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FEBBRAIO 2018

     

 

 

Autorità e obbedienza (Iolanda Lo Monte)

            Cercare la volontà di Dio significa cercare una volontà amica, benevola, che vuole la nostra realizzazione, che desidera soprattutto la libera risposta d’amore al suo amore, per fare di noi strumenti dell’amore divino. Ed è qui che sboccia il fiore dell’ascolto e dell’obbedienza. Noi raggiungiamo la nostra pienezza solo nella misura in cui ci inseriamo nel disegno con cui Egli ci ha concepiti con amore di Padre. Dunque l’obbedienza è l’unica via di cui dispone la persona umana, essere intelligente e libero, per realizzarsi pienamente. E’ chiaro che una tale obbedienza esige di riconoscersi come figli e di godere di essere figli, perché solo un figlio e una figlia possono consegnarsi liberamente nelle mani del Padre, esattamente come il Figlio Gesù, che si è abbandonato al Padre. E se nella sua passione si è pure consegnato a Giuda, ai sommi sacerdoti, ai suoi flagellatori, alla folle ostile e ai suoi crocifissori, lo ha fatto solo perché era assolutamente certo che ogni cosa trovava un suo significato nella fedeltà totale al disegno di salvezza voluto dal Padre.

            L’obbedienza può essere compresa compiutamente solo all’interno della logica dell’amore e dell’intimità con Dio, di appartenenza definitiva a Lui che rende finalmente liberi. Come Gesù è sempre unito al Padre e a servizio degli uomini, cerchiamo anche noi di vivere in obbedienza alla sua Parola, partecipi del suo mistero di morte e risurrezione. Vogliamo imparare da Lui che la dipendenza e la sottomissione sono frutto dell’amore e che solo l’amore vince la paura della morte e la schiavitù dell’egoismo e del peccato.

            La sete di felicità è delusa dallo stretto orizzonte umano; essa ha la sua vera risposta nell’incontro con Dio, ha la sua strada nella ricerca del volto di Dio e il suo pieno appagamento nella visione e possesso di Lui. Siamo progetto d’amore, siamo creati per la gloria di Dio e solo rispondendo a questo piano di salvezza troviamo pace e felicità.

 

Davanti al creato (Iolanda Lo Monte)

            Quando contemplo il cielo, la luna e le stelle che accendi nell’alto, io mi chiedo davanti al creato che cosa è l’uomo perché lo ricordi? Il mondo non finirà per mancanza di cose belle ma per mancanza del senso della meraviglia. Questa intuizione di sfida alle presenti generazioni è la risposta all’originale stupore di Dio stesso al termine di ogni sua giornata creativa. Al tramonto, contemplando la luce, il Creatore si commuoveva, perché tutto è bello e buono. Bella e buona è la terra, belli e buoni gli uccelli dell’aria e gli animali di ogni specie, ma soprattutto la coppia delle origini, attorno alla quale il Creatore s’abbandona ad una danza: esulta, tripudia di gioia, danza come nei giorni di festa, dice il profeta. A Lui fa eco tutta la Parola di Dio, che potrebbe essere riassunta con l’immagine del Creatore che danza e unirsi a Lui nella danza. Se tu scegli la vita Egli sceglierà te.

 

Sacerdote (Iolanda Lo Monte)

            La considerazione del sacerdote di Cristo ci porta a riflettere sul sacerdozio cattolico. L’attenzione ai problemi del mondo in cui viviamo, l’esigenza di impegno nella vita sociale e politica, l’allergia a ciò che è sacro, ha distolto l’attenzione da ciò che ci presenta il Cristo. Per cui ogni sacerdote deve essere un vero uomo, che vive in pienezza la dignità umana, deve essere scelto da Dio per un compito specifico di ministero, deve essere pronto a donarsi per il servizio a cui è stato scelto, come Cristo. Ogni cristiano, cosciente della grandezza del compito a cui sono chiamati i sacerdoti e consapevoli della loro debolezza e povertà di uomini, si sentirà solidale con loro nella comune vocazione cristiana e nella costruzione della comunità della nuova alleanza. La vita è come un viaggio in compagnia di altri, verso la stessa meta. Tutto passa, solo gli atti di bontà resteranno.

A Gesù (Teresa Ciardiello)

 

Risultati immagini per ognuno con la sua croce            Grazie, Gesù, perché ci parli attraverso le scritture, gli incontri tra persone, i fatti quotidiani che ci fai vivere. Ma dobbiamo impegnarci ad avere una maggiore attenzione a ciò che vuoi dirci, a ciò che vuoi insegnarci, siamo distratti e trascurati. Tu ci chiedi di abbandonare le nostre idee, i nostri ragionamenti e di seguirti perché Tu sei la nostra Via; ma la strada da percorrere è più difficile di quanto potevamo pensare: il terreno è tortuoso, scosceso, si inciampa, si cade. La nostra natura ci fa cadere e non possiamo fare altro che aggrapparci a Te, tenere stretta la tua mano e lasciarci rialzare. Così continuiamo il nostro cammino portando la nostra croce e spesso capita che ci sentiamo smarriti, confusi dalle cose del mondo, siamo stanchi, affaticati perché deboli, pieni di peccato, con poca fiducia e incapaci di amare. Tu che ci sei sempre accanto, vedi che non ce la facciamo e ci inviti dicendo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò” e ci prendi fra te tue braccia sante e ci stringi forte al petto, come un bimbo in braccio a sua madre, senza guardare quello che siamo, miseri e indegni e, nonostante ciò, ti manifesti nel profondo di noi stessi, ci fai sentire amati come da nessun altro. Questa è la nostra gioia più grande, ci fa tremare gli abissi dell’anima e gli occhi si riempiono di lacrime, perché vorremmo esprimerti la nostra gratitudine, ma non ne siamo capaci. Desideriamo darti gloria ma non sappiamo come. Ti diciamo grazie di essere entrato nella nostra vita, di vivere in noi, non t’importa dei nostri difetti, dei nostri errori, dei nostri peccati, Tu ci ami e basta, vuoi renderci felici facendoci stare uniti a Te e Tu unito a noi, vuoi il nostro cuore tutto per Te.

            Ma noi ci sentiamo immeritevoli dal tuo Amore, perché dopo tutto quello che hai fatto per noi, non siamo capaci di esserti riconoscenti e di testimoniarti; a volte ci ribelliamo alla croce e ci lasciamo tentare dallo scoraggiamento, non siamo di buon esempio. Tu ti presenti ogni giorno sull’altare col tuo Corpo e Sangue e vuoi che ci immergiamo in quel calice per diventare un’offerta viva e, tutti insieme, una cosa sola.

            Averti incontrato è stata la cosa più bella che ci poteva capitare e vogliamo seguirti con gioia, ma non è affatto facile e non è tutto “rose e fiori”, come molti pensano. Ci sono molte difficoltà proprio nell’ora della prova, Tu ci chiedi di mangiare il pane dell’afflizione, ci dai da bere il calice e spesso quel calice è amaro, vorremmo liberarcene, ma poi ti guardiamo fisso sulla croce, con le braccia allargate e ci sembra come se Tu allungassi un braccio e, tendendo la mano, dicessi: “Vieni sulla croce con me”. Noi accettiamo senza esitare perché attratti da Te, anche se non comprendiamo cosa vuol dire veramente essere crocifissi.

            E’ un piano tutto tuo, diverso per ognuno, è una grazia per tutti. La nostra croce o le nostre croci non sono solo da portare ma dobbiamo esservi crocifissi, inchiodati, essere dei crocifissi viventi e dobbiamo amare di “amore crocifisso”, proprio come Te.

            Ne siamo coscienti, sappiamo che tutte le prove, le mortificazioni, le afflizioni Tu le permetti, perché ci servono per avanzare verso di Te, ma siamo in lotta continua con noi stessi, con le nostre concupiscenze, col nostro io e con tutto ciò che abita in noi che a Te non piace e ci ostacola nell’assomigliarti.

            Solo Tu puoi liberarci da noi stessi e riempirci di Te. Ti chiediamo la grazia di non permettere mai che ci allontaniamo da Te, di donarci la capacità di amare, di soffrire e offrire, perché noi da soli possiamo offrirti solo le nostre debolezze. Abbiamo bisogno della tua Forza, della Luce del tuo Spirito Santo, non possiamo vivere senza di Te e non vogliamo stare senza di Te neppure per un istante.

            Invochiamo l’aiuto della Mamma più bella, Maria, che non ce lo può negare. Abbiamo piena fiducia, sicuri di non essere delusi.

Ti diciamo grazie, Gesù, grazie Maria, per tutto quello che siete, per tutto quello che ci date.


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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