“PADRE, E’ GIUNTA L’ORA”
Teresa Ciardiello (Comunità di Succivo)
Sono le parole che Gesù rivolge al Padre: chiede di essere glorificato insieme a Lui, chiede di concedere la vita eterna a tutti. La vita eterna è conoscere Dio e il Figlio suo, Gesù, che Egli ha mandato, perché il suo Amore dimori in tutti noi.
Gesù, dicendo: “E’ giunta l’ora”, si riferisce alla sua crocifissione e all’ora solenne della morte, in cui avrebbe dato la vita per portare a perfezione il dono di se stesso per la salvezza di tutti noi, non solo dei buoni. Ma Gesù si riferisce anche ad un’ora di gloria, perché la Croce è il trono della sua gloria e Lui ne è il Re.
E’ Lui che porta per primo la Croce, invitando noi ad andare dietro a Lui. Quell’ora è stata uno dei momenti tragici per Gesù, insieme a quella vissuta nel Getsemani, con l’abbandono completo alla volontà del Padre, nonostante abbia condiviso la nostra umanità, con le emozioni, la paura, sudando sangue e sperimentando la lontananza dei discepoli, che avrebbe avuto il suo culmine nel rinnegamento di Pietro e nel tradimento di Giuda.
Gesù ha vissuto una sofferenza interiore lacerante, oltre quella fisica, ma ha continuato ad amare i suoi discepoli, infatti “Avendo amato i suoi, li amò sino alla fine”, dice Giovanni (Gv 13,1). E continuando ad amare tutti, non si ribellò alla crocifissione e alla morte. Così facendo, Gesù ha dilatato il Suo Cuore con un amore più grande della Sua sofferenza fino alla croce, senza dire una parola, come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori.
Gesù ha accettato quella sua ora perché ci amava, per salvarci e purificarci dai nostri peccati.
Questo è il Cuore di Gesù, così grande da contenerci tutti e da tenerci immersi nella Sua misericordia.
E’ in forza di quel suo amore per noi che Gesù vuole vederci tutti santi, vuole che siamo Suoi completamente e per sempre.
Gesù ha parlato della Sua ora, ma qual è la nostra ora?
Di certo non conosciamo l’ora della nostra morte, dobbiamo vegliare e stare pronti (Mt 25,13), però nella nostra vita viviamo ore decisive, in cui facciamo le nostre scelte, ore in cui dobbiamo dimostrare la nostra appartenenza a Lui, la nostra fede; ore di accettazione, di sofferenza, ecc. Quindi, mentre stiamo in vita la nostra ora è l’ora della Croce, è l’ora del nostro sì, è l’ora di amare anche se faticosamente ed anche se spesso siamo presi da timore, angoscia e scoraggiamento, che sono tentazioni del maligno, il quale vuole ostacolare continuamente il nostro cammino.
Ma noi abbiamo la preghiera e abbiamo Maria, la Vergine santissima, che sono l’arma vittoriosa per vincere le tentazioni e abbiamo Gesù che ci rialza sempre dalle nostre cadute.
Se Gesù permette tali tentazioni e prove da parte del maligno, è segno che vuole farci esercitare nella virtù, per il nostro bene, per farci progredire nel nostro cammino, per farci riconoscere le nostre miserie, gli sbagli e peccati, stando a testa bassa, ma col cuore in alto, guardando solo a Lui, il Santo, il Misericordioso.
Dobbiamo sempre ringraziare il Buon Gesù e chiedere di essere plasmati, modellati dalle Sue mani, come l’argilla nelle mani del vasaio e l’oro nel crogiolo, per poter ambire di essere un giorno purificati, santi e immacolati come Lui ci vuole.
“MIO CIBO E’ FARE LA VOLONTA’ DEL PADRE”
Teresa Ciardiello (Comunità di Succivo)
Nella lettera agli Ebrei (Eb 10,5-7) ci vengono riportate le parole di Gesù, che si rivolge ancora una volta al Padre, come tante altre volte e questo ci fa capire la continua comunione e relazione tra Dio Figlio e Dio Padre. Il Padre non ha voluto più sacrifici né offerte di animali, per concedere il perdono dei peccati, come si faceva prima della venuta di Gesù, ma ha mandato Lui, il Figlio, preparandogli un corpo, per prendere su di sé tutti i peccati del mondo, affinché siano, solo in Lui, perdonati. Dunque, Egli è venuto nel mondo per fare la volontà del Padre. E’ l’obbedienza di Gesù al Padre, che caratterizza tutta la sua vita sulla terra. E’ stato obbediente dalla nascita fino alla morte di croce. Nel Vangelo di Giovanni (Gv 4,31-34) Gesù dice che la volontà del Padre è il suo cibo, cioè è necessaria per vivere, per dare la vita. Come il corpo si nutre del cibo materiale, così l’anima si nutre del cibo spirituale che è Gesù nell’Eucaristia, le Scritture e il compimento della Sua volontà.
Il nostro obiettivo è assomigliare a Gesù, conformare la nostra volontà alla Sua.
Per fare questo dobbiamo cercare di abbandonare le nostre idee, la logica del ragionamento umano, le nostre ambizioni, i nostri desideri, quel voler fare a modo nostro e assumere invece la logica del Vangelo: dobbiamo fare di Gesù il nostro cibo, il nostro tutto, aderire totalmente al progetto di Dio su di noi, alla sua volontà, rinunciare a noi stessi per essere una sola cosa con Lui. Nell’obbedienza sta anche il nostro amore per Lui, il nostro desiderio di compiacerlo in tutto.
Gesù non ci chiede sacrifici, infatti, dice: “Misericordia io voglio, non sacrificio”, ci chiede quindi sentimenti di misericordia, di amore, perché amare vale più di mille olocausti, perché Lui si comporta così con noi. Ci ama profondamente e sempre.
Fare la volontà di Dio vuol dire anche accettazione, sottomissione, arrendevolezza, deporre le armi mettendo da parte il nostro io, piegare il nostro volere al Suo, anche se ci costa fatica, se ci fa soffrire, se non lo comprendiamo, come diceva la nostra ormai Beata Madre Speranza. Ci basta sapere che tutto ciò che Gesù permette nella nostra vita, è per il nostro bene e Lui ci darà la gioia e la pace nel momento opportuno, quando Lui vuole e nel modo che desidera. Questa consapevolezza e certezza ci darà la forza necessaria per accettare ciò che non vorremmo. Sicuri del Suo Amore e della Sua presenza, non dobbiamo fare altro che ringraziare in ogni momento il Buon Gesù.
In tutto questo si racchiude la virtù dell’umiltà, che dobbiamo chiedere come grazia al nostro Gesù. Dobbiamo ammettere però che spesso il nostri istinto si vuole ribellare, perché la nostra natura umana è incline all’egoismo e al peccato e questo ci allontana dalla volontà di Dio, ma nello stesso tempo ci fa molto soffrire.
Personalmente voglio fare il proposito di mettermi davanti a Gesù Crocifisso, guardandolo negli occhi, con le ginocchia piegate, le mani alzate al Cielo e dirgli: “Gesù mio, si faccia tutto come vuoi Tu, non come voglio io” Questo è il mio cibo e la mia vita.