Domenica delle Palme Iolanda Lo Monte
Solo la fede è capace di leggere l’Onnipotenza di Dio nell’impotenza della croce. E’ l’impotenza dell’amore. Gesù ha talmente amato il Padre da obbedire fino alla morte e alla morte di croce; da accogliere liberamente il suo progetto per noi uomini e per la nostra salvezza. Gesù non muore perché lo uccidono, ma perché egli stesso si consegna. I ramoscelli d’ulivo non sono un talismano contro possibili disgrazie, al contrario sono il segno di un popolo che acclama il suo Re e lo riconosce come Signore che lo salva e lo libera. Nell’impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca ha schiacciato il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell’ingiustizia, della violenza e della malvagità. Sale inquietante la domanda del perché di questo cumolo insopportabile di sofferenza e di dolore che investe Gesù, il Crocifisso e con Lui tutti i crocifissi della storia. Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio, che la mente umana ha partorito e che noi, forse, continuiamo, inconsciamente ad alimentare. Dov’è l’onnipotenza di Dio, la sua perfezione, la sua giustizia? Perché Dio non interviene in certe situazioni intollerabili? Solo la fede è capace di leggere l’onnipotenza di Dio nell’impotenza di una croce.. E’ l’impotenza dell’Amore. Gesù ha talmente amato il Padre che è stato obbediente fino alla morte e alla morte di croce. La passione di Gesù è veramente una passione gloriosa, perché il Padre ha già dato la sua risposta che trasforma la sconfitta in vittoria e il luogo dell’infamia in centro di attrazione universale: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.
Vivere abbandonati in Dio Iolanda Lo Monte
Vivere abbandonati in Dio e tra le braccia della Vergine Immacolata. Operare sempre per Dio solo, tanto nella prosperità che nelle avversità. Amiamolo questo Dio con tutto il trasporto dell’anima. Lui è l’unico bene supremo, Padre amorevole, unico fine. E per amore piegarsi, adorando, la sua volontà sempre e in tutto. Così si prepara l’eternità beata! Ricordiamo però che nulla si raggiunge senza la preghiera. Oh, la vita dell’uomo! Le bellezze della terra! A che servono se non stimolano l’uomo ad amare Dio, creatore e conservatore di tutte le cose? Il Signore ci ama con amore di preferenza. Abbandoniamoci totalmente a Lui, saremo felici ed Egli ci consolerà anche nei nostri desideri. Tutto passa ma se l’amore di Gesù regnerà nei nostri cuori, saremo costanti nel bene sino alla morte..
Ho fiducia in Te, Padre mio, non mi preoccupo dell’età e dei malanni, perché so che nelle ore critiche Tu sarai accanto a me. Il mio cuore si rallegra e trabocca di lode e di ringraziamenti, perché so di avere un Padre nei cieli.
Forse anche voi che leggete questi pensieri avere situazioni da affrontare, magari non sapete come comportarvi con i vostri figli o come risolvere complicati problemi …
Bene, allora perché non provare il sistema che il Signore ci ha consigliato e che io ho sperimentato: Mettete davanti al Signore tutta la montagna dei vostri problemi e ditegli con fiducia: “Gesù, pensaci Tu”. Vedrete sciogliere le montagne come cera, perché Dio onnipotente, con una sola parola può cambiare ogni cosa. Le persone, le circostanze che possono generare difficoltà, problemi e preoccupazioni cambieranno atteggiamento. Credetelo, tutto è possibile a Dio ed Egli è sempre pronto ad aiutarci perché siamo suoi figli in Cristo Gesù. Spesso è solo questione di avere un po’ di pazienza e di saper aspettare i giusti tempi richiesti dal cambiamento, che non dipendono da Dio ma da chi deve cambiare e che magari tarda a rispondere agli inviti interiori dello Spirito Santo.
Giovanni XXIII il Papa buono Iolanda Lo Monte
Le parole solcano la storia e diventano fatti, quando non sono sorde e vuote ma sgorgano dal cuore ed entrano nell’anima.
Ritorna sempre più luminosa nella memoria dei fedeli la splendida serata dell’11 ottobre 1962, quando il Santo Padre Giovanni XXIII rivolse alla folla che gremiva piazza S. Pietro, parole semplici, incontaminate, affettuose che al di là del senso poetico, risuonarono e ancora oggi risuonano talmente celesti da collocarsi al di fuori del tempo e della storia, diventando eterne.
Il richiamo alla luna non è un espediente poetico, bensì è un richiamo alla potenza del Padre celeste, che rende l’uomo partecipe della bellezza del creato: un atto d’amore sublime di Colui che regola l’universo, al quale il Papa si rivolse con cuore sincero:
“Cari figlioli, sento le vostre voci. Si direbbe che persino la luna si è affacciata stasera – osservandola in alto -_Tornando a casa troverete i bambini … date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa!” Il Papa è con i suoi figli, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza”
Parole pronunciate con semplicità e candore dal Vicario di Cristo, a suggello del suo amore per l’intera umanità. Egli, nel suo modo spontaneo e umile di porgersi ai fedeli, entrò e tuttora entra nelle loro case. Ed essi tutti, del Papa buono sentono nell’anima il calore e l’affetto e fiduciosi si pongono sotto la sua protezione, elevando suppliche e semplici preghiere.
L’amore è medicina (Maria Rosaria Comunità di Napoli)
Un gruppo di ragazzi
nel buio della sera
si sentono osservati,
si girano di scatto.
La luna all’improvviso
accende il suo bel lume,
qualcuno è spaventato
qualcuno è tracotante.
Si vede chiaramente
la nuova iniziazione:
un laccio, una siringa,
la loro realtà.
Faccio finta di niente,
continuo a camminare,
nasce dentro il mio cuore,
per loro una preghiera.
Non so se è troppo tardi,
però vorrei spiegare
che soltanto l’Amore
li potrà certo salvare:
pratica la giustizia,
vivi la carità,
la fede e la speranza
continua a coltivar,
impara a perdonare
anche se ti fa male,
vedrai, dopo il perdono
la pace in te verrà.
Vivi felice, popolo,
gioioso devi stare,
l’amore è medicina
che sana tutti i mali!
Questa ricetta semplice
Iddio ce la donò
col Figlio suo diletto
che nella sofferenza,
donandoci il suo Spirito,
in cuor ce la stampò.
Vivi felice, popolo
gioioso devi stare,
l’amore è medicina
che sana tutti i mali!