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MAGGIO 2009

     

Mi specchio in Pietro Maria (Comunità di Succivo)

 

            Molte volte ho detto (rivolto a Dio): “Non lo conosco, non m’interessa”, poche volte l’ho cercato, molte volte l’ho rimproverato, l’ho cercato solo nel momento del bisogno, cercando nella sua effige lo sguardo compassionevole, misericordioso, come se da quel Suo sguardo potesse venirmi un aiuto. Pietro, che rinnega il Maestro, mi fa pensare a me. Forse anch’io, nel mio agire, nel mio fare piani d’entusiasmo, ho fatto dichiarazioni d’amore al Maestro, anche nella mia età adulta ma ancora con tratti adolescenziali, in cui si passa dal voler fare tutto alla noia, dal riso al pianto, dalla gioia alle “scatole girate”…

            Devo fermarmi più seriamente davanti allo specchio della Parola di Dio e verificare la mia identità cristiana.

            Mentre Gesù veniva processato, Pietro stava fuori, preoccupandosi di non farsi riconoscere. Anch’io ho avuto lo stesso atteggiamento di Pietro, non una ma molte volte.

            Gesù, come sono stata tapina! Come ho imitato Pietro nella debolezza! A volte si fanno giuramenti e spergiuri, poi alla prima buona occasione di dimostrare di essere cristiani, voltiamo le spalle per la vergogna di essere presi in giro, per pigrizia o altro. Quante volte mi sono detta cristiana ma poi, di fronte a certi argomenti mi sono contraddetta!

            Ieri non trovavo il coraggio, ero come Pietro quando si trovò per paura a rinnegare Gesù e disse di non conoscerlo. Oggi, pensando al pianto liberatorio di Pietro, mi sento molto più semplice e chiara, mi viene spontaneo parlare di Gesù, non ho più quel senso di vergogna e titubanza a stare dalla Sua parte, non lo sento come una tassa da pagare o come un debito che mi opprime, ma gioia e serenità, che dà senso alle mie azioni.

                                                                      

Messaggio di Ceotto Terzo della Comunità di Conegliano Veneto:

 

O Buon Gesù, accetto le mie croci per consolarti,

per aiutarti a portare la croce che anch’io ti ho procurato,

per riparare le offese e la freddezza dell’uomo davanti ad un amore infinitamente grande.

Maria, insegnami a dimenticare me stesso,

ad invocare lo Spirito Santo e poi a lasciar fare a Lui.

Buona festa delle Palme, buon triduo pasquale, buona risurrezione!

 

A tu per tu col dolore Mimma (Comunità di Succivo)

 

            Come al solito mi trovo a preparare la lezione nell’ultimo giorno, sentendomi ogni volta in colpa, per non aver trovato un po’ di tempo prima e non arrivare sempre all’ultimo giorno. Questa volta, invece, a differenza delle altre, non mi sono sentita in colpa, perché leggendo la preghiera che mi era stata assegnata da commentare, mi sono resa conto che se l’avessi letta anche solo un giorno prima, non l’avrei sentita così viva dentro di me; mi sono sentita come un caldo abbraccio, come se il Signore strappasse questa preghiera dalle mie labbra, che fino a quel momento non avevo avuto moti né modo e non sarei mai stata capace di dire così perfettamente. Era proprio quello che avrei voluto dirti, Signore, ma non trovavo le parole giuste. Solo Tu potevi leggere dentro al mio cuore e riuscire ad ascoltare quel filo di voce che nemmeno io riuscivo a sentire e a strapparmi tutte le lacrime che ho dovuto trattenere in questi giorni.

            Ora mi sento fiduciosa e ti chiedo scusa, se anche solo per un istante mi sono sentita persa, come se Tu non fossi lì al mio fianco. Ti chiedo di darmi la forza di capire ciò che io posso darti in questo momento e di accettare (Si tratta della malattia di mio padre).

            A voi tutti della Comunità, chiedo di pregare tanto, perché il Signore ascolti le vostre preghiere che, unite alle mie, possano aiutarmi a santificare questo momento nel miglior modo possibile.

 

“Pace a voi” Teresa (Comunità di Succivo)

 

            Nel Nuovo Testamento la pace è un dono fatto a noi da Dio, tramite Gesù. Nel Vangelo, in più occasioni, Gesù usa la parola “PACE” come saluto ai discepoli, quando appare loro da risorto e dice “Pace a voi” o come augurio quando si rivolge all’emorroissa o alla donna peccatrice e dice: “Va’ in pace”, guarendole dalle loro infermità fisiche e spirituali, offrendo loro il bene per il futuro e quindi la pace.

            La pace del cuore si può avere solo da Dio, attraverso Gesù, confidando in Lui e mettendo nelle Sue mani tutte le nostre aspettative future e con l’intercessione della nostra Madre Celeste, che è la Regina della pace.

            Naturalmente si deve essere disposti ad accogliere la Sua pace, cioè a dilatare il nostro cuore e offrirlo a Gesù, perché Lui lo riempia di pace e di gioia e ci insegni ad amare.

            E’ inutile cercare la pace altrove, nelle cose del mondo, nelle soddisfazioni personali; infatti, anche se avessimo tutto ciò che desideriamo in questo mondo, non avremmo la pace o avremmo solo una pace apparente e breve, perché la vera pace viene solo da Dio, solo Lui ce la può dare e noi dobbiamo chiederla come dono, con suppliche e preghiere per noi e per gli altri, avvicinandoci a Lui.

            La pace di Dio vale più di ogni intelligenza e di ogni bene. Se si ha la Sua pace, si ha tutto; per questo deve avere il primato nella nostra vita.

 

 

L’esperienza della pace Maria (Comunità di Succivo)

 

            All’apparizione del Signore ai suoi discepoli, con il saluto “Pace a voi”, i suoi servi rimangono increduli, non riescono a percepire l’amore che Dio ha per loro, sono dubbiosi.

            Questo è il nostro comportamento quando viviamo la notte oscura della nostra vita, cioè la passione. Ci sentiamo impotenti, diciamo di non farcela…

            Perché succede questo? Perché non abbiamo l’umiltà del cuore per dire a Dio di starci vicino in quelle ore così drammatiche, vogliamo fare tutto noi, senza coinvolgere il Signore. Dinanzi a questi dubbi e a queste perplessità il Signore ci aiuta con i suoi scritti sacri, per darci speranza e luce, per darci infine la sua pace in modo che noi possiamo donarla anche agli altri.

            Gesù appare ai suoi discepoli dopo la morte, cioè dopo aver alitato l’ultimo respiro umano su tutta l’umanità redimendola. Oggi appare a noi per darci la Sua pace e la speranza della nostra risurrezione. La pace di Gesù non è la pace che dà il mondo, nel senso di garantirci una bella casa, una bella macchina, un bel conto in banca. Tutto questo in una visione umana può essere indice di pace, di tranquillità. ma non è così: per noi cristiani la pace è qualcosa che viene dall’alto, la sperimentiamo con la preghiera, con l’Eucaristia… Insomma la pace interiore si può raggiungere solo se si è con Dio, perché Lui è la più bella e vera pace.

            Gesù appare ai discepoli perché trasmettessero agli altri quello che avevano ricevuto da Lui, cioè la vera pace.

            Prima che il Signore ci chiami ad una missione, dobbiamo appunto aver sperimentato la pace interiore. Anche se dovessimo affrontare nella nostra vita bufere, tempeste ed altre difficoltà umane, se c’è Lui, non dobbiamo temere e non ci dobbiamo mai distaccare da Lui, perché Lui è la nostra salvezza. “Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla, in pascoli erbosi mi fa riposare”. Amen.

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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