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MAGGIO 2007

     

  Dio esiste e io ne sono testimone! In tutto quello che ci circonda, in tutto quello che facciamo e che diciamo, c'è la Sua presenza. E' questo il messaggio che Mosé ha voluto darci con questo brano. Io non so dire molto di più, anche se in quest'ultimo tempo ho cercato dì documentarmi leggendo di più e scrivendo delle riflessioni. Ho incominciato a scrivere la mia storia e le esperienze fatte in questa Comunità, e devo dire che ho passato molto tempo a cercare di capire di più. Però certamente non è facile parlare di Dio se non si è disposti a conoscerlo veramente, anzi è molto più comodo non cercarlo e fare finta di niente.

  Devo ammettere però che Lui non si arrende facilmente, almeno con me non lo ha fatto, e con la scusa di questa riflessione mi ha costretto a pensarlo continuamente; infatti da un po' dì tempo ormai, mi capita, per la prima volta in vita mia, che la mattina mi sveglio e penso a Lui e la sera vado a letto ancora pensando a Lui.

  Questo nuovo stato d'animo mi dà l'occasione di dire perché sono qui e cosa mi ha dato questa comunità.

  Ho conosciuto Cesare nel febbraio dello scorso anno. In quel periodo litigavo spesso con Mena. Così ebbi modo di parlare con lui dei miei problemi. Tra le tante cose che mi disse ne ricordo una in particolare, quando mi chiese: “Com'è il tuo rapporto con Dio e con la preghiera?”

  Risposi tranquillamente come mi sentivo di rispondere in quel momento. Ma gli dissi: “Se prego o penso a Dio, non dormo, però visto che devo anche dormire, cerco di pregare il meno possibile”.

  Mi disse: “Perché non frequenti un poco il nostro gruppo? Ne hai bisogno”.

  Ed è cosi che mi sono trovato a percorrere tutte le tappe proposte dal gruppo dell'Amore Misericordioso: l'Incontro Coniugale a Collevalenza, il dopo Incontro, il Campo Scuola e le lezioni

settimanali che hanno fatto in modo che io conoscessi prima di tutto me stesso.

  L'ultima tappa, quella del Reincontro a Roma è stata quella che alla fine mi ha segnato e ha fatto in modo che io correggessi alcuni atteggiamenti sbagliati che avevo. Tutto è successo per una lettera. Era la lettera da scrivere ai figli. In quell'occasione sono rimasto stupito dal fatto di non essere riuscito in un primo momento a scrivere la lettera. Avevo un'infinità di cose da dire a mia figlia, però tutto quello che scrivevo alla fine mi sembrava sciocco e banale ed ero costretto a cancellarlo, e cosi quando ho capito di non essere nello spirito giusto per comunicare i miei sentimenti, ho lasciato perdere.

  In seguito c'è state l'altra lettera, anzi era la preghiera a Gesù per il coniuge. Quella l'ho scritta subito, sapevo cosa volevo e l'ho scritta in due minuti, però quando è arrivato il momento di leggerla durante la messa, io non l'ho fatto.   Sono rimasto male e mi sono ripromesso che appena finita la messa, sarei andato nella cappella del convento e l'avrei letta direttamente a Gesù. E così ho fatto.

  Ero da solo nella cappella, anzi c'era una suora da qualche parte che cercava di suonare la pianola. Ho recitato la mia preghiera a Gesù, al quale avevo chiesto questo: “Caro Gesù, ti chiedo di dare a Mena la serenità che non ho saputo darle io e di dare a me un po' di pace nel cuore, in modo che insieme possiamo essere una famiglia unita in Dio”.

 

DEVO FARE UNA CONSIDERAZIONE

  Cesare per me, ha avuto il merito di far cadere, uno alla volta tutti i miei pregiudizi e le certezze che avevo; le sue lezioni, hanno tirato fuori tutte le inquietudini che mi portavo dentro da sempre, ma la cosa più bella è stato che ha fatto riemergere in me la figura più importante del cristianesimo, che io per tante e varie ragioni, avevo perso di vista: GESU' CRISTO , il quale non ha avuto bisogno di scrivere trattati e formulare teorie per spiegarci chi siamo e cosa dobbiamo fare. Lui, tutte le lezioni che Cesare e Suor Rifugio da più di un anno cercano con amore di farmi capire, le ha racchiuse in due parole, anzi tre: “ Porgi l'altra guancia

  Questo per me non significa che dobbiamo prendere schiaffi a destra e a sinistra o soccombere di fronte alla cattiveria, ma vuol dire, semplicemente, che di fronte a chi ci aggredisce e cerca di farci del male, dobbiamo esporre e offrire l'altra parte di noi, la faccia nascosta, quella pura, senza maschere.

  Molte volte ho nascosto la faccia anche solo per difendermi. Ma tante maschere indossate una sopra l'altra come tanti vestiti, inevitabilmente ti abbruttiscono. Quel giorno, in quella cappella, sono cadute le mie maschere. Ho ritrovato una serenità nuova e mi sono sentito finalmente libero. Tanto che quando sono uscito, ho potuto scrivere tranquillamente la lettera a mia figlia (e devo averle scritto delle cose carine, perché il giorno dopo che le ho dato la lettera, lei mi ha baciato e mi ha detto: “Grazie per la lettera”.

  Quando sono tornato a casa, ho avuto la sensazione, da piccoli particolari a cui prima non davo importanza, che Colui che avevo pregato mi era ancora vicino, stavo bene, sto bene, vivo con più serenità, e cerco di tenermela quanto più a lungo è possibile.

  È difficile, comunque ci provo.......

 

ED ECCO LA LETTERA A MIA FIGLIA

 

  Angela, ti voglio bene.

  Può sembrare una frase fatta o banale.

  Non è così.

  Avrei voluto parlarti del mio passato, di chi sono stato, di cosa ho fatto, di cosa non ho fatto, delle cose belle che non ti ho detto e che avrei voluto dirti, di quando sei nata, di come sei nata, di perché sei nata.

  Ma questo è il passato e non c'è più.

  Avrei potuto parlarti del mio futuro: di quello che vorrei fare, di quello che vorrei dire e non riesco a dire, dei miei propositi, dei miei progetti, del mio domani…

  Ma domani potrei non esserci più.

  Ti parlerò invece del mio presente: “Ti voglio bene”.

  E così ogni volta che tu vorrai leggere queste tre parole, ricorderai sempre e solo il mio presente….

“Ti voglio bene”

   Papà /Antonio Comunità di Succivo)

 

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Gesù nell'orto degli ulivi

  Impauriti, egoisti, deboli, spaventati, agitati: così definirei gli apostoli che fuggono nel momento del bisogno, lasciando Gesù in balia dei soldati.

  Nel ricordare ciò che accadde nell'orto degli ulivi dando uno sguardo nel passato, nello stesso tempo ci si può rendere conto che quell'episodio si ripeta continuamente tutt'oggi.

  Io molto spesso assumo l'atteggiamento degli apostoli, quando tu, Gesù, mi chiedi di farti compagnia: come loro, io mi tiro indietro, ti scanso. Magari ciò succede quando mi chiedi qualcosa che è più grande di me, qualcosa di troppo impegnativo, ed io, non sono capace di reggere la situazione e mi sottraggo alla tua richiesta.

  Tutto sta nel coraggio e nel non farsi intimorire dai "soldati", che ai nostri tempi si rispecchiano nelle conseguenze che comporta lo stare con te con l'impegno costante, la coerenza, la determinazione, il diffondere la tua parola.

  Sono questi i miei nemici che, anche se non vanno contro di te, impediscono a me di farti "compagnia", mi bloccano. Da qui il mio egoismo, lasciandoti da solo, non ascoltando ciò che mi chiedi e suggerisci.

  Eh già, forse anch'io al posto degli apostoli mi sarei comportato allo stesso modo: si tratta di codardia? A me piace pensare che non sia vigliaccheria, ma mancanza di coraggio.

  Quindi io ti chiedo proprio quel coraggio che mi manca per far sì che possa starti vicino, affrontando le difficoltà che ciò implica.

              Luigi Ruggiero (ragazzo della Comunità di Succivo)

 

Rinascita (Salvatore Comunità di Succivo)

  Avevo 22 anni quando mia moglie è entrata nella mia vita. Non pensavo che durasse e che un giorno saremmo riusciti a formare una famiglia. Di problemi ne abbiamo avuti tanti. Io vengo da una situazione non facile. Dai miei genitori non sono stato mai considerato, ero come uno sconosciuto; infatti stavo poco a casa, nessuno mi capiva e poi finalmente una persona mia ha saputo capire: mia moglie. Ringrazio Dio di avermela messa sul mio cammino. Lei ha saputo riempire il mio vuoto, mi ha amato e capito, ma soprattutto aiutato senza stancarsi mai. Ci siamo capiti entrambi. Senza il suo aiuto, oggi non so che fine avrei fatto.

  Quattro mesi fa abbiamo fatto l'Incontro Coniugale. Io, ad essere sincero, non ci credevo tanto, ma al ritorno si è acceso qualcosa e la mia mente ha cominciato a camminare anni in dietro e mi sono fatto una domanda: “Tutto questo cammino insieme non è accaduto per caso ma perché io credo che in noi c'è sempre stata una mano divina, e oggi quella mano si è rafforzata ancora di più.

  Signore, ti ringrazio. Ringrazio Cesare, Teresa e soprattutto Suor Rifugio che di pazienza verso di noi ne ha tanta. Un ringraziamento speciale ai miei cognati, per averci messo sulla strada dell'Amore Misericordioso.

 

Finalmente il nostro sì

  Nel gruppo dell'Amore Misericordioso sto da molto tempo. Quante volte ci hanno proposto l'Incontro Coniugale e abbiamo sempre rifiutato! Dicevo sempre che non ne avevo bisogno e che stavo bene. Non era vero, avevo paura di confrontarmi con gli altri, avevo paura di guardarmi dentro e avevo paura del giudizio di Dio. Quante volte il Signore ha bussato e io facevo finta di non sentire! Ma il Signore non si è mai stancato di cercarmi, il Signore sapeva che avevo bisogno di Lui e del suo Amore.

  Oggi posso dire che guardarsi dentro fa male, però ti fa crescere, capisci delle cose di te che puoi cambiare e di me è tutto da cambiare, specialmente il mio comportamento verso mio marito; nei suoi confronti sono stata molto egoista, non so come ha fatto a sopportarmi in questi dodici anni di matrimonio. Ringrazio il Signore che è sopravvissuto. Non scherzo, è molto difficile stare accanto ad una come me, però lui, con la sua pazienza, con l'amore che prova verso di me e con l'aiuto di Dio ce l'ha fatta; qualunque altro al suo posto sarebbe scappato.

  Ringrazio il Signore per avermi fatto incontrare una persona con tanta pazienza. Ringrazio Cesare, Teresa, instancabili servi di Dio e Suor Rifugio: quando sto a sentire i suoi argomenti mi carico di tanta forza e amore. (Anna Comunità di Succivo)

 

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Riflettiamo insieme: (Navigando su internet. A cura di Pierluigi)

 

Gesù continua a rivelarsi al mondo con la sua Chiesa perché ha un Amore per tutti, incommensurabile, indicibile, grandissimo. Lui vuole che tutti gli uomini giungano alla salvezza

e a nessuno, ma proprio a nessuno, chiude la porta in faccia.

Sempre sta alla porta e bussa, bussa continuamente al cuore di ciascuno di noi,

sperando di poter entrare, magari anche all'ultimo istante, ma di poter entrare.

Anche ai due ladroni in croce come Lui, ha offerto il suo Amore. L'uno l'ha accettato e si é salvato, l'altro invece l'ha rifiutato, forse non credeva possibile che qualcuno ancora l'amasse,

il demonio l'ha ingannato fino alla fine!

Questa é una buona notizia per tutti noi: in qualsiasi situazione ci possiamo trovare,

anche se infangati con i crimini e i peccati più grossi, anche se tutto il mondo ci rifiuta e ci condanna, Lui é lì che attende solo di essere invocato, come il serpente di bronzo nel deserto,

come il Salvatore del mondo a cui nulla é impossibile.

Allora in questa domenica della Divina Misericordia, approfittiamo, finché ancora il nostro cuore e la nostra mente ce lo permettono, ed accostiamoci a Colui che solo ci può salvare.

Domani forse il nostro cuore, la nostra mente, il nostro essere, sarà ribelle e non ci sarà speranza. Oggi, il Signore ci chiede: "Mi vuoi amare? Vuoi che venga ad abitare nel tuo cuore e a farlo nuovo? Credi nella mia potenza?” Ecco, il Signore si offre a noi ancora una volta. Approfittiamo e, con molta umiltà, ritorniamo a Lui per ripartire con nuovo vigore e per affrontare qualsiasi avversità con il sorriso e con la certezza che tutto, ma proprio tutto,

in Cristo é sconfitto e non ci fa più paura. Gesù, io confido in Te.  

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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