ACCOGLIENZA
Gesù ha insegnato che siamo tutti fratelli ma gli uomini hanno innalzato muri invisibili che provocano immense e dolorosissime ferite: il colore della pelle, la razza, la classe sociale, barriere che isolano, che rendono invisibili agli occhi della società. L'accoglienza verso il pros-simo dovrebbe farci diventare buoni amici in particolare di quelli che soffro-no, che si sentono isolati, dovremmo es-sere, come il buon samaritano, attenti all'altro, donare un sorriso, che non costa nulla ma può dare consolazione, aprire il nostro cuore al bisogno di chi soffre, fermarci un attimo a scambiare una parola e non attraversare la strada per evitare l'incontro.
Troppa gente oggi rimane chiusa nel suo dolore per paura di essere rifiutata o giudicata, schiava dell'egoismo di chi sta bene e si crogiola nel suo mondo chiuso, dicendo tra sé "ci penserò domani", non tenendo conto che non si può essere sicuri di esserci l'indomani. Dio si fa prossimo ad ognuno di noi, senza differenza alcuna tra poveri o ricchi, bambini o adulti, sapienti o umili pastori, in Mt 5,44 si legge "Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori",
Dio sorgente di amore vuole che noi ci incamminiamo verso di Lui e per questo ci indica la via: vivere anche per gli altri e non solo per sé stessi. Credere alle parole del Vangelo e cercare di metterle in pratica, cercare Dio prima di ogni altra cosa, è già camminare verso Dio. Condividere la croce degli altri è farsi prossimo, Gesù ha condiviso la nostra natura umana, si è fatto nostro prossimo, è stato rifiutato, insultato, ucciso, per far sì che l'umanità comprenda che deve farsi prossimo, accogliere, consolare, perdonare, amare.
Maria, comunità di Pozzo
Maria è la donna dell'accoglienza, il suo sì è il preludio alla venuta del Signore tra noi, è l'inizio della nostra redenzione, è vicina a noi in ogni istante e solo attraverso Lei arriviamo al Figlio. Maria e Giuseppe sono "stranieri" agli occhi dei potenti del tempo, non trovano accoglienza, accettazione, qualcuno che li stringa a sé e Gesù nasce in una grotta.
Solamente lasciando che lo Spirito Santo agisca in noi riusciremo a trasformare le nostre sicurezze umane ed il nostro orgoglio, ed a trovare sentimenti sopiti dentro di noi. Amore gratuito, libero dalla schiavitù della vita frenetica che viviamo dove conta l'apparire più che l'essere, il successo più che la bontà, il ricevere più che il donare. Quanti doni abbiamo ricevuto gratuitamente dal Padre? Quanto siamo capaci di donare al nostro prossimo? Gesù straniero tra la sua gente, incompreso, offeso, accusato, ha offerto la sua vita per la salvezza di tutti. Ricordiamoci allora che solo la Misericordia di Dio può salvarci, ma dobbiamo essere anche disposti ad accogliere la Misericordia divina, e così come Dio ha misericordia di noi dobbiamo noi stessi essere misericordiosi con il prossimo, pronti ad accogliere con benevolenza e comprensione chi è nel bisogno, donare amore disinteressato, senza aspettare riconoscimenti.
Nella Lettera ai Romani San Paolo scrive "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto"(Rm 12,2). Lasciamoci guidare incondizionatamente dallo Spirito di Dio, lasciamo che ci guidi nelle scelte quotidiane, che ci rafforzi nella fede, che ci porti ad essere sale della terra e luce del mondo in cui viviamo, così da riuscire ad agire secondo la sua volontà
Chiediamoci quali sono i valori che contano nella nostra vita, cosa veramente desidera il nostro cuore, se siamo animati dalla carità. Dio ci dona la salvezza senza chiederci nulla in cambio, spesso è rifiutata per orgoglio o per ideologie malate mentre dovrebbe essere cercata inces-santemente. Quando si ama qualcuno la nostra persona vive, il giorno che non riusciamo più ad amare diventiamo come morti, non riusciamo più a capire l'accoglienza, il perdono, la gratuità di un'azione. Quando riceviamo un regalo non guardiamo se è più o meno costoso, riflettiamo sui sentimenti che lo hanno accompagnato, un fiorellino di campo porto da un bambino può avere più importanza di un oggetto di valore ricevuto da un adulto. "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti"(Mc 10,45). E' l'amore che ci fa fratelli, che ci rinnova, che ci fa rinascere se solo lo accogliamo.
ABNEGAZIONE
A volte vorremmo fare qualcosa ma non lo portiamo a termine, vogliamo essere perfetti ma nelle cose umane, non in quelle divine: siamo come il fariseo, guardiamo il lato esteriore. Quando ci rendiamo conto di ciò dovremmo riuscire a capire che l'umiliazione che proviamo non ci viene dal Cielo e nemmeno da chi ci sta accanto, bensì da noi stessi, ed è il momento in cui dovremmo intraprendere un cammino di umiltà, riconoscerci peccatori bisognosi di salvezza ed al tempo stesso essere capaci di abnegazione. Gesù si è abbassato fino a noi ed è morto in croce per salvarci, Dio è amore, è misericordia, e come diceva San Francesco d'Assisi, Dio è umiltà (Lodi di Dio altissimo). Per noi esseri umani umiltà è riconoscere i propri limiti, accettarli, e scegliere di rimanere in Gesù che ci dà amore gratuitamente, disinteressatamente, ci insegna il vero valore per cui vivere, dire "Gesù voglio fare la tua volontà, io non sono niente senza di te, aiutami a seguirti, a comprendere il tuo progetto su di me, aiutami a liberarmi della mia vanità, a gettare tutti gli "idoli" moderni di cui mi sono pian piano circondata, per riconoscere i veri valori, quelli della fede, della gratuità, dell'amore, dell'abnegazione". Fa che riesca a dirti "grazie" non solo a parole ma con il cuore contrito, con il cuore puro, libero da affetti effimeri e superficiali, fa che riesca ad essere purificato dal tuo Sacro Cuore, a rispondere al tuo amore. Gesù ci è sempre accanto, ma come i discepoli di Emmaus, a volte siamo immersi nella frenesia quotidiana e non lo sentiamo, fermiamoci in silenzio come Maria e lasciamo che la sua Parola viva nel nostro cuore, apra ferite che ci portino a " risorgere ", che ci faccia diventare chicco che muore per poter rinascere a vita nuova. Pensiamo a tutte le ferite sofferte da Maria, accettate con amore quando ha pronunciato il sì. Gesù ha sofferto per ognuno di noi, noi cerchiamo di schivare il dolore in tutti i modi, quando solo l'accettazione dei nostri limiti, delle nostre sofferenze ci fa cambiare dentro, ci fa riconoscere la nostra umanità. Abnegazione è rinunciare ai nostri desideri, ai nostri istinti e prodigarci per gli altri, far prevalere il bisogno degli altri prima del nostro. Prodigarci per il bene di chi ci sta accanto come una mamma fa per i figli, come un missionario con i malati ed i bisognosi che incontra per strada, è rinunciare al nostro io per l'io dell'altro, diventare poveri in spirito, piccoli come i bambini che danno gratuitamente, senza secondi fini, senza aspettarsi qualcosa in cambio. Quando capiremo questo riusciremo anche ad apprezzare quanto riceviamo in cambio, che spesso è molto più di quello che diamo. Maria, comunità di Pozzo