MAGGIO dedicato alla Madonna Iolanda Lo Monte
Poiché Maria è la Madre, la sua devozione c’insegna ad essere figli, ad amare sul serio senza misura, ad essere semplici senza tutte le complicazioni che nascono dall’egoismo, essere allegri sapendo che nulla può distruggere la nostra speranza. Benedetto il cammino che ha per termine l’amore alla Madonna. Aiutaci, Madre santa, a credere che la fede cresce molto più con silenzi pieni di adorazione e di obbedienza che non con tante parole vuote. Aiutaci ad ascoltare ed accogliere nel nostro cuore le Parola di vita eterna, i misteri che valgono, perché la nostra storia sia meglio fermentata dalla verità che tu hai compreso e creduto così bene. Per Te, Madre, è disceso il Figlio di Dio sulla terra e per cui gli uomini salgono al cielo.
Se noi fossimo gente di fede, potremmo consegnare allo Spirito tutte le azioni della giornata e Lui le trasformerebbe in vita. A volte sappiamo quello che dobbiamo fare ma non ne abbiamo il coraggio. Impariamo da Maria la capacità di decidere affidandoci a Dio.
MAGGIO Iolanda Lo Monte
Esile e silenzioso
dalla dura terra
smarrito e timoroso
sul mare dell’esistenza appari.
Il tuo esile stelo
dal sole è accarezzato.
Il vento
quasi un gioco di bimbi,
ti abbraccia
e la pioggia
di profumo e di grazia
ti irrora.
Sei delicato e gioioso
nella primavera della vita
e l’infinita tua bellezza,
dal profondo del cuore
inonda i tuoi occhi e il tuo viso.
Le radici del tuo mistero
e il soffio del tuo spirito.
L’adorazione Iolanda Lo Monte
L’adorazione nasce nel cuore dell’uomo quando egli prende coscienza della sua situazione di creatura davanti a Dio. Infatti l’uomo riceve tutto da Dio: l’esistenza, la vita, la salute, le doti personali. Ad ogni istante egli riceve l’essere da Dio e si mantiene nell’esistenza soltanto per l’amore creativo di Dio. Nella preghiera l’uomo deve prendere coscienza di questo legame che lo lega a Dio e questa è la sorgente della sua adorazione. Le persone che hanno più immaginazione troveranno sempre utile mettersi in contatto con Dio. Grazie, Signore di farmi conoscere Te perché io voglio amarti. Se fossi morta quando ero in coma il mio stato d’animo di un tempo sarebbe stato troppo dolce. Il primo segno ha come fine il compimento della volontà di Dio.
E di vittoria poi l’eterno canto Iolanda Lo Monte
E’ proprio delle anime gentili e pure nella sofferenza trovare conforto anche nelle piccole cose. Una breve poesia: La chiavina d’oro.
” Il mio penare è una chiavina d’oro, piccola sì ma che apre un gran tesoro.
E’ croce ma è la croce di Gesù: quando l’abbraccio, non la sento più.
Non ho contato i giorni del dolore: so che Gesù li ha scritti nel suo cuore.
Vivo momento per momento e allora il giorno passa come fosse un’ora..
Mi hanno detto che guardata dal di là, la vita tutta un attimo parrà.
Passa la vita, vigila di festa: muore la morte, il paradiso resta.
Due stille ancora dell’amaro pianto, e di vittoria poi l’eterno canto!”.
Insieme Iolanda Lo Monte
I nostri passi devono procedere insieme, le nostre mani devono raccogliere insieme, i nostri cuori devono palpitare insieme, le nostre anime devono avere i medesimi sentimenti, i pensieri del nostro spirito devono formare l’unità, le nostre orecchie devono ascoltare insieme il silenzio. I nostri occhi devono guardarsi e fondere in uno sguardo solo, le nostre labbra devono pregare unite per invocare la misericordia del Padre.
PENSIERI DI LUCIANA CANEPA
Rivarolo – Rioo
“Pensando a ti, periferia de Zena, me se intenerisce u coo”
Ricordo quando ero bambina i tanti orti che c’erano davanti alla mia casa. In primavera fiuriva tutti i erbui, nà cosa cusci bella che a me arrestaa in ta mente e in tù còo. De giurnu anavimu a zogaa suttu casa, a mea pasciun can e bilie, ùn boggiu a u latu da stradda che u ciamavimu cillu e … che gare figgioo. Mi e a Maria eimu e cui brave. U marciapee ulea tuttu scassou cun in migin bassu pe pueise assettaa, ma tantu comudu pe zogà a cangiase i sudati de carta in ti libri. Ogni tantu quarche gazzunettù u ciamava soo mue cà s’affacciava dau barcun, mi poche votte u ciamava: mamma, perché eu segua che am’avieva ditu: E ora che torni in casa.
Oua i orti nu ghe cui, ghe tanti palassi, u marciapee forse u l’è ciù bellu, ma i figioo nu poan cui zogàa peu stradda. Vanno in palestra e a nuoto. Quelle mamme come la mia non ci sono più. Sono rimaste alcune nonne come me che non possono dimenticare quel piccolo angolo della periferia di Genova.
(L’ho scritta una decina d’anni fa, rileggendola provo le stesse emozioni di allora).
Il tempo passa
Il tempo passa
passa veloce,
tu vorresti fermarlo ma …
l’ineluttabile avviene.
Dopo tanto pensare eccole le ore
felici della tua esistenza passata.
Sono loro che strillano,
vogliono subito il tuo seno
che tu hai già pronto.
Ma il tempo passa,
i ricordi sbiadiscono,
ti ritrovi vecchia
non proprio da rottamare ma …
quasi!
La mamma
Dalla mia finestra ho udito un bimbo che chiamava: “Mamma!”. Per un attimo mi sono immedesimata e quel bambino mi ha riportato indietro di tanti tanti anni, quando quella voce infantile ripeteva “mamma” più volte al giorno, era quella di mia figlia. Alzo lo sguardo verso il cielo, mi pare di scorgere tra le nuvole la parola “mamma”, allora ho pensato a lei, mia mamma. Ho sentito che anche se sei partita tanti anni fa, mamma mia, non sei poi così lontana, sei sempre in casa mia!
Il treno
Il leggero dondolio del treno avvolge le mie membra. Mentre fuori la notte incombe sulla natura. Anche i miei pensieri corrono sulle rotaie della mente, innescando pensieri, ora tristi, ora lieti!
Gandi : La verità e la non violenza sono antiche come le montagne.
Libertà
Quando ero giovane sentivo dire che in vecchiaia si ricordano bene le cose successe in gioventù. Posso testimoniare che è vero.
Avevo 17 anni quando la guerra terminò. La vita fu piena di salti mortali per arrivare anche a quel benessere che, dopo il conflitto, con tanti sacrifici per gli italiani stremati da quel duro passato fatto di fame, paure, freddo si ottenne. Già erano fortunati quelli che non dovevano piangere i morti, anche quelli morti in montagna (a migliaia) che con la Resistenza contro il nazifascismo, si rifiutarono di servire i nemici degli italiani, soffrendo i disagi di quella vita. Ecco, io posso dire che il 25 aprile 1945 è stato per me il più bel giorno della mia vita che ricordo con gioia ma … anche con tristezza. La parola guerra mi fa sempre paura.
Isola di Lampedusa
Arrivano dal mare su quelle barche stracariche che hai paura si starnutire per non sentire il pauroso oscillare in quel mare nero e gramo che ama ghermire i più sfortunati, portandoseli con sé negli abissi; altri, partiti dall’inferno, arrivano qui e si trovano davanti il diavolo: ammucchiati come vecchi stracci su quelle banchine inospitali, alcuni ricordano le ultime parole della mamma: “Dio ti protegga!”, ecco una piccola lacrima spinge per uscire da quegli occhi stanchi, no, è meglio inghiottire la saliva e … tenere duro, la speranza è l’ultima a morire. Intanto rifiuti di ogni genere si ammucchiano qua e là. Sulla sabbia, sicuramente persa, campeggia una scarpa!