I giovani sotto la croce come il discepolo (Iolanda Lo Monte)
La Chiesa, Madre di tutti i fedeli, sotto la protezione della Vergine Maria, Madre di Dio e dell’intera umanità, incontra e si prende cura di ogni giovane, nessuno escluso. L’essere stato generato alla Vita e alla fede richiede una testimonianza continua e la Chiesa invita i giovani alla speranza, a non sentirsi vittime del buio della morte. E’ straordinario accompagnare i giovani nel cammino di fede, rimanere al loro fianco nelle avversità della vita, nel rispetto delle libertà che essi vanno maturando. La disponibilità di ascolto restituisce alla Chiesa un’immagine dignitosa, i veri operatori spirituali sono persone che non si scandalizzano delle debolezze altrui, che non vanno in crisi ma operano una seria riflessione, sono i veri adulti, testimoni del Vangelo.
Non a caso Papa Francesco precisa che prendersi cura, custodire, richiede bontà, richiede di immedesimarsi nel debole, anzi opera una vera apertura all’altro.
La fede implica una totale adesione al messaggio di Gesù, perché questo conduce ad un futuro non conosciuto ma portatore di sicura realizzazione.
E’ necessario, dunque, parlare con i giovani, perché comprendano che avere fede significa credere e credere significa stabilire un dialogo con la Parola che è Via, Verità e Vita.
Allora intelligenza e cuore si ciberanno di luce e anche quando la croce si avvicina, essi avvertiranno la stessa gioia del discepolo amato, che poggia il capo sul Cuore di Cristo.
Il tempo della tribolazione (Iolanda Lo Monte)
Dice Gesù: “Il tempo della tribolazione è davvero il tempo più prezioso, il più fecondo di bene e perciò il più agognato dai miei fedelissimi, come lo era per me. Io lo chiamavo: La mia ora! E come la desideravo ardentemente! Non perché io amassi la sofferenza ma perché amavo l’umanità. E chi ama come me, deve anche accettare di soffrire come me, perché solo la croce santificata ed è il rimedio di tutti i mali, la medicina che guarisce le malattie dell’anima, il prezzo che redime da ogni colpa. Più è il bene che voglio realizzare nella vostra vita, più ho bisogno delle vostre sofferenze.
Pensi forse che siano le tue belle parole, le tue brillanti iniziative o il tuo saper fare a salvare e formare le anime? La Croce, solo la Croce salva: la mia e la tua … La tua offerta con amore insieme alla mia, nell’unico calice della salvezza. Perciò non preoccuparti e non scoraggiarti quando hai la fortuna di subire le stesse mie umiliazioni, lo stesso mio fallimento e abbandono. Lasciati inchiodare alla croce con me, solo così puoi davvero aiutarmi a generare una umanità nuova. Certe tue sofferenze strazianti, certe pene laceranti, sono per te come le doglie del parto. Accettale volentieri, senza lamentarti.
Dove trovare la gioia? (Iolanda Lo Monte)
La nostra vita è un cammino verso la gioia eterna. Nel Regno dei cieli la gioia è la vera occupazione, la gioia frutto dell’amore.
La gioia è dunque la nostra aspirazione più grande, il nostro bisogno più profondo. Eppure sembra proprio che più la inseguiamo e più ci sfugge, più ci pare irraggiungibile. Come si spiega questa stranezza?
Non possiamo fare a meno della gioia di vivere, ma dove trovarla?
Ecco cosa risponde uno scrittore poco noto. Se non esiste più la vera gioia è perché non sappiamo trovare la sorgente da cui sgorga. La sorgente della vera gioia è Dio, il suo Amore, le sue Parole. Dio è il moltiplicatore della gioia. E’ pazzia cercare la felicità lontano da Dio.