Padre, che nel battesimo mi hai fatto tuo figlio…
Ringrazio Dio per avermi fatta nascere in una nazione dove il battesimo è considerato, dalla maggior parte delle persone, un sacramento essenziale. Ovviamente, solo da adulta ne ho compreso l’impor-tanza: ho capito che con esso sono entrata a far parte dell’unico Essere sempre vivente che è Gesù Cristo. Ho capito che tutti i battezzati formano il Corpo Mistico della Chiesa con a capo Gesù Cristo stesso.
Poi mi sono chiesta: “Perché se tutti siamo parte di un solo corpo siamo così diversi gli uni dagli altri? La risposta l’ho trovata nella lettera di S. Paolo agli Efesini: “Un solo corpo, un solo Spirito” in relazione alla nostra chiamata, “un solo Dio, sopra tutti e presente in tutti” ma ciascuno con il proprio compito. Questo mi ha fatto capire che Dio ha un disegno diverso su ognuno di noi, che corrisponde alla chiamata individuale. Io, da quando ho appreso questo, sono sempre alla ricerca della definizione della mia chiamata. A volte mi sembra chiara la mia chiamata e cerco di assecondarla, altre volte mi si confondono le idee e vado in crisi, ma poi cerco di riprendermi e seguire le nuove indicazioni.
La cosa che ho capito è che tutto rimane sempre confinato nell’ambito dell’Amore Misericordioso, così come indicato dalla nostra Madre Speranza. Quando non mi è chiaro il percorso ricorro a Suor Rifugio che mi indica sempre la strada giusta, secondo il carisma ricevuto da Madre Speranza, in un percorso sempre nell’ambito dell’obbedienza alla Chiesa, avendo la chiara cognizione di appartenere alla stirpe eletta, che Dio si è acquistato.
Ho capito, nel tempo, che la Chiesa voluta da Dio è costituita da molte membra, infatti abbiamo: apostoli, profeti, maestri, operatori di miracoli e chi parla o interpreta altre lingue … ognuno con un compito specifico. Io difficilmente riesco a capire a quale di esso appartengo e per questo motivo cerco di farmi modellare da ciò che succede in me e attorno a me, cercando il difficile equilibrio fra i due detti di Madre Speranza; “Non essere un cane muto” e “Essere come una scopa”.
Quello che io cerco di tenere sempre presente sono gli inviti forti da parte delle Scritture Sacre: “Andate e annunciate il Regno di Dio; Siate sale della terra e luce per il mondo”. Io ci provo
Dopo tutte queste perplessità, chiedo a Dio la grazia di servirlo attraverso l’ALAM, cercando di tenere presente che chi vuole diventare grande dovrà diventare servitore di tutti e svuotare se stesso, dedicando la propria vita agli altri, perché ho capito che servire Dio lo si può fare solo servendolo nei fratelli, anche offrendo le proprie sofferenze per la Sua gloria e quella dei fratelli.