Il petalo Luciana Canapa
Hai mai provato ad osservare un petalo di fiore,
seccato tra le pagine di un libro?
Quando l’hai steso pensavi che avresti ricordato chi
ti aveva regalato quei fiori ma…
Il tempo è passato, l’hai dimenticato e…
quel colorato petalo, l’hai dimenticato e…
ti fa pensare bella vita, una volta piena e fiorita.
Oggi sei su una strada smarrita che
dal sentiero solitario ti fa scorgere in lontananza il futuro che
fa pensare a quel petalo seccato, che
una folata di vento, potrebbe portare con sé.
Nostalgie di una vecchia madre (Notturne)
La palla mi sfugge sul prato verde
ma il bimbo corre, l’afferra, che strano…
Troppo tempo è passato, il prato non più verde è seccato
e il grido di gioia è tanto lontano.
Era una finestra tra il verde
Mi manchi, finestra, che alla sera mi vedeva chiudere la persiana dopo aver prima guardato il cielo stellato. Mi manchi, cielo, perché quando il mio sguardo si posava su di te, sentivo volare i miei pensieri tra le stelle, ed era tutt’uno per sentirmi vicino ai miei morti, sentendo che loro erano lì nell’infinito.
Il tempo passa: Tramonto sul mare
Passano le primavere Fermati, sole, che sul mare stai per tramontare
si attenuano le gioie e i dolori lascia che queste emozioni possano durare,
lasciando scie di ricordi la scia d’argento è lì
ora dolci, ora amari… ma quando scenderà dietro l’orizzonte,
anche questo incanto avrà fine.
L’operaio licenziato
Lo sguardo fisso nel vuoto per questo domani incognito, la moglie nervosa e disperata. I bambini prima allegri e felici, sentendo l’atmosfera di casa, non giocano e non ridono più. Come e quale sarà il domani?
Non andare via, Signore Tagore (Ricerca di Valentina Valentini)
Quando trovi chiusa la porta del mio cuore, abbattila ed entra,
non andare via, Signore.
Quando le corde della mia chitarra dimenticano il tuo nome, ti prego, aspetta,
non andare via, Signore.
Quando il tuo richiamo non rompe il torpore, folgorami col tuo amore:
non andare via, Signore.
Quando faccio sedere altri sul tuo trono, o Re della mia vita,
non andare via, Signore.
La preghiera Iolanda Lo Monte
Vogliamo pregare con cuore aperto. La nostra preghiera diventi incessante perché lo Spirito Santo entri in noi, cambi il nostro cuore e ci porti ad essere nella nostra vita persone piene d’amore, di misericordia, di carità. La preghiera sia veramente intensa. E’ la preghiera che dà vita, che dà Spirito. Mettiamoci in preghiera con tutto noi stessi, con il nostro corpo e la nostra mente, il nostro cuore, il nostro spirito, presentandoci al Signore come siamo. Il pregare, lo stare in comunione con Dio è essenziale per la nostra vita, perché Dio ci dona gratuitamente il suo Spirito. L’essenza della nostra vita cristiana è vivere la Pasqua nella vita di ogni giorno. Non è teoria, è l’essenza dell’uomo, è la notizia che Gesù è venuto a portare. Gesù è venuto sulla terra 2000 anni fa ma la Sua azione continua e continuerà sempre. E’ un’azione di salvezza, che ci spoglia di tutti i peccati e ci libera perché i peccati ci schiavizzano, ci legano, ci fanno soffrire. Per capire quanta sofferenza crea il peccato, basta vedere la paura che abbiamo.
2012 Iolanda Lo Monte
Pensiamo come rivolto a noi il testamento spirituale di Gesù: “Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo a tutte le genti…”. Bisogna essere fedeli a Gesù senza paura! La vita in Cristo è entrata nel mondo e i cristiani hanno la missione di annunciarla e di diffonderla. Per questo ci è stato inviato lo Spirito di Fortezza, di amore e di saggezza. Pertanto non dobbiamo vergognarci di rendere testimonianza a Cristo. Occorre coraggio di fronte agli oppositori esterni e interni alla comunità. Non bisogna stare solo sulla difensiva ma passare al contrattacco come Paolo che non ha rimpianti, perché ha lottato bene ed è in attesa di dare a Cristo la suprema testimonianza di fede e di amore. Non bisogna lasciarsi logorare dalla lotta, ma restare uniti a coloro che hanno da Cristo la missione di guidare la comunità dei credenti.
Voli e sogni 2012 Iolanda Lo Monte
L’allodoletta cantava, sognava, volava,
inneggiava alla vita
inneggiava all’amore.
L’allodola madre le disse un giorno:
“Va’, mio gioiello… ma attenta al fratello”
Quanto tempo è passato…
Quanti voli in planata e in picchiata!
E quante penne perdute e cresciute!
Quanti venti affrontati!
Ora le ali ha temprate
ha imparato a volare
ma vuol sempre sognare.
L’allodola madre la guarda:
“Va’, mio gioiello…
Continua a volare ma proteggi il fratello.
Vola sicura al di sopra dei mari,
lassù feriranno gli spari”.
Sulla strada di Emmaus Pietro
Gesù incontra i due amici in una situazione di paura e di disperazione, di sfiducia e di sgomento. Stavano fuggendo. Le forze della morte, la croce, avevano ucciso in loro la speranza. Gesù si avvicina e cammina con loro. Ascolto la conversazione. La cosa che mi colpisce in questa parabola è che Gesù si serve della Bibbia per illuminare il problema che faceva soffrire i suoi due amici e quindi chiarisce la situazione che stavano vivendo. Con l’aiuto della Bibbia Gesù colloca i due discepoli nel progetto di Dio ed indica loro che la storia non è fuggire dalla mano di Dio. Gesù usa la Bibbia per far ricordare loro quello che avevano dimenticato: Mosé e i profeti.
Tutto cambiò nei due discepoli. Loro stessi risuscitano riprendendo coraggio e ritornano a Gerusalemme dove continuano ad essere attive le forze di morte che avevano ucciso Gesù ma dove si manifestavano anche le forze di vita, nella condivisione dell’esperienza della risurrezione. Coraggio invece di paura, ritorno invece di fuga, fede e speranza invece della disperazione.
Come gli apostoli anch’io mi ritrovo spesso a viaggiare con Gesù ma non lo riconosco, la tristezza e lo scoraggiamento di fronte alle difficoltà della vita hanno il sopravvento. Il sostegno e la presenza di quel Compagno di viaggio tanto ottimista mi è indispensabile.
Rimane con me. E dove trovarlo se non nella celebrazione eucaristica, dove trovarlo se non tra i fratelli bisognosi? Egli si fa nostro compagno di viaggio ed aspetta sempre di essere invitato.
Ancora tra Gerusalemme e Gerico Teresa Ciardiello
Il testo del vangelo di Luca parla di due discepoli che si trovavano in cammino verso il villaggio di Emmaus e discutevano tra di loro di quello che era accaduto in quell’ultima settimana a Gerusalemme, riguardo a Gesù: della sua condanna a morte di croce e anche della sua risurrezione raccontata da alcune donne del loro gruppo, che, andando al sepolcro, non avevano trovato il suo corpo, ma poi erano apparsi loro degli angeli e avevano detto che Gesù era risorto ed era vivo, come Lui aveva preannunciato.
I due discepoli, però, non avevano dato loro molta importanza, perché a quei tempi non contava molto ciò che dicevano le donne, quindi non erano convinti della risurrezione di Gesù. Si ritrovavano soli, smarriti e stavano pensando come fare per ritornare alla vita di prima.
Proviamo ad immaginare la scena: Ad un tratto Gesù si avvicina a loro, ma essi non lo riconoscono, ha compassione di loro, cammina con loro perché li vede scoraggiati e disorientati, prende Lui la parola e li corregge su quello che stanno dicendo, li fa riflettere sulle scritture, su ciò che avevano detto i profeti di Gesù, a partire da Mosé, li illumina sulla verità, perché la loro fede non era più tanto forte e avevano perso la speranza, pensavano che con la morte di Gesù fosse tutto finito.
Quando arrivano al villaggio di Emmaus, Gesù fa come se dovesse andare più lontano, ma i due lo invitano con insistenza a restare e a cenare con loro, perché ormai era sera.
Gesù si mise a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. In quel momento i loro occhi si aprirono e lo riconobbero dal gesto che Gesù aveva fatto nell’Ultima Cena. Essi rivissero quel santo sacrificio, l’offerta di se stesso a tutta l’umanità. Poi Gesù sparì dalla loro vista ma continuò ad essere dentro di loro. Essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le scritture?
Così ritrovarono l’orientamento.
Gesù era apparso ai due discepoli per illuminarli, prima con le scritture, poi con lo spezzar del pane, cioè con la sua Parola e con l’Eucaristia, i due elementi fondamentali per far capire loro che era proprio Lui, Gesù, che non li aveva abbandonati, quindi non solo aveva aperti loro gli occhi, ma anche il cuore, facendolo ardere e rendendolo capace di comprendere il mistero della Redenzione.
Anche a noi è capitato nella nostra vita di trovarci nelle stesse condizioni dei due discepoli, cioè di aver investito un’intera vita su dei principi, convinzioni e idee, che credevamo giuste, secondo la nostra logica, ma poi i nostri progetti non si sono realizzati e noi abbiamo creduto che fosse tutto finito e che Gesù ci avesse abbandonati, ma in realtà eravamo noi che ci allontanavamo da Lui, non lo riconoscevamo, ci sentivamo disorientati, smarriti, senza speranza, non capivamo l’amore di Gesù, la sua presenza in noi, credevamo che ci volesse far soffrire e ci chiedevamo il perché. Ma poi, quando abbiamo incontrato davvero Gesù, quando ci ha chiamati a seguirlo, quando abbiamo assaporato e gustato la dolcezza del Suo Amore Misericordioso, abbiamo capito che non potevamo fare a meno di Lui, ci siamo innamorati di Lui e abbiamo desiderato di seguirlo e di rispondere alla Sua chiamata. E così abbiamo cominciato a conoscere meglio le Scritture, l’Eucaristia e abbiamo aderito al Suo Amore Misericordioso. I nostri occhi si sono aperti, anzi si sono spalancati e a volte siamo rimasti sbalorditi di fronte alla potenza del Suo Amore. E la nostra vita è cambiata.
Come ai discepoli di Emmaus, Gesù ci corregge e ci fa comprendere le nostre idee e abitudini sbagliate, i nostri errori, le nostre incapacità… ci fa guardare oltre e modifica il nostro modo di vedere le cose, non lo fa in modo aggressivo, ma gentile, con delicatezza e attenzione. Ci fa comprendere che tutte quelle cose negative che abbiamo fatto saranno sottoposte a quella potatura assolutamente necessaria per avvicinarci di più a Lui, quindi lo dobbiamo ringraziare, dobbiamo avere come punto di riferimento solo Gesù e la Sua Parola che, oltre ad essere viva ed efficace, è più tagliente di una spada a doppio taglio, ci mette in discussione, a volte è scomoda.
Non tutto quello che ci dà Gesù può essere bello e piacevole ai nostri occhi: è un Dio d’amore, ma le sue proposte d’amore sono anche esigenti, Lui vuole che ci comportiamo come Lui, ci chiede un ritmo di vita forse difficile, faticoso, ma se vogliamo appartenere a Lui totalmente, è un rischio che dobbiamo correre, cercando di superare gli ostacoli difficili. D’altra parte chi l’ha detto che la vita del cristiano è una vita facile?
Io penso che valga la pena correre questo rischio, investire tutto noi stessi su Gesù, Lui non ci abbandonerà mai, non ci lascerà soli, ci darà la Sua forza e il Suo aiuto insieme alla sua Mamma Maria, Lei sta facendo di tutto per condurci a Gesù, ci accoglie come veri figli. Lei sola può ottenere dal Figlio le grazie che le chiediamo, nel rispetto delle Sua volontà. Lasciamoci guidare da Lei, esprimendole il desiderio di ottenere, anche in minima parte, quella purezza e bellezza interiore che solo Lei possiede.