Andate! …
Gesù convoca ciascuno di noi ad essere apostoli per le genti, buoni e cattivi; ci manda ad annunciare le meraviglie del suo amore e ci ammaestra dicendo che per evangelizzare non abbiamo bisogno di portare niente con noi ma solo il suo amore incondizionato, come testimonianza di vita nei confronti degli altri. Se questi ultimi non accolgono la sua parola, dobbiamo girare le spalle ed andare in altri luoghi. Il Signore ci dà una grande responsabilità, quella di diventare strumenti nelle sue mani, per essere sale della terra e luce del mondo.
Con il sacramento del Battesimo ci introduce nella vita dello Spirito Santo, riempiendoci di grazia, sorgente di quella vita che viene dal cielo. Siamo amministratori del suo Regno, sacerdoti, re e profeti, annunciatori del Vangelo di verità nella vita di tutti i giorni.
Per aiutare gli altri bisogna andare in punta di piedi, relazionarci senza offendere, senza criticare e senza sentirci superiori a loro: cioè senza essere un ipocrita fariseo. Bisogna stare alla scuola di Gesù, essere sostegno accogliendo, amando, perdonando e incoraggiando senza farci loro giudici, guardandoli con occhi di misericordia, perché anche noi abbiamo le nostre debolezze e fragilità.
Dobbiamo magnificare il nome di Dio, la sua lode deve essere sempre sulla nostra bocca, cercando di essere consolazione per i più lontani. Non dimentichiamo che Gesù è morto in croce per noi ed ha assicurato il riscatto dalle colpe a ciascuno di noi. Noi, figli ingrati, invece di lodarlo, diamo precedenza agli idoli del mondo.
Signore, per la tua benevolenza, rivelaci i tuoi misteri pasquali, insegnaci a moderare le nostre passioni, i desideri terreni, cercando sempre il tuo Regno di gloria, di giustizia e di pace.
Dio ha mandato il suo Figlio tra noi, perché noi avessimo la vita in Lui. Dio è amore e vuole che noi siamo amore. Per questo ci dice: “Chi accoglie voi accoglie me”, tramandando di figlio in figlio la sua Parola santa e immacolata.
Lasciando le sue orme sul nostro cammino spirituale ci dice: “Se uno di voi mi vuole seguire, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. La croce è un’immagine molto sublime. E’ una raffigurazione che percorre il mondo, perché in ogni luogo dove si innalza la croce con l’immagine del Crocifisso, là si forma la chiesa. Non c’è immagine più amabile e commovente della Croce; è l’immagine del sacrificio più sublime, che abbiamo ricevuto come dono dal nostro Padre celeste, è un’immagine a cui dobbiamo guardare spesso. La croce ci parla di rinuncia totale e suprema nello stesso tempo. Lui poteva salvarsi ma ha scelto di donarsi per dare la Vita alle sue creature.
Il Padre aveva scelto il sacrificio del Figlio in favore dei figli e Gesù ha fatto la sua scelta sofferta ma totale, quella dell’abbandono al volere del Padre.
Infatti nel primo mistero del dolore lo contempliamo nel Getsemani, quando Gesù dice al Padre: “Passi da me questo calice, ma non come voglio io ma come vuoi Tu”.
Chi di noi rinuncia alla propria volontà per fare la volontà del Padre? E’ un po’ difficile perché a noi piace fare una cosa e la facciamo, non ci piace fare un’altra cosa e non la facciamo. Ma quando impareremo a morire a noi stessi?
Per fare la volontà del Padre bisogna morire a se stessi. Se lo faremo saremo tutti santi. Siamo tutti candidati a salire sulla croce. A me, a te, a noi, a voi la risposta!
Maria Franzese (Comunità di Succivo)