LA COMPASSIONE Maria (Comunità di Succivo)
La compassione è l’azione dello Spirito che ti fa agire. Quando senti questa esigenza di fare il bene, lo devi fare senza che i pregiudizi umani inizino a frullare per la testa.
Compassione è uno spogliarsi di se stessi e mettersi alla sequela di Cristo e sentire dentro di te quell’amore che Cristo ti dona ogni giorno, per darlo al tuo prossimo, senza fare nessuno sforzo, ma farlo solo perché il cuore ti dice così.
Compassione è l’essere spontanei nei gesti, nelle parole, perché se a Gesù diamo l’offerta di noi stessi, dopo ci pensa Lui, noi dobbiamo solo dire sì.
Quando dai con il cuore puro, ti senti beato, ti senti amorevole, ti senti bello, bello dentro.
A volte basta un sorriso, oppure andare a trovare una persona sofferente per riconquistare la gioia, basta l’amore che metti nelle azioni per fare il paradiso in terra.
Il mondo ha bisogno d’amore. L’umanità intera ha bisogno d’amore, ha bisogno di persone che testimoniano l’amore.
RICORDATI DI ME QUANDO SARAI NEL TUO REGNO Maria (Comunità di Succivo)
Il Signore, medico di tutti non poteva non ascoltare il ladrone che, rivolgendosi a Lui aveva chiesto: “Ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno”, e infatti rispose: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”!
E’ l’Amore che parla, è la Misericordia in persona, perché Gesù non è uno che condanna, Lui che è Amore considera e tocca dolcemente e prudentemente il cuore di chi piange, viene in silenzio, senza farci del male per comprendere e delicatamente curare le nostre ferite interiori, ed è questo aspetto che fa aprire il cuore del ladrone e lo fa pentire dei suoi peccati, lo rende fiducioso e pieno di speranza, perché ha capito che il Signore lo ha già perdonato.
Per questo non bisogna disperare del suo perdono, perché Lui con l’Amore suo Misericordioso, copre tutte le nostre colpe.
Gesù ha avuto compassione delle ferite che portava dentro il ladrone ed è stato a questo bisogno, a questo grido di aiuto che Gesù ha risposto subito: “Oggi sarai con me in paradiso”.
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Giovedì Santo Boris Lazzaro da “Liriche di pace”
Nel momento in cui pareva sfibrarsi la vita
e il brivido incombeva quasi fino al mento,
allora – e sempre pur deciso –
rendesti il corpo tuo per noi:
e fu un’ostia
il corpo-ostaggio.
Passaggio questo che si consuma
ininterrottamente
di morte – in sangue – in vita
in ogni Sacra Cena.