerate in maniera speciale nel primo sabato di questo mese di maggio, che viene da voi particolarmente a me dedicato.
Vi riunite in cenacoli di fraternità e di preghiera con la vostra Mamma Celeste.
Quanto conforto date al mio profondo dolore; quanta gioia recate al mio Cuore Immacolato! Perché per mezzo di voi che mi avete risposto, ormai la devozione verso di me sta rifiorendo in tutta la Chiesa.
Così io posso esercitare, in questi vostri tempi, il grande potere che dalla Santissima Trinità mi è stato dato, per rendere inoffensivo l’attacco che il mio avversario, il Dragone Rosso, ha scatenato contro di me, vomitando dalla sua bocca un fiume di acque per sommergermi.
Il fiume di acque è formato dall’insieme di tutte le nuove dottrine teologiche, che hanno cercato di oscurare la figura della vostra Mamma Celeste, di negare i miei privilegi, di ridimensionarne la devozione, di mettere in ridicolo tutti i miei devoti.
A causa di questi attacchi del Dragone, in questi anni, la pietà verso di me è andata diminuendo presso tanti fedeli e, in alcuni luoghi, è addirittura scomparsa.
Ma alla vostra Mamma Celeste sono venute in soccorso le due ali della grande aquila.
La grande aquila è la Parola di Dio, soprattutto la Parola contenuta nel Vangelo di mio figlio Gesù.
Fra i quattro Vangeli, l’aquila indica quello di Giovanni, perché esso vola più alto di tutti, entra nel Cuore stesso della Santissima Trinità, affermando, con forza, la divinità, l’eternità e la consustanzialità del Verbo e la divinità di Gesù Cristo.
Le due ali dell’aquila sono la parola di Dio accolta, amata e custodita con la fede e la parola di Dio vissuta con la Grazia e la carità.
Le due ali della fede e della carità – cioè della Parola di Dio da me accolta e vissuta – mi hanno consentito di volare al di sopra del fiume di acque di tutti gli attacchi mossi contro di me, perché hanno manifestato al mondo la mia vera grandezza.
Poi mi sono cercata il mio rifugio nel deserto.
Il deserto in cui ho posto la mia abituale dimora, è formato dal cuore e dall’anima di tutti quei figli che mi accolgono, mi ascoltano, si affidano completamente a me, si consacrano al mio Cuore Immacolato.
Nel deserto in cui mi trovo, oggi io opero i miei più grandi prodigi. Li opero nel cuore e nell’anima, cioè nella vita, di tutti i miei più piccoli bambini.
Così li conduco a seguirmi sulla strada della fede e della carità, facendo ad essi accogliere, amare e custodire la Parola di Dio ed aiutandoli a viverla ogni giorno con coerenza e con coraggio.
Nel silenzio e nel nascondimento, cioè nel deserto in cui mi trovo, opero fortemente perché i figli a me consacrati credano oggi al Vangelo, si lascino guidare solo dalla Sapienza del Vangelo, siano sempre Vangelo vissuto.
Ecco il compito che io ho preparato alla schiera, che mi sono formata in ogni parte del mondo, con il mio Movimento Sacerdotale Mariano: lasciarsi trasportare con Me sulle due ali della grande aquila, cioè della fede e della carità, accogliendo con amore, in questi vostri tempi, e vivendo la sola Parola di Dio.
I grandi prodigi che io oggi compio, nel deserto in cui mi trovo, sono quelli di trasformare completamente la vita dei miei piccoli figli, perché diventino coraggiosi testimoni di fede e luminosi esempi di santità.
In questa maniera, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno preparo la mia grande vittoria sul Drago, nel trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo”.
***************************************
Preghiera di un FAM diocesano, nell’anno sacerdotale
Gesù, Amore Misericordioso del Padre, guarda all’innumerevole schiera dei tuoi sacerdoti, come ai diaconi e ai seminaristi: a quelli tra loro decisi per la santità,
- a quelli che non sanno andare oltre il precetto;
- a quelli tra loro già protesi all’Infinito,
- a quelli che cercano una vita dignitosa in questo mondo;
- a quelli tra loro che ci mettono il cuore,
- a quelli che restano bravi professionisti;
- a quelli tra loro che solo in Te trovano se stessi,
- a quelli che ti rispettano, ma non ti amano;
- a quelli tra loro che vedono solo Te,
- a quelli che cercano altre compagnie;
- a quelli tra loro che l’Eucaristia la vivono,
- a quelli che, sia pur bene, la celebrano soltanto;
- a quelli tra loro che sentono la misericordia del Padre,
- a quelli che almeno ne parlano talvolta;
- a quelli tra loro che piangono per le pecore sfinite,
- a quelli che, comunque esse finiranno,si sentono tranquilli;
- a quelli tra loro che sono padri e madri,
- a quelli che sono solo bravi mercenari.
Ti prego, guarda particolarmente, con la tua misericordia,
- a quelli a cui hai concesso di salire la tua croce con consapevolezza, desolazione e grande solitudine, piagati nel corpo e nello spirito,felici ma prostrati, partecipando volutamente al tuo dolore salvifico per gli uomini;
- a quelli che invece sono come il cireneo e non capiscono tutto il dolore, come il ladrone impenitente;
- a quelli che dal loro tesoro di dolore sanno illuminare,a quelli che sono nel buio e sanno solo tacere,senza dare speranza;
- a quelli che sotto ogni tentazione non lasciano mai la tua mano,
- a quelli che non avendola mai data soccombono;
- a quelli che non giudicano, ma piangono per i confratelli;
- a quelli che vivono nel compromesso con il peccato;
- a quelli che stai per far entrare nel Paradiso,
- a quelli che neanche alla fine riescono a chiederti perdono.
Guardali tutti e portali tutti a salvezza,Tu, che per loro hai dedicato le tue ultime parole nell’ultima cena e nell’agonia del Getsemani, indicando a tutti loro una via formidabile alla santità e a un ministero degno nella comunione, nell’unità e nella fraternità sacerdotale.
Fa’ che ogni sacerdote viva la carità primaria, nella salute e nella malattia,nella virtù e nel peccato,perché l’affetto,l’esempio e la parola di ognuno siano fedeli compagni per tutti fino alla meta e al premio per i servi buoni e fedeli, perché nella fraternità sacramentale dei sacerdoti, hanno saputo tenere l’omelia più vera, dispensare il perdono sanante e celebrare l’Eucaristia più buona, con cui hanno nutrito infine il popolo santo di Dio.
Gesù, Amore Misericordioso del Padre, facci essere strumenti di santificazione e riparazione per tutti i tuoi sacerdoti, santi e peccatori, vivi e defunti di tutti i secoli. Così sia.
************************************
Amore fraterno Stefania Solari Cappelli
Sogno!
Qualcuno mi prende per mano
mentre mi trovo
tra fratelli nostri
e di tanti paesi lontani.
Hanno sofferto guerre, fame
e sventure immani.
Siamo tutti vicini
e vorrei scoprire
ciò che resta nel loro cuore.
Vorrei far sorridere
quei bambini
che non vedono più
che non possono esprimere
una gioia vissuta.
Sanno stendere solamente
la loro tenera, fredda manina.
In questo breve istante,
nel mio sogno stringo
a me tutti quanti,
per trasmettere loro
tanto amore ed
immensa speranza.