L’UMILTA’
Quante volte durante il giorno pensiamo di essere al centro dell'universo, dimenticando che siamo appena un granellino di sabbia nel deserto. Il deserto del nostro smisurato ego ci fa credere di essere migliori degli altri, più bravi, più buoni, più attenti, mentre basterebbe poco per accorgerci che c'è sempre qualcuno più bravo di noi. Giudichiamo gli altri senza avere l'umiltà di giudicare noi stessi, vediamo la pagliuzza senza vedere la trave. Gesù ci dice che dobbiamo crescere essendo consapevoli dei nostri limiti, rimanendo però con i piedi per terra per non considerarci dei giganti o dei nanetti nei confronti del prossimo.
Non è però pensando solo alla nostra pochezza che diventeremo umili, bensì tenendola presente per evitare che diventi mania o depressione, siamo pochissimo in confronto all' universo è vero però Dio ci ha fatti grandi a sua immagine e somiglianza, ha mandato il Figlio per la nostra salvezza, stiamo dunque in guardia per far sì che la nostra vita sia conforme al disegno di Dio. L'umiltà ci aiuta a crescere senza scoraggiamento, facendoci capire ed "apprezzare" i nostri limiti, soprattutto lasciando posto dentro di noi a Dio e non esclusivamente al nostro io.
I nostri desideri, i nostri progetti non sono sempre quelli di cui abbiamo veramente bisogno, leggendo le vite dei santi scopriamo che erano persone come noi, è vero ci sono re, regine, papi, studiosi, ma anche persone umili e semplici che con le loro vite non hanno "parlato" di Dio a voce bensì con il loro comportamento e le loro azioni.
San Francesco ha rinunciato alla sua vita agiata, Madre Teresa di Calcutta ha scelto di soccorrere ed assistere i più poveri ed abbandonati, Alessandro Nottegar, medico veronese, è andato a curare gli ultimi, rinunciando poi ad agi e comodità, vendendo ciò che aveva per fondare la comunità Regina Pacis, ma quante persone umili e sconosciute abbiamo intorno a noi, iniziando da tante mamme che si privano di tutto per i figli, senza mai lamentarsi, senza far pesare tutto quello che fanno in famiglia. Quanti sacerdoti e suore spendono la loro vita tra i poveri, lE prostitute, i detenuti, le famiglie dei quartieri più disagiati e pericolosi, mettendo a rischio la loro vita pur di portare il messaggio di Dio che ci ama di un amore infinito, sempre pronto ad accoglierci, e dare speranza agli ultimi, ai disperati, a chi non ha più speranza nel futuro, offrendo uno spiraglio di Luce nel confessionale, tutto questo senza inorgoglirsi anzi con tono dimesso, semplice, rispettoso di ogni persona che avvicinano. Ma queste persone non occupano le copertine dei settimanali o i titoli dei telegiornali, non fanno vendere, non aumentano gli ascolti, sanno invece dare speranza e fiducia in un futuro migliore.
Maria Benedetti Marchesini (Comunità di Pozzo)
GIUSTIZIA
Dio, Padre misericordioso, ha mandato a noi il suo unico Figlio perché noi possiamo redimerci dal peccato. Solo chi rifiuta la Fede pecca contro lo Spirito Santo e si autoesclude dalla salvezza. Dio è vicino a ciascuno di noi, ci ama con tenerezza immensa, ha compassione per i nostri errori, è sempre pronto a perdonare i nostri peccati, ci ama gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio, è paziente e ci attende tutte le volte che noi cadiamo. Lui che ha creato l'Universo si china fino a noi per salvarci. Ci ha donato il Figlio, morto in Croce per redimerci, e lo Spirito Santo che, come ha detto Papa Francesco, "... è il vento che ci spinge in avanti ...", a patto che noi non remiamo in senso contrario o ci rifugiamo negli idoli moderni.
Ricordiamo che la nostra salvezza non dipende dai beni terreni che possediamo (Lc 12,15), Gesù per redimerci è nato in una stalla, Gesù ci ricorda che "Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà" (Lc 9,24). Il prete polacco Massimiliano Kolbe ad Auschwitz offerse la propria vita per salvare un padre di famiglia. "Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio (ovvero fare la sua volontà) più degli olocausti" (Os 6,6). "Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio" (Mic 6,8). Se il nostro cuore non è rivolto a Dio, saremo insoddisfatti, le cose esteriori valgono poco. Gesù ci insegna che tutti gli uomini sono amati da Dio, ci insegna a non rispondere con la violenza ai torti subiti ma a cercare un'intesa con l'altro. Gesù in giorno di sabato, dove era allora vietato ogni lavoro, guarisce un uomo ed una donna ammalata da 18 anni, ed i suoi discepoli raccolgono qualche spiga dal campo per nutrirsi, Gesù ci rimette la pena se ci impegniamo a cambiare la nostra condotta. Troppe volte il potere, il denaro sono gli idoli degli uomini. I farisei ritenevano la salvezza merito delle opere umane più che dono di Dio.
Gesù viene a salvarci e non a colpevolizzarci, ma a volte la misericordia che vorremmo per noi non siamo disposti a concederla facilmente agli altri. Dio è misericordioso ma ci richiede delle risposte, ecco allora che dovremmo amare anche i nostri nemici, che non sono solamente quelli che ci fanno del male ma anche coloro che ci lasciano nella solitudine, che la pensano diversamente da noi e perciò ci isolano e tale comportamento dobbiamo ricordarlo anche nelle situazioni in cui ci troviamo coinvolti, per non cadere noi stessi nelle medesime mancanze.
Il Concilio Vaticano II dice che la coscienza morale è " il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria. Tramite la coscienza, ci fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo" (GS 16). "Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve ubbidire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa' questo, fuggi quest'altro" (GS 16). Certo dobbiamo assumerci delle responsabilità forti, aiutati dalla conoscenza, dall'esperienza e soprattutto dalla guida dello Spirito Santo che ci aiuta a discernere, ad ascoltare la Parola di Dio e ad avere un giusto giudizio nei confronti degli altri.
Se il nostro cuore è retto, è sincero, ci porterà a cercare la strada giusta, nei Proverbi 3,13 si legge che è beato l'uomo che trova la sapienza ed ha in abbondanza la prudenza. Dobbiamo alzare la voce contro le ingiustizie e far conoscere che può esserci un mondo più aperto alla carità ed alla fraternità. Carità che richiama la giustizia, ma che non la può abbandonare a sé stessa. Carità è dedizione, servizio, donazione, amore gratuito, riconciliazione. San Giovanni Paolo ll scriveva "L'esperienza del passato e del nostro tempo dimostra che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all'annientamento di sé stessa, se non si consente a quella forza più profonda, che è l'amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni" (Dives in misericordia, 12).
Nelson Mandela ha scritto "Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli". Ma la giustizia umana troppe volte emargina ed esclude chi non ha possibilità economiche, chi vive nelle periferie, chi è anziano, malato, con handicap, le persone più deboli e più bisognose di giustizia. Dovremmo ricordare le parole di Gesù "Beati i poveri in spirito ...." , ossia quelli che si liberano da tutte le presunzioni umane per aprire il cuore a Dio e che sicuramente sanno insegnare che cos'è la giustizia.
Maria (Comunità di Pozzo)