LA MISERICORDIA DI DIO NEL VANGELO Leone Daniela - Comunità di Brindisi
Inizia un nuovo anno ed un nuovo cammino di formazione. Il nuovo cammino parte dalla misericordia di Dio e la fa vivere con il Nuovo Testamento attraverso gli occhi di Maria.
Maria diventa perciò la guida di questa nuova avventura. Lei, una giovanissima ragazza, viene prescelta sin dal suo concepimento da Dio che segna tutta la sua vita e, benché sia chiamata ad essere la madre di Gesù, quindi figura straordinaria, viene amata da Dio esattamente come siamo amati anche noi, solo che non ce ne rendiamo spesso conto.
Ci chiediamo il perché proprio Lei, perché in quell’epoca storica, in quel momento di crescita della “chiesa” senza renderci conto che, tempi e modi di Dio non sono gli stessi che usiamo noi, i nostri parametri, le nostre difficoltà.
La sua misericordia si incarna e si manifesta perciò attraverso una donna, anzi una ragazzina giovane e gracile pronta con i suoi sì incondizionati ad assecondare i disegni del Divino.
Ed è così che modi e azioni di Dio non sono rapportabili a quelli dell’uomo che si presenta con la figura di sacerdote Zaccaria, marito di Elisabetta, cugina della piccola Maria.
I due ormai avanti con l’età non sperano più nella grazia di un figlio, ed ecco che un angelo apparso a Zaccaria mentre prega rivela questo grande dono che la misericordia divina vuole rendere ai due sposi. Zaccaria nonostante il suo ruolo sacerdotale non riesce però a credere che Dio sta per compiere questo miracolo di grazia per la sua famiglia, che è appunto la venuta di un figlio che diventerà il profeta dell’Altissimo. Questa sua incredulità viene punita dal Signore che lo rende muto sino alla nascita di Giovanni. Ed è qui che scopriamo la grande differenza con Maria.
La incredulità di Zaccaria tanto vicina e simile alla nostra sfiducia nei confronti di Dio, alla nostra reticenza nell’assecondare i suoi disegni poco chiari, in contrapposizione con i SI’ della Vergine che, anche se non conosce il disegno divino di renderla “culla dell’umanità” si affida placidamente, cosciente di andare incontro a difficoltà incredibili. “Pur non conoscendo uomo” come esplicita all’angelo, si vede protagonista di una inaspettata maternità.
Da qui il cantico di Elisabetta nella lode del magnificat, che elogia il disegno di Colui che ha guardato “l’umiltà della sua serva”. La fiducia nel Signore non fa mancare il suo aiuto. Vivere la fede aiutandoci a guardare con i suoi occhi, gli altri.
Il “prossimo” posto al mio fianco, va visto come colui che Dio stesso ha posto lì come aiuto per la mia vita, come disegno che attraverso il suo amore e la sua misericordia mi aiuta sempre.
Cerchiamo quindi ad essere pronti a vivere la fede con le nostre testimonianze di vita, camminando verso un percorso unico, anche se è difficile spesso farlo INSIEME.
Zaccaria e Maria Scivales Maria – Comunità di Brindisi
Zaccaria e Maria, due personaggi complementari ma diversi negli atteggiamenti. Zaccaria colui che, interpellato da Dio, non ha sufficiente fede per credere a ciò che gli viene detto e che per questo chiede un segno, che gli permetta di avere una fiducia tale da accettare la volontà di Dio, per compierla in tutto e per tutto.
Atteggiamento che rappresenta la nostra umanità, fragilità, la nostra debole fede, che ci porta ad avere un rapporto con Dio, basato sul “Barattaggio” e non, attraverso la preghiera, sul dialogo.
Desiderio di Dio è di avere con l’uomo un dialogo sincero, partecipativo, che lo conduca ad un rapporto di comunione con l’essere che ha creato a sua immagine e somiglianza.
Una comunione che sia per l’uomo dono dello Spirito e che gli permetta di entrare a far parte del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: un’adesione da vivere con gioia!
Maria è colei che possiede una fede incrollabile, che non ha bisogno di un segno per credere ed accettare la volontà di Dio. Lei non chiede nulla, esprime solo il desiderio, di restare casta e pura.
Maria, con il suo atteggiamento, rappresenta l’ideale a cui tutti dovremmo tendere: un comportamento basato su di una fiducia ed un abbandono totale alla volontà di Dio, sicuri che tutto avviene in funzione del nostro sommo bene.