Un angolo di Paradiso
“Vietri sul mare”
Su questa terra c’è un angolo di Paradiso dove si respira un’aria di serenità e di libertà, è Vietri sul Mare. Per questo luogo nutro un amore profondo: qui il cielo ha lo stesso colore del mare, il sole è splendente, la notte non fa timore.
La luna, circondata da una miriade di stelle luminose, assiste alla commedia dell’uomo su questa terra: ai suoi drammi, alle sue tragedie, alle sue farse, alle sue scoperte.
Quante volte, con lo sguardo rivolto verso il mare, ho chiuso gli occhi immaginando di rincontrare le persone a me care e che oggi non sono fra noi.
Proprio lì, in quell’istante, dal cielo avvolto in un raggio di luce, scende un Angelo, si ferma, aspetta che io mi avvicini e tra un battito di cuore e un colpo di ali mi dona un bacio e dolcemente mi sussurra: Sono il tuo Angelo custode, il mio nome è Anna, quella è la casa dove sono nata, lì ho trascorso la mia infanzia e la mia gioventù.
E’ qui che ho percepito la presenza del Signore, dopo aver vissuto la tragedia della guerra, che ha prodotto lutto e tristezza.
Pur nella povertà, il cuore custodiva una straordinaria ricchezza di vita, di amore, di solidarietà e di rispetto.
Oggi piango per i bambini che non possono giocare, correre, sorridere, vivere una vita migliore. C’è solo miseria. Piccoli senza favole, senza speranza, senza futuro. A loro e per loro il mio pensiero più dolce per un mondo che possa rispecchiare i colori e il calore di Vietri, perla della Costiera Amalfitana, Patrimonio dell’umanità.
Grazie, Anna.
Grazie, Vietri sul Mare
Italo Intino
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Riflessioni sulla parabola del Seminatore. Maria Franzese
Il vangelo di Marco coinvolge il cuore e la mente; alcune volte il seme non ha tempo di mettere radici che già viene portato via: il successo è temporaneo, fragile perché fattori ostili ne minacciano la riuscita. Questa parabola esprime chiaramente la fiducia che noi possiamo riporre nel Signore, ma soprattutto che Dio ha riposto la propria fiducia in noi.
Cristo è il Seminatore, è Lui che gettando il seme l’affida alla terra; il fallimento fa parte del gioco: bisogna prevederlo e impegnarsi a superarlo. Dio aspetta fiducioso che quel seme che mi ha affidato porti molto frutto. Quello che faccio lo metto nelle mani del Signore, sarà Lui a rendere stabile il mio cuore e fertile il mio terreno.
L’amore di Dio è così immenso che ci ha dato gli strumenti e le persone necessari perché questo progetto si realizzi.
Il Seminatore divino Teresa Ciardiello
Il testo del Vangelo di Marco parla della parabola del Seminatore. E’ la prima parabola di Gesù e l’unica che viene spiegata nel Vangelo. La parabola è un racconto semplice che nasconde un significato profondo ed è un linguaggio che veniva usato da Gesù, per facilitare la comprensione di ciò che voleva dire a chi l’ascoltava, mettendolo in condizione di capire quei principi. Inoltre la parabola invita a immaginare la scena di ciò che viene detto, infatti, la visualizzazione di un qualunque racconto ne facilita ulteriormente la comprensione e il ricordo.
In questa parabola il seminatore è Gesù, il seme è la Parola di Dio. Gesù semina ovunque: sulla strada, che rappresenta le persone con il cuore indurito, che ascoltano la Parola di Dio, ma subito la dimenticano. Poi sui sassi, che rappresentano le persone che ascoltano e accolgono la Parola di Dio, ma alla prima difficoltà subito si arrendono. Ancora semina tra i rovi, cioè tra le spine, che rappresentano delle persone che, anche se ascoltano e accolgono la Parola di Dio, non danno frutto perché sono troppo prese dalle passioni umane, cioè dai vizi, dai piaceri della vita di cui non possono fare a meno e questi soffocano il seme che è in loro. Infine Gesù semina sul terreno buono, che rappresenta quelle persone che ascoltano e accolgono la Parola di Dio e la mettono in pratica dando frutti.
Il seme posto in noi da Gesù svela il tipo di terreno che siamo, cioè la Parola di Dio, che viene da noi ascoltata, penetra nel profondo di noi stessi, svelando la nostra identità cristiana, senza che noi ce ne rendiamo conto, infatti, solo Gesù ci conosce nel profondo del nostro cuore.
Gesù semina in abbondanza; quel seme è la sua Parola donata, è la sua vita, è tutto se stesso e lo dona a tutti, in tutti i cuori in uguale misura, consapevolmente, intenzionalmente e soprattutto gratuitamente. La sua Parola non è mai un giudizio o una condanna ma è un dono per farci comprendere che, attraverso di essa, Lui desidera salvarci.
Gesù aspetta pazientemente alla porta del nostro cuore; con il suo seminare vuole lavorare in ognuno di noi, nel nostro cuore, nella nostra anima. Noi dobbiamo solo dirgli di sì e lasciarlo fare, non ponendo ostacoli a questo Suo lavoro d’amore attento e fiducioso. Questo non richiede da noi nessuna particolare attitudine o compito, ma richiede di fare silenzio, cioè lavorare su noi stessi per abbandonare le nostre convinzioni, il voler pensare e fare per forza a modo nostro. Dovremmo invece cercare di seguire gli insegnamenti che Gesù ci ha lasciato nel Vangelo.
Quel seme che Lui ha piantato in noi con tanto amore, deve diventare vita e nutrimento di ogni giorno. Se la Sua Parola vive in noi, sarà Lui poi, a modo suo, a farci diventare terra buona, a rendere fertile il nostro terreno e quel seme germoglierà e darà frutti; non dobbiamo pensare di poter dare frutti da soli, perché non ne siamo capaci. Dobbiamo affidarci volontariamente a Gesù, mettendo nelle Sue mani tutto quello che facciamo e che siamo e non importa se darà il 30, il 60 ecc, ciò che importa sarà quel frutto, anche se piccolo. Sarà Gesù, poi, a fare di quel piccolo frutto grandi cose, a nostra insaputa, secondo la Sua volontà e i Suoi tempi.
Preghiamo Gesù di donarci la grazia e il Suo Spirito, perché è Lui che ci insegna, ci illumina e ci fa capire la Parola di Dio.