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GENNAIO 2016

     

  

Condivisione e fedeltà Maria Amato Succivo

            La Madre Speranza non ha parlato molto della famiglia civile ma, parlando alle sue figlie ricorda che siamo stati creati gli uni per gli altri, che siamo tutti uniti nell’amore di Dio. La famiglia si costituisce sulla Parola del Vangelo e persevera rimanendo fedeli agli insegnamenti di Dio, prendendo a modello la vita del nostro Signore Gesù Cristo. Nella famiglia dobbiamo imparare ad amare il nostro prossimo attraverso il servizio vicendevole, il perdono e la preghiera. Il nostro modello è la famiglia di Nazareth. La Chiesa ci aiuta e ci accompagna nel nostro percorso terreno e aiuta i nostri figli a trovare la via da percorrere o a ritrovarla se l’hanno smarrita. Le nostre famiglie dovrebbero essere delle piccole chiese domestiche all’insegna della condivisione, della fedeltà e della misericordia, ma questo non sempre accade, perché le nostre debolezze e le difficoltà quotidiane non ci facilitano nel compito di orientare la nostra vita secondo il volere di Dio.

            Nella mia famiglia ci sono dei motivi di divisione che sono sicuramente contrari ai disegni divini, ma, attraverso la preghiera e la fiducia in Dio, sto provando ad abbattere queste barriere terrene. Come donna e come madre sarei disposta a rinunciare al mio spazio per dedicarmi completamente alla famiglia, sull’esempio di Madre Speranza che ha vissuto la povertà fin dalla più tenera età. Dovremmo prendere esempio, ammirando, la sua misericordia e la sua fiducia in Dio. Anche da adulta decise di dedicare la sua vita ai poveri, e, seguendo l’ispirazione del Signore fondò la famiglia dell’Amore Misericordioso con lo scopo di diffondere l’Amore di Dio nel mondo. Madre Speranza visse davvero la povertà e l’umiltà, si accontentò di piccole cose, come ci dà testimonianza la sua stanza. Madre Speranza ci ha insegnato che la ricchezza del cuore è l’unica vera ricchezza.

 

La pazienza Teresa Ciardiello Succivo

                    “La pazienza è la virtù che imprime fermezza all’anima e la rende capace di sopportare grandi afflizioni”.

Bellissima questa definizioni di pazienza di Madre Speranza e trovo che sia la più adatta alla parola “pazienza”. Spesso nella nostra vita ci troviamo spazientiti, avviliti e quindi scoraggiati ma in quei momenti non dobbiamo dimenticare che Gesù non ci abbandona, vive in noi e accanto a noi,  questo ci infonderà fiducia e ci consolerà. Abbiamo bisogno della sua luce, perché ci illumini la mente e disponga il cuore all’apertura verso l’altro, al venirsi incontro, all’amore, quello vero, quello gratuito come quello di Gesù. Ma occorre da parte nostra impegno, decisione, coraggio, fermezza e soprattutto volontà, una volontà educata, plasmata dalle sue mani, conformata alla sua. E’ un grande lavoro su noi stessi e può richiedere grandi sforzi. Dobbiamo avere molta fiducia nell’aiuto costante di Gesù, invocarlo continuamente, solo Lui ci può dare la forza necessaria e la Sua pazienza. L’esercizio della pazienza consiste nel sopportare le contrarietà, i difetti degli altri. Per riuscire nell’intento dobbiamo allenarci nei momenti di maggiore difficoltà, di prove che noi riteniamo negative mentre sono le occasioni che Dio ci offre per irrobustirci spiritualmente e di questo dobbiamo solo rendere grazie. Non dobbiamo arrenderci di fronte ai fallimenti ma essere decisi e perseveranti.

 Personalmente in famiglia non riesco ad avere la pazienza che vorrei avere, vivo momenti altalenanti. I momenti “alti” sono opera di Gesù che mi dona la gioia , il cuore mi sussulta nel petto, mi sento al settimo cielo e di fronte alle contrarietà non mi turbo, non mi spavento, la mia debolezza diventa forza nell’anima, nel profondo di me stessa, senza che me ne renda pienamente conto.

I momenti “bassi” sono opera mia, del mio egoismo, in cui prevalgono i miei difetti, penso ai miei sbagli, ai miei peccati e cado così in una profonda angoscia e abbattimento: è terribile, è il buio nell’anima, è la notte dello spirito e per di più il demonio si diverte a farmi credere che non ce la posso fare perché sono molto debole. Ma io, nonostante tutto, non mi arrendo, mi rivolgo a Gesù invocando il suo aiuto, confidando nella sua grazia, nel suo amore che è più forte di tutto, ricorro alla preghiera del Rosario e ai sacramenti. Tutto questo mi rialza, mi dà forza e coraggio.

Ho la certezza che ci sia stata sempre la mano di Dio nella mia vita e nella mia famiglia e che Lui sia sempre intervenuto per evitare il peggio. Quello che posso dire alle giovani coppie è di avere sempre fiducia in Dio, di non arrendersi mai, anche di fronte ai problemi che sembrano insormontabili, di non mollare pensando che lasciandosi si risolvono le cose, non è così, ma per essere felici bisogna ricorrere a Gesù, magari attraverso un cammino di fede e avere la pazienza di aspettare i frutti che Gesù stesso raccoglierà, accettare la potatura da parte Sua.

Aspettare come ha fatto il vignaiolo della parabola, che ha invitato il suo padrone a non tagliare quell’albero di fichi, ma ad aspettare ancora e così Gesù sarà pronto a mettere il concime dell’amore in quell’albero che sembrava seccato e questo riprenderà vigore e porterà frutti.

 

Ave Maria Teresa Ciardiello Succivo

 

            Il Rosario è una delle preghiere più belle ed è anche una delle mie preferite. Nella recita del Rosario, Maria ci accompagna, ci tiene per mano nella meditazione dei misteri che contengono tutta la vita di Gesù. In questo modo noi accogliamo il suo invito quando ci chiede di pregare sempre.

Con la recita frequente del Rosario si possono ottenere grandi grazie di conversione, perché Maria ci sostiene, ci indirizza indicandoci la strada per seguire Gesù, prende la nostra mano e la unisce a quella di Gesù, c’incoraggia a camminare con Lui.

Quando recitiamo il Rosario, Maria è sempre presente e prega con noi, ci allontana dalle tentazioni del maligno, schiacciandogli al testa, ci protegge come una mamma protegge il suo bambino e lo tiene tra le sue braccia, sulle sue ginocchia e il suo desiderio più grande è che ci lasciamo condurre da Lei verso Gesù, che lo amiamo e ci amiamo tra di noi, che lo seguiamo e facciamo la Sua volontà.

Dovremmo cercare di recitare il Rosario quotidianamente, basta anche una sola decina. Soprattutto nei miei momenti di difficoltà, di agitazione, di angoscia, oltre a chiedere aiuto a Gesù, io ricorro subito alla recita del Rosario, anche se sono occupata in altre faccende o sono fuori casa. Ma anche nei momenti belli, come ringraziamento alla Madonna. Medito il mistero, cercando di immaginarlo e quelle “Ave Maria” mi mettono in uno stato d’animo di calma, mi tranquillizzano, mi sento più sicura, mi ritorna la quiete nel cuore e la certezza di non essere mai sola. Questa preghiera può diventare come un sottofondo alle nostre attività giornaliere. Anche la paura e lo scoraggiamento vengono spazzati via quando invoco l’aiuto di Gesù e di Maria con la recita del Rosario.

            Ricordo che fin da piccola facevo bruttissimi sogni, avevo molta paura e correvo da mia mamma perché non riuscivo a dormire, lei mi diceva che dovevo pregare Maria e Gesù e  la paura mi sarebbe passata. Era proprio così, pregando mi tranquillizzavo sapendo che loro mi proteggevano e mi riaddormentavo. Poi mia madre mi raccomandava di fare lo stesso ogni volta che avrei avuto paura anche in futuro.

            Mi voglio affidare a Maria, alla sua guida di mamma, voglio pregarla affinché mi porti sempre più vicina a Gesù, all’unione con Lui e sono certa che, con la sua intercessione, la mia speranza non verrà delusa. La ringrazio di essere la mia Mamma bella e anche della bellissima preghiera del Rosario che mi dà tanto conforto.

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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