La fede è necessaria Iolanda Lo Monte
L’uomo ha bisogno di Dio oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di Lui? Da questa domanda dipende il significato dell’anno della fede. Se le cose andassero bene anche senza Dio, la decisione di credere sarebbe irrilevante. Benedetto XVI ha il coraggio di rispondere con chiarezza e semplicità: “Se l’uomo dimentica Dio, perde sempre più la vita” L’uomo è stato creato per la relazione con Dio e ha bisogno di Lui. Per questo la fede non è un accessorio secondario ma è necessaria all’uomo più ancora del cibo e dell’aria che respira. Ma l’uomo, pur essendo fatto per l’infinito, non può conoscere Dio solo attraverso le proprie forze e capacità. La fede cristiana è soprattutto dono di Dio. Per credere l’uomo ha bisogno non solo di ricevere in dono la rivelazione ma gli è necessaria la grazia di Dio che lo aiuti ad aderire a questa rivelazione. Già l’amore umano può essere solo ricevuto; nessuno infatti può darsi l’amore da solo. L’amore che una persona dona è sempre una scoperta che sorprende. Ciò vale molto di più per l’amore di Dio. Per quanto l’uomo lo cerchi, per quanto tenti di vedere il suo volto, per quanto si sforzi di penetrare il suo mistero, non può farlo con le proprie forze.
L’uomo cerca Dio con il pensiero, con la poesia, con l’arte, con il lavoro. Tutto lo sforzo che l’uomo mette in queste cose è bello e santo, ma la fede cristiana è per sua essenza incontro con il Dio vivente. Dio è il vero ed ultimo contenuto della nostra fede. Chi trova Dio trova tutto, ma noi lo possiamo trovare perché Egli per primo ci ha cercati e ci ha trovati.
Credo nell’amore Iolanda Lo Monte
Credo nell’amore. Sperimento un’intima pace ogni volta che mi viene dato il privilegio d’amare e di essere amata. Vivo solo il tempo dell’amore e vorrei avere altri giorni da vivere solo per gridare che vale la pena impostare la vita donando e mendicando amore. L’amore non parla, ama. Se rompe il silenzio è solo per sussurrare una parola più importante del silenzio stesso: amare! Un amore che mai può essere preteso, ma che arriva al momento opportuno. Un amore che esige fiducia e attesa e non è possessivo perché esso s’impone e regna per se stesso e grazie a quel Dio che non lascia mai mancare ai suoi figli la quotidiana manna: Pane e amore. E più si ama e più si vorrebbe amare tutti. Quando poi, a forza di crescere nell’amore, risulta facile amare tutti, anche i nemici, allora siamo nel campo di quella virtù che va intesa come felicità nel fare del bene. Più amo e più sento il bisogno di amare.
Riflessioni sulla risurrezione della carne (1 Cor 15:35-54) Teresa Ciardiello Comunità di Succivo.
Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria.
S. Paolo parla ai Corinzi i quali pensavano che nell’ultimo giorno, con la venuta di Gesù, solo i vivi potevano essere salvati e risorgere. Invece lui spiega che non è così e paragona il corpo ad un chicco di grano che viene seminato e da esso nasce la spiga; e fa differenza fra i corpi terrestri e i corpi celesti. Il corpo terrestre viene seminato corruttibile, ignobile, debole, animale, ma alla resurrezione dei morti viene trasformato e diventa incorruttibile, glorioso, pieno di forza: un corpo spirituale; e questa trasformazione comprenderà vivi e morti.
S. Paolo si sofferma proprio sulla risurrezione della carne, cioè del corpo, perché si sa, l’anima è immortale mentre il corpo muore in questa vita per poi risorgere nella vita eterna. Quindi, dopo la morte inizia un’altra vita nella quale non solo avremo l’anima ma anche il corpo, un corpo reso nuovo perché purificato dai peccati e per questo incorruttibile, glorioso, trasformato dall’Amore di Dio, conservando però la nostra identità personale, rimanendo la stessa persona.
Tutti, in questa vita terrena, essendo parte del Corpo mistico di Cristo, formiamo l’immagine del Cristo Crocifisso, che resterà fino a quando l’ultimo peccatore sarà salvato, ma nell’ultimo giorno quel Corpo Mistico si alzerà dalla Croce e da Crocifisso diventerà redento, e quindi noi formeremo l’immagine del Cristo risorto e glorioso, perché saremo salvati e risorti con Lui: i vivi e i morti. Questo avverrà nel momento della parusia, cioè della venuta di Gesù, quando si compirà la salvezza di tutti gli uomini di buona volontà. Vedremo venire Gesù nella gloria, non in un corpo trafitto e sofferente ma luminoso in tutta la sua pienezza di perfezione e santità; tutti saremo attratti da Lui e dal suo Amore, nessuno potrà resistere alla sua luce e allora sarà il Paradiso, dove cielo e terra si uniranno. Infatti Gesù stesso disse: “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”.
S. Paolo a quei tempi parlava ai Corinti, oggi parla ad ognuno di noi; quindi chiediamoci se veramente crediamo alla risurrezione della carne. Nel Credo recitiamo: “Aspetto la risurrezione della carne e la vita del mondo che verrà”. Non sono parole da recitare perché credere è un atto di fede e quindi sono parole da credere davvero.
Credo la risurrezione della carne Maria Amato Comunità di Succivo
Il brano della lettera di S. Paolo ai Corinti è il brano che meglio fa capire la risurrezione del corpo, inteso non solo come senso materiale di debolezza e di mortalità ma segno d’immortalità.
La risurrezione riguarda non solo l’anima ma anche i nostri corpi. Infatti in questo brano spiega come avverrà la risurrezione del corpo e come farà spazio al corpo nuovo, a una vita nuova.
Noi risorgeremo come Gesù è risorto, prendendo un nuovo corpo non più dipendente dalle esigenze della carne ma dalle esigenze della vita eterna.
La Parola di Dio ci vuol far capire che la risurrezione dei morti non è solo risurrezione dell’anima ma anche del corpo, perché il corpo è parte di noi stessi. La fede cristiana ci annuncia la risurrezione, dimostrandoci che Dio fa per noi molto di più. Quella risurrezione che attendiamo farà avvenire in noi una trasformazione.
La risurrezione è un messaggio di speranza per noi che ci dedichiamo molto alla vita terrena e poco alla vita eterna e ci fa capire che qualunque cosa ci accada, nulla potrà toglierci l’amore di Dio, nulla potrà toglierci la nostra vita eterna nella gloria. Dio ci libera dalla paura della morte, dicendoci che con il dono della risurrezione vivremo sempre accanto a Lui.