Preghiera a Maria per il mese di maggio Iolanda Lo Monte
Maria, Regina del mese di maggio e Madre degli uomini, eccoci intorno a Te come ritornati da un lungo cammino, stremati da un lungo peregrinare, in cerca di pace e di felicità.
Tu sola puoi ridonarci la speranza; il tuo sorriso ci fa dimenticare tante cose che ci angustiano. In questa primavera dell’anno, ritorniamo a Te per sentire la tua voce materna, stimolante, affettuosa, ammonitrice e dolce.
Dopo i nostri paurosi sbandamenti, ritorniamo a Te, perché Tu ci indichi la strada da percorrere, quella che Gesù ha insegnato ai Suoi discepoli.
Noi ritorniamo a Te, per illuminare del tuo sorriso le nostre realtà quotidiane, i problemi che attendono soluzioni, i doveri che incombono.
Guidaci a soluzioni impegnative, capaci di rincuorare un mondo stanco ed affamato di felicità.
In questi tempi di gravi pericoli, Tu, Madre di Dio e della Chiesa, ti muovi senza sosta ed incertezza, per aiutare soprattutto i sacerdoti, che sono i figli della tua materna predilezione. Per i sacerdoti affidarsi a Maria significa prendere maggiore coscienza della propria consacrazione, fatta da Dio nel giorno del Battesimo e poi nell’Ordinazione sacerdotale. Tu, Vergine santa, assecondi l’opera dello Spirito Santo a lode della Santissima Trinità.
Appartiene allo spirito del Movimento Sacerdotale Mariano il sacerdote che, iscritto o no, si consacra al Cuore Immacolato di Maria e cerca di vivere coerentemente, operando in obbedienza per il bene della Chiesa, aiutando anche i fedeli a vivere l’affidamento alla Madonna
Impara a rispondere Iolanda Lo Monte
Ci sono sofferenze e dolori che non riusciamo ad accettare, perché sono senza spiegazione, senza soluzione, assurdi. E quando nelle cose non si scopre un senso logico e tutto è così misterioso, oscuro, spesso orribile la mente si smarrisce del tutto. A quel punto è logico il rifiuto, la ribellione, la disperazione o quella depressione esistenziale che può giungere e spegnere perfino la volontà di vivere.
Occorre reagire con atteggiamenti e comportamenti di vita quotidiana, che si correlano per il credente con le risorse della fede. Ed è quindi molto importante avere la capacità e la possibilità di rispondere in maniera giusta.
La risposta della ragione, la ricerca del significato sono molto importanti su questo argomento, ma spesso non sono esaurienti.
Come è noto, un medico ebreo neuropsichiatra, sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti dove, trovandosi a vivere nelle più difficili e drammatiche sofferenze, in condizioni esistenziali disumane, maturò la sua concezione di vita, che successivamente divenne un procedimento psicoterapeutico: la logoterapia, di diffusione mondiale.
La vita ha un significato per tutti gli uomini e per ciascun uomo.
Leggo sulla cronaca del giornale, in un angolino della pagina: “Durante un furioso temporale, un fulmine si è abbattuto su un contadino che tornava dai campi. Il poveretto è morto carbonizzato”. Una persona legge distrattamente, senza interesse: cosa c’è di straordinario in tutto questo? La chiave della risposta si basa su due fattori: la prima afferma che in ciascuno di noi sono presenti anche se non sono operanti, capacità quali la volontà, la responsabilità, che derivano tutte da quella facoltà fondamentale, propria dell’uomo, rappresentata dalla libertà, in base alla quale si può regolare secondo l’istinto la propria esistenza; questa viene nobilitata dalla compassione, dalla solidarietà, dalla fraternità misericordiosa: quell’uomo non è un contadino, è un fratello!