Una benefattrice scrive a un prigioniero della ex Iugoslavia Iolanda Lo Monte
Col pensiero vedo il tuo viso, le fattezze tue belle, dolci e graziose,
come i sentieri di un vago giardino che cantan forte la gioia della tua vita.
Bontà traspare dai tuoi occhi che del carcere videro la tristezza
per alleviarci dei nostri affanni.
Di nostra vita ignoto ci è il cammino,
ma tu Faniska dovunque andrai porterai questo ricordo a saggia tua guida:
dei miseri le angosce sana la pietà,
del prossimo dolori e disgrazie diventar lievi possono al tuo apparir,
cose buone, preziose come perle, perché così le sente il tuo gran cuor,
dovunque e sempre l’egoismo immola, perché sol dal sacrificio spunta la bontà
e quando il carcere per sempre finirà a tutti e sempre proclama la tua bontà.
“Queste mura separano i corpi ma non i pensieri”, scrisse Faniska Baric; Il destino e le disgrazie comuni uniscono gli uomini, la bontà è ancora un valore.
Amare Iolanda Lo Monte
Amare è una parola di dolcezza incomparabile. L’amore, se è vero, cioè sincero, dà frutti dal gusto squisito, perché maturati al sole della responsabilità e dell’equilibrio. Esso porta al cuore sicurezza e pace nel totale abbandono. L’amore vero è fondato sulla sincerità; solo così può essere corrisposto e migliorare costantemente, evolvendosi verso l’affetto profondo, che non ammette tradimenti.
Un simile amore non si fonda certo sulla semplice attrazione fisica, ma richiede simpatia, consapevolezza e sentimenti profondi. E’ inoltre indispensabile che l’uno voglia esclusivamente il bene dell’altro, disinteressatamente e sinceramente. La bellezza che si pretende nell’altro deve essere soprattutto interiore. Questo è il tipo di amore vero, totalizzante, che deve legare la coppia. In caso contrario, l’amore non ha fondamento e non può durare a lungo. Ossia, non essendo amore vero, porta dissapori, incomprensioni, ripicche, fino a spingere al desiderio e alla ricerca di evasioni, che poi lasciano l’amaro in bocca e si stemperano nella delusione.
Amore e felicità sono inseparabili: come sta scritto: l’amore vero è un sentimento che viene dal profondo dell’essere, ma una cosa è certa: se tutti ci impegnassimo ad amare di più, questo mondo sarebbe senz’altro migliore.
Vivere o morire Iolanda Lo Monte
Essere o non essere: è questo l’estremo dilemma che tormenta il cuore dell’uomo, in particolare del miscredente, del sofferente, di chi si sente ormai inutile e in difficoltà. Mi azzardo a parlarne anche se qualcuno mi dirà che è tempo perso. Ma ecco fin dove mi può condurre la ragione:.
Siamo tutti sulla faccia di questa terra per l’amore dei genitori o, come qualcuno dice, per un incidente… Siamo stati concepiti nel dolore ed ora, volenti o nolenti, dobbiamo vivere e morire, ancora nel dolore. La nostra vita sembra una barca che fa acqua da tutte le parti. Mi chiedo: veniamo al mondo per un disegno d’amore a cui tutti dobbiamo contribuire, sospinti inconsciamente da una forza travolgente? O per caso? E fino a quando? E perché vivere se ci tocca soffrire?
A queste domande la mia povera intelligenza non trova risposte plausibili ed esaurienti. Noi genitori abbiamo pagato involontariamente il tributo alla comparsa sulla scena del mondo e, a nostra volta, facciamo pagare il fio anche ai figli. Loro, come noi, non hanno chiesto di venire al mondo, e saranno costretti a vivere e talora a caro prezzo!
Ma il mistero della vita e della morte non lascia insoddisfatta la nostra intelligenza. Abbiamo avuto la vita come dono e con essa la libertà, ma anche delle leggi che la regolano: rispettiamo Dio non indagandone il mistero ed amiamo il prossimo. Così ci predisponiamo a vivere in pace per sempre.
Pensieri di Luciana Canepa
Era mezzanotte
Era mezzanotte, nell’abbassare le persiane scorgo un uomo coricato sulla panchina.
Se la panchina potesse parlare direbbe: “Com’è piacevole, durante il giorno, sentire su di me la ciccia di quel grosso sederone, anche la vecchietta stanca si riposa, mangiando la profumata focaccia alla salvia; mi piace anche il vociare di quei ragazzi irrequieti, che se ne vanno via.
Ma quando l’aria imbruna e con la sera giunge la notte, sento su di me il corpo allungato di un uomo, allora vorrei che le doghe della mia panchina si intiepidissero, si gonfiassero, invece no: io sono fredda e così resto ma ho un cuore, freddo sì, ma è sempre un cuore, e allora mi chiedo: “Perché?” Intanto la notte è sempre più fredda.
Per una mamma sola: Il sorriso
Oggi può essere un giorno felice, uno di quei giorni che non si dimenticano, il sorriso dei tuoi bimbi, uniscilo al tuo, sarà gradevole l’allegria che ne scaturirà.
Che brutte le mie mani
Che pelle raggrinzita sopra le mie dita, le guardo tenendole al sole che… oggi c’è, ma… mi chiedo perché dopo tanto lavorare, queste mani si adattano al mio da fare e ringrazio il Signore se ancora mi aiutano con i miei pensieri, a sperare nel domani.
Favola vera: La mia gattina
Me la ricordo quella mattina, quando, finiti i lavori in quella casa di campagna, il muratore mi portò quella gattina dicendo: “Se somiglia alla madre, in giro non vedrete più nessun topo” Era proprio così. Quasi tutte le mattine, aprendo la persiana giù in cucina, eravamo sorpresi che quella piccola bestiola riusciva a portare quei ratti non poi tanto piccoli. Dopo un po’ di tempo non ne vedemmo più.
Io e lei (la gattina) diventammo subito amiche, non avevo mai avuto in casa né un cane, tantomeno un gatto. Non avevo mai pensato che si potesse instaurare un rapporto così affettuoso al punto che alla sera, dopo aver governato la cucina, sedendomi per guardare la televisione trovavo lei in posa, con lo sguardo fisso su di me, aspettava l’invito che le facevo: Vieni, vieni, Ciotola”. Non se lo faceva ripetere: con un balzo me la trovavo in grembo e…, come una persona, mi buttava le sue zampe anteriori attorno al collo, facendo le fusa, in un abbraccio che tuttora non so definire.
Intanto gli anni passavano, un giorno rifiutò il cibo, anche alla sera, malgrado le dessi qualcosa di speciale, non mangiò. Ricordo che le parlai con molto affetto, credendo che la cosa fosse passeggera, ma… il giorno dopo scomparve: non la rividi più, qualcuno mi disse che quando stanno per morire, vanno a nascondersi.
Ci sono rimasta male, tant’è che, a distanza di anni, ho voluto parlare di lei, la mia Ciotola.
Notte chiara
Nelle notti chiare il cielo scintilla di stelle, io cerco la più lucente, la più bella. Allora guardo la luna, portatrice di sogni immaginari, che col suo fascino, ci ha fatto provare emozioni straordinarie. Peccato che l’uomo, invadendoti, seguendo la tua scia, ha tolto a noi terrestri tutto l’incanto fatto di poesia.