LA CONVIVIALITA' E IL SACRIFICIO Teresa
Ho scelto di analizzare il tema “La convivialità e il sacrificio” perché mi riguarda molto da vicino, anche se trovo che tutti siano interessanti e strettamente collegati fra di loro. E' un tema molto grande da cui si possono trarre diversi spunti di riflessione, ma io mi limiterò, con parole molto semplici, a fare le mie considerazioni, in base a ciò che ho capito durante questo cammino nell'Amore Misericordioso, che ha segnato il mio cuore e la mia vita e mi ha fatto capire tante cose che prima non sapevo (anche se ho ancora molto da imparare). Ringrazio Dio tutti i giorni per avermi portato in questo cammino, per avermi fatto conoscere Suor Rifugio e tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia.
La convivialità e il sacrificio sono due realtà che Gesù è riuscito ad unire e da questo deve scaturire il nostro impegno a fare lo stesso.
Convivialità è sinonimo di convito, significa stare insieme agli altri e ciò viene evidenziato nell'Ultima Cena del Giovedì Santo, nella quale nasce l'Eucaristia. Gesù, infatti, si trova riunito con i suoi discepoli e dona loro il suo Corpo e il suo Sangue, attraverso il pane spezzato e il vino donato. In questo modo Egli ha voluto stabilire un rapporto di comunione con loro e con noi e anche noi dobbiamo fare altrettanto vicendevolmente. Allo stesso tempo, nell'Ultima Cena è presente anche l'aspetto sacrificale, in quanto Gesù annuncia e anticipa la sua passione e la sua morte e quindi il grande sacrificio che farà per tutti noi, accollandosi tutti i nostri peccati e morendo in croce.
Il convito eucaristico mette anche in evidenza la risurrezione di Gesù e la sua venuta alla fine della storia, come si può ascoltare durante ogni Santa Messa. “ Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta ” Quest'ultima analisi ci deve indurre a vivere un futuro pieno di speranza, lavorando senza sosta sulle nostre passioni, sui nostri vizi e disordini, orientandoci sempre verso il bene.
Secondo me la convivialità e il sacrificio sono due aspetti della vita collegati fra loro. Essi possono riguardare il rapporto di coppia, il rapporto tra genitori e figli, quello tra i parenti, gli amici, i colleghi di lavoro, quindi tutte le persone con le quali abbiamo a che fare.
Personalmente cerco di vievre queste due realtà lavorando su me stessa e cercando il più possibile di mettere in pratica la Parola di Dio. Ovviamente non sempre ci riesco, ho i miei fallimenti, ma nei momenti di smarrimento, chiedo a Dio di donarmi l'umiltà e la forza di rinnegare me stessa, perché, come sappiamo, Gesù disse ai suoi discepoli: “ Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua ”. Ciò non significa che dobbiamo annullarci, ma vuol dire rinnegare il nostro egoismo, ammettere e correggere i nostri errori e pensare di più ai bisogni di chi ci sta accanto. La convivialità e il sacrificio riguardano innanzitutto la mia famiglia, mio marito e i miei figli: con loro ho imparato ad essere più mite, più comprensiva, ho capito che anche quando le cose non vanno molto bene nella nostra coppia e ci sono dei problemi, se questi sono vissuti con fiducia, con pazienza e soprattutto con grande fede, si può vivere sicuramente più sereni, non facendo soffrire coloro che ci stanno vicino. Occorre uno spirito di sopportazione forte, deciso e allo stesso tempo occorre tanta umiltà e tolleranza di fronte a ciò che non ci risulta gradito o che è contrario ai nostri piani. Ho capito che tutte le persone che ci stanno intorno, le cose e gli avvenimenti che viviamo, in realtà sono come noi li vogliamo vedere e, a seconda del nostro modo di reagire a tali cose, possono scaturire conseguenze più o meno positive. Sta a noi, quindi, impegnarci ad unire il sacrificio e la convivenza con i nostri simili, ma non viverli con fatica o come se fosse un peso, anzi viverli come un dono avuto da Dio che dobbiamo offrire agli altri; e allo stesso tempo, mettendoci al servizio della nostra famiglia e degli altri, offriamo anche noi una cosa gradita a Dio. Molto spesso ho letto nel Vangelo le parole di Gesù che dice: “ Misericordia io voglio e non sacrificio ”. La misericordia è un sentimento, una grande virtù che induce alla carità, al perdono e alla comprensione verso gli altri. Gesù è il maestro della misericordia divina, e ce l'ha insegnata, non solo con la sua parola, ma anche con l'esempio della sua vita, perché l'ha riservata a tutte le persone che incontrava sul suo cammino. Questo ci deve servire da stimolo e da guida, ci deve aiutare a modificare il nostro stato d'animo, che influisce anche sugli altri, e sorridere anche quando siamo in una situazione difficile, evitare anche la più piccola cosa che possa recare fastidio o sofferenza a chi ci circonda. Tutto ciò, se viene fatto con amore e per amore, non sarà un sacrificio ma sarà un atteggiamento misericordioso al quale dobbiamo allenarci continuamente. E' un lavoro molto difficile su noi stessi, ma è sicuro che se camminiamo con la Parola di Dio e con l'Eucaristia, non sarà impossibile; non importa quanto tempo ci vorrà, l'importante è impegnarsi e non scoraggiarsi mai.
Mi è capitato molto spesso di non sopportare alcune situazioni o persone o di essere offesa e mortificata, ma mentre prima mi chiudevo nella mia collera, adesso cerco di rispondere in modo positivo, controllando ogni mio gesto, ogni mia reazione e ogni mia parola, pensando all'amore di Dio verso di me, a ciò che dice Suor Rifugio e il Vangelo. Così facendo mi sento più in pace con me stessa e con gli altri. Cerco di vedere Dio in tutte le persone e in tutto ciò che faccio, poiché Gesù disse: “ Tutto quello che farete al più piccolo dei vostri fratelli è come se l'aveste fatto a me ”. Gli chiedo perdono e aiuto, con la preghiera, quando sono presa dalle mie paure e dalle mie debolezze, ma in quel momento mi chiedo: “Che cosa vuole Dio da me?” e credo che Lui voglia che io lo segua sempre, senza riserve, facendo la sua volontà, amandolo sopra ogni cosa e amando il mio prossimo, sapendo che Egli è vivo e vero in ogni uomo.
A volte pensiamo che ciò che ci chiede Dio sia una meta troppo alta da raggiungere, pensiamo che sia una cosa solo divina, ma in realtà Egli ci chiede di rinnovarci interiormente, nella nostra anima e nel nostro cuore. Questo rinnovamento è l'amore. Gesù ci chiede di amare tutti, senza esclusione e senza aspettarci nulla in cambio, di essere disposti sempre alla riconciliazione e alla comprensione, sia nella nostra famiglia che altrove. Per questo occorre un dominio costante sul nostro istinto e sui nostri difetti, la rinuncia ad ogni tipo di vendetta e addirittura Dio ci chiede di amare i nostri nemici. Se riusciremo a fare tutto questo, potremo vivere in grazia con Dio, con noi stessi e con i nostri cari, potendo così unire la convivialità e il sacrificio come ha fatto Gesù.
Madre Speranza ci vuole preparare ad essere delle buone ancelle dell'Amore Misericordioso. Ella ci dice che ognuna di noi dovrebbe, ogni giorno, ardere dal desiderio di ricevere il Corpo di Cristo e di ascoltare la sua divina Parola. Avvicinarci al Signore pentiti dei nostri peccati, considerando che riceviamo dentro di noi la stessa Trinità e gustare l'Eucaristia con un momento di silenzio e di raccoglimento.
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Notturno Iolanda Lo Monte
Questa notte ho sognato gli angeli
Che passeggiavano in cielo,
spargendo sulla terra manciate di stelle,
che si moltiplicavano tra le rocce.
Una nuvola rosa,
illuminata dalla luna,
come un fantasma s'innalzava nel cielo
scomparendo nell'infinito.
Triste vita,
che il tempo frana nel nulla
e in brividi di buio e di silenzio…
Il faro si spegne!
Un giorno speciale Iolanda Lo Monte
O mio Signore,
davanti alla mia porta
appendo un cartello:
Chiedo scusa ai miei amici:
oggi no, non suonate il campanello,
ho bisogno di uno spazio tutto mio,
oggi è un giorno speciale
urla il mio cuore, la mia anima, il mio spirito,
oggi ho bisogno di parlare con Dio.