Don Giuseppe (José o Jesus) ci ha detto.
(sintesi dell’ultima meditazione tenuta l’8 maggio 2016 nell’Incontro con i laici dell’Amore Misericordioso sul tema “La porta della misericordia” )
“Io sono la porta:se uno entra attraverso di me,sarà salvato;
entrerà e uscirà e troverà pascolo”
Il tema della misericordia ci riporta a San Francesco che era un contemplativo e nei momenti di estasi toccava il Signore scoprendo nel Suo Corpo 5 piaghe. La piaga del costato ha portato alla devozione del Sacro Cuore di Gesù e solo in seguito si è passati alla devozione della Divina Misericordia. Madre Speranza è entrata più in profondità nel tema della misericordia e Giovanni Paolo II con la misericordia ha contribuito alla caduta del muro di Berlino : “Vinci con il bene il male”. Papa Benedetto XVI ha detto che la misericordia è un cuore che vede e posa lo sguardo sul prossimo bisognoso e Papa Francesco ha affermato che la misericordia non è soltanto la lotta tra il bene e il male ma è lasciarsi colpire dal male altrui per trasformarlo in bene dal di dentro (oblazione).
Essere laici dell’Amore Misericordioso significa questo: lasciarsi colpire dal male altrui per trasformarlo dal di dentro attraverso la porta della misericordia.
A Collevalenza, varcata la porta della misericordia ci si trova davanti al Crocifisso dell’Amore Misericordioso perché la porta ci introduce al Crocefisso, la porta del Crocefisso è il cuore ferito di Gesù.
Se si ha una ferita nel corpo, questa non si tocca perché si infetterebbe ma Gesù ci dice: “Toccami ovvero infettami” chiede di toccare la sua ferita. A San Tommaso ha detto: “Stendi la tua mano e mettila nel mio costato” per poter prendere tutte le fragilità dentro di Sé e far uscire dal suo corpo gli anticorpi che sanano.
Nella famiglia ci sono fragilità comuni e la lotta tra bene e male non porta alla misericordia. L’atteggiamento giusto è invece quello per cui, di fronte al torto di uno, ci si lascia ferire per trasformarlo dentro di sé. Papa Francesco nel suo pellegrinaggio della misericordia ci ricorda: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati”. La porta della misericordia è perciò lasciarsi toccare dalle miserie degli altri e qualora nella vita incontrassimo situazioni che vanno oltre il rispetto, situazioni di miseria che non sono degne del nostro sguardo, bisogna farsi toccare da queste. Mi lascio toccare dal male degli altri? Il contrario della misericordia è il fariseismo che non prende a punto di riferimento Dio ma gli altri. Madre Speranza fa dell’oblazione la porta della misericordia: non giudicare ma accollarsi le miserie del prossimo. La porta è il Battesimo, è stata aperta da Dio. Nell’Apocalisse le 12 porte della Città celeste sono tutte aperte perché la misericordia del Signore è immensa ed è per tutti. L’assassino e l’adultera andranno in Paradiso se si pentono. C’è una porta invece che non si apre ed è quella dei farisei che si fidano solo di se stessi.
Il perdono deve essere accompagnato dai gesti ed è perdono di cuore se si perdona con la stessa misura con cui perdona Dio. Madre Speranza è entrata nel cuore di Dio e non si mai stancata di pregare per gli altri perché nessuno è lontano dalla porta della misericordia di Dio. Lei si è fermata sulla soglia per far entrare tutti ed anche noi dobbiamo essere portinai ma occorre l’umiltà per entrare nella porta e per poterne uscire con la carità. La prima caratteristica dell’uomo misericordioso è la memoria dei benefici che Dio ci ha elargiti, ricordando in primis il dono dei genitori.
Sant’Ignazio di Loyola si confessava tutti i giorni per riconoscere la misericordia divina e poter far festa con il Padre chiedendogli aiuto ed umiltà. La misura della misericordia è più grande di noi, è un amore che non finisce mai.
Tre domande dobbiamo allora porci:
- Sono doganiere o portinaio?
- Voglio entrare secondo la spiritualità di Madre Speranza per quella porta che è l’umiltà di Cristo che si annientò per prendere la forma di schiavo?
- Se ho sperimentato la misericordia di Dio, la porto agli altri (missionarietà)?
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