Il cuore in immersione
Dal blog di Don Mauro Leonardi : “Come Gesù”
In questi ultimi tempi il mio cuore ha vissuto in immersione. Come quando metti un uovo in un bicchiere. Va a fondo. E se lo poggi senza delicatezza addirittura si rompe.
La vita a volte ti confina al fondo di un bicchiere. E resti immerso nell’acqua.
Il dolore e la fatica spesso sfigurano tutto quello che vivi, addirittura il passato, tutto quello che tocchi, la stessa gente che hai di fronte e il tocco degli altri.
Resta solo la sensazione del tuo peso in fondo al bicchiere e la percezione del peso dell’acqua che ti fa restare giù.
Quando la sofferenza supera il limite che un cuore umano può sopportare, il rischio più grande è restare sul fondo del bicchiere per troppo tempo.
Ma se resti, se non ti dimeni per risalire, accade una cosa interessante.
L’uovo ha una sua vita propria. E nel tempo, cambia dentro di sè, si trasforma, si alleggerisce. Non entro in dettagli biologici, ma accade e se ne fa esperienza, che l’uovo si alleggerisca al punto da venire sù a galla da solo perché si crea aria (un qualche tipo di gas) al suo interno. Una questione di peso specifico e di densità quindi, diventa più leggero dell’acqua che lo circonda.
Come se la natura stessa non lo volesse confinato sul fondo del bicchiere.
Questo accade anche al cuore.
Il cuore non può per sua natura restare per troppo tempo sul fondo.
Può resistere al suo cambiamento ma la sua natura ad un certo punto prevale.
Il cuore ha una capacità che uno scopre solo quando fa esperienza prolungata e acuta del dolore.
Vive d’amore. E l’amore, per quanto si cerchi di resistere, prevale sempre!
Se per troppo tempo non ci sentiamo capaci di amare o non ci sentiamo amati precipitiamo sul fondo. Ma non possiamo restare sul fondo per sempre. Perché non siamo fatti per stare sul fondo.
L’amore è prepotente come quei fiori che crescono ai bordi dei marciapiedi, tra le fessure dell’asfalto tirato male.
Non puoi impedire a quei fiori di crescere. Li puoi sradicare mille volte ma ricresceranno sempre, ostinatamente.
L’amore è prepotente, ostinato, non si rassegna, per sua natura non molla mai.
E non molla perché vuol essere riconosciuto e vuol essere ricambiato.
L’amore è Dio. Un padre prepotente e ostinato. Che non si rassegna. Paziente come il fiore che cresce cercando una fessura. Incurante dell’asfalto e consapevole della sua forza, della sua vita.
Dio ci ha donato il Paradiso sin dalle origini e continua a farcelo desiderare nonostante il peccato ci faccia concentrare strutturalmente più sull’Inferno.
E di tracce di Paradiso è piena la terra. Dio ha disseminato il mondo di tracce di Paradiso.
Ce ne sono alcune che riconosci con evidenza come le bellezze del Creato e altre che puoi solo accogliere, accogliendo la realtà tutta intera.
Anche se accogli il dolore , puoi trovare tracce di Paradiso.
Dove? Io le ho trovate tra le braccia degli amici che non si sono allontanati, non si sono scandalizzati, non si sono ritratti. Si sono fidati. Hanno creduto nell’amore.
Mi hanno mostrato un Dio fatto di carne viva che entra in relazione…