DAL GIARDINO DI V. CASILINA Caterina
Guardo dal giardino la finestra della cameretta della Madre Speranza ed immagino lei davanti al Crocifisso che prega, che offre le sue sofferenze a Gesù, che intercede per le sue figlie e per i suoi figli, che si offre, che sopporta, che piange…
Ed immagino Gesù accanto a lei, che la guarda con amore e posa su di lei le sue mani per benedirla e consolarla.
Com’è grande questa Casa, Gesù!!! Tu l’hai voluta perché tante anime vi accorressero per trovare rifugio nel tuo Amore Infinito e Misericordioso… è grande come il cuore della Madre, è grande come il bisogno degli uomini di incontrare il tuo Cuore, è grande come il cuore di questi bambini che animano di gioia e di allegria il giardino della Casa.
Grazie, Signore Gesù, perché ci hai permesso di entrare in questa Famiglia e ci hai fatto conoscere com’è grande il tuo Amore per noi.
Grazie, perché ci fai sperimentare la tua presenza costante nella nostra vita di tutti i giorni.
Grazie, perché ci hai donato la vita e così possiamo imparare a conoscerti, ad amarti e a seguirti per poi incontrarti e contemplarti un giorno nell’Eternità.
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DIRITTI DEGLI SCIMPANZE’ Gabriele Soliani
Chi accetta l’aborto culturalmente, socialmente e politicamente, deve fare i conti con meccanismi psichici inconsapevoli.
Uno dei più visibili sono le urla e le manifestazioni con tanto di cartelli e simboli. La persona che va in piazza, o in televisione, ha infranto l’ultima barriera interna della “vergogna” per aver pensato di eliminare il bambino nel grembo. L’aborto così accettato deve essere immediatamente trasferito nel campo della famosa “autodeterminazione” e dei “diritti”, altrimenti sarebbe insopportabile alla coscienza. L’autoconvinzione, così faticosamente mantenuta, si svela nelle frasi pungenti e arroccate, che sembrano inattaccabili. Il pro life non ha bisogno di arroccarsi né di “pungere”, e questo dimostra che non sta mettendo in atto nessun meccanismo psichico inconsapevole, perché è lineare e veritiero.
L’altro meccanismo psichico che scatta nel pro aborto è l’inconsapevole bisogno di espiazione.
L’aborto accettato e proposto come diritto ha bisogno di un contrappeso nella coscienza.
Un contrappeso di “vita” e non più di morte.
E’ il cosiddetto “animalismo”, cioè la difesa ad oltranza degli animali e persino la teorizzazione di loro “diritti simili” agli umani.
In Spagna definiscono gli animali semplicemente come dei “non umani”, dividendo così gli esseri viventi in “umani” e “non umani”. Scandalizzarsi per un cane maltrattato, sanzionare pesantemente chi abbandona un animale, fare spot nei telegiornali per ricordarsi di portare in vacanza il gatto, intenerirsi per un cucciolo di scimpanzé… è proprio il bisogno di espiare l’aborto, accettato e legalizzato.
E’ un meccanismo psicologico che permette alla coscienza un minimo di “vita” dopo aver accettato la possibilità di sopprimere il bambino. Dare ai grandi primati “diritti” simili a quelli delle persone porta alla luce ancora una volta l’insopportabile peso che l’aborto causa alla coscienza.
Si tratta di educare fin da bambini al plusvalore della vita umana su quella animale, e questo va fatto senza cedimenti o timori. Ne va anche dell’equilibrio psichico e dei suoi meccanismi.