LA VITA IN CRISTO GESU’, NELLO SPIRITO SANTO
Teresa Ciardiello
In quel tempo Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (Lc 4:16-2)
Quest’ultimo capitolo sintetizza tutto il Credo, che è proprio la vita in Cristo Gesù, nello Spirito Santo. Ci vengono presentati due brani uno del Vangelo di Luca e l’altro della lettera di S. Paolo a Timoteo. Nel primo viene raccontato quando Gesù si recò a Nazareth, entrò nella sinagoga in giorno di sabato e lesse un passo del profeta Isaia. In questo passo fu rivelato a Isaia la persona del Messia e la sua missione salvifica, in cui si sarebbe realizzata la promessa del Padre di mandare il Figlio ad annunziare ai poveri il lieto messaggio, di liberare i prigionieri e gli oppressi, di ridare la vista ai ciechi… Gli occhi dei presenti erano tutti fissi su Gesù e Lui dichiarò apertamente che quella scrittura si era compiuta perché era riferita a Lui.
Nell’altro brano, invece, S. Paolo parla a Timoteo, incoraggiandolo ed esortandolo a non vergognarsi della testimonianza da rendere al Signore e di soffrire per il Vangelo, se necessario, come lui, perché Dio li ha chiamati con una vocazione santa, non per le opere compiute, ma secondo il suo proposito e la sua grazia, manifestata in Gesù. S. Paolo si riferisce alla sua missione di annunciatore del Vangelo e di apostolo, cioè di colui che segue il Maestro.
Gesù quel giorno scelse di leggere quel passo non a caso ma proprio per autorivelarsi come l’unto di Dio, cioè il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio vivente, mandato dal Padre per liberare i prigionieri, gli oppressi, ridare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi ed annunziare ai poveri il lieto messaggio. Gesù avrebbe mostrato la sua onnipotenza proprio attraverso i più deboli, gli ultimi. Quella promessa, rivelata al profeta Isaia a suo tempo, si era realizzata, era divenuta realtà e quella realtà era Lui, Gesù!
Tutti avevano lo sguardo fisso su di Lui… Anche noi dobbiamo avere sempre lo sguardo fisso su Gesù, sicuri che Lui viene nella nostra vita per realizzare le sue promesse di salvezza, di liberazione delle nostre anime dal peccato, viene per compiere meraviglie con la sua Grazia e il suo immenso amore.
Tutto questo ci deve far aprire gli occhi e le orecchie per impegnarci di più, per una maggiore conversione e testimonianza.
S. Paolo allora parlava a Timoteo, ma oggi parla a noi e ci ricorda che Dio ci ha dato uno Spirito di forza, di saggezza e di amore. Non dobbiamo vergognarci di testimoniare il Vangelo, né di dire che apparteniamo a Gesù e vogliamo seguire solo Lui, andando contro corrente, dicendo apertamente che non siamo d’accordo su certe cose, anche se questo può procurare un giudizio negativo su di noi da parte di alcune persone che pensano che non siamo al passo con i tempi e non capiamo niente di come va il mondo.
Siamo chiamati tutti ad una vocazione santa, che è la nostra adesione al progetto di Dio, stabilito fin dall’eternità per ognuno in modo diverso, secondo la sua sapienza e la sua grazia, non per i meriti né per le opere, non perché siamo bravi ma tutti, proprio tutti siamo chiamati per nome da Gesù, uno ad uno, per essere come Lui ci vuole, formando un solo corpo, un solo Spirito e inseriti nel suo progetto d’amore, che ci viene rivelato, durante la nostra vita, gradualmente, e possiamo comprenderlo solo con la grazia dello Spirito Santo, in base agli avvertimenti e le persone che Dio mette sul nostro cammino.
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In questo brano si vede la potenza dello Spirito Santo e la realizzazione dell’anno giubilare. Gesù inizia la sua missione parlando nella sinagoga per poi passare alla strada e oggi alla Chiesa. Il suo insegnamento giunge dappertutto. Gesù si reca in giorno di sabato nella sinagoga di Nazareth e legge le parole di Isaia e dopo la lettura proclama che finalmente il tempo dell’attesa si è compiuto. Le parole di Gesù non sono un commento alla lettura ma sono il Vangelo, la buona notizia che è tra noi Colui che realizza la promessa. La sua Parola è un dono di Dio e dello Spirito Santo. La sua presenza ormai non mancherà sulla terra. Lo Spirito Santo è la forza che può condurci a Dio e Gesù è venuto per ridonarcelo col suo gesto d’amore infinito di offrirsi come mediatore e Redentore. Noi abbiamo il dovere di dire al mondo che Gesù è sempre con noi e noi dobbiamo scegliere Lui e il suo Regno. Maria Amato