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MAGGIO 2014

     

Maria, Creatura risorta Iolanda Lo Monte

MARIA            E’ molto importante renderci conto che Maria è Colei che ci trasmette Gesù Cristo, perché possiamo ricevere da Lui la vita. Sta di fatto che la Madonna, proprio perché vuole il bene di ogni creatura, ci invita sempre a fare due cose: pregare e scoprire Gesù Cristo attraverso la sua Parola.

            Quello che dobbiamo e vogliamo fare noi è ascoltare l’invito pressante di Maria e ascoltare la Parola e attraverso la Parola conoscere e accogliere in noi Gesù e il suo messaggio di risurrezione.

            Maria ci insegna anche a pregare come ha pregato Lei. Ogni avvenimento di Maria è insegnamento per noi: ci conferma l’importanza di essere sempre disponibili a Dio. Ci aiuta a comprendere che nelle difficoltà c’è lo Spirito Santo che scende su di noi, ci illumina, ci sorregge e ci aiuta a vivere da risorti, entrando con amore nella croce di ogni giorno.

            Maria santissima ci conferma che Gesù Cristo, il Risorto, vuole farci persone mature, libere, felici, dotate dei valori evangelici.

            E’ vero, da soli non siamo capaci di vivere in modo autentico, Maria ci dà la certezza che lo Spirito Santo rende possibile l’umanamente impossibile. Il segreto è accettare la volontà di Dio e lasciarci guidare da Lui. Per fare questo è necessario un lungo e radicale cammino di crescita cristiana.

 

La terza età Iolanda Lo Monte

                    La terza età è l’autunno della vita, la raccolta dei frutti di quello che si è seminato, coltivato e accudito nel periodo in cui se ne avevano le possibilità. Chi ha agito allora saggiamente, con previdenza, intelligenza e forza, ora può raccogliere.

            Dovrebbe essere l’età più bella, quella del tempo libero, prezioso ed utile a se stessi, alla famiglia, alla società. Infatti gli anziani sono ricchi di esperienze vissute, di competenza, di saggezza, di giudizio, grazie alla loro maturità. Essi non sono avari di saggi consigli, che offrono di buon cuore ed in cambio dei quali desiderano unicamente di essere ascoltati.

            Perciò i giovani, inesperti della vita, siano umili, sappiano confrontarsi col loro giudizio più saggio, sappiano ridimensionare il proprio, recepire e mettere a frutto quanto vanno attingendo dall’esperienza degli anziani. Eviteranno sbagli madornali.

            Quanto deve essere dolce la vita in due, anche quando l’età è in declino! Sempre che abbiano saputo amarsi, comprendersi, aiutarsi, Che gioia provano i pochi fortunati coniugi che possono vivere insieme da anziani, specie se in salute e nella tranquillità economica. Ora che non sono più assillati dagli obblighi di lavoro, possono finalmente trascorrere tutto il loro tempo libero insieme, pensando seriamente a coltivare la loro anima e ad aiutare il prossimo, diventare punto di riferimento per i figli, compagnia gradita per i nipoti a cui donano sicurezza, amicizia e simpatia, oltre a dedicare molto tempo per la formazione del loro carattere.

            Purtroppo vi è una terza età meno fortunata: quella di chi ha ricevuto poco dalla vita e non si è impegnato a fondo, con volontà e previdenza ed ora è costretto a raccolti scarsi, a patire stenti, a subire pesanti umiliazioni. Forse non ha voluto o saputo spendere adeguatamente quei talenti di cui era dotato. Purtroppo tutti i nodi vengono al pettine!

 

Punta del campanile illuminata Luciana Canepa

                    Punta del campanile illuminata, mentre ti guardo mi fa sentire come una fata che, con la bacchetta in mano vorrebbe cambiare il mondo, e da tondo farlo quadrato, per giocarci ai quattro cantoni e avere più facilità ad incontrare gli imbroglioni: di quelli ce ne sono tanti che prendono in giro i poveri e gli ignoranti; mentre in tondo non ci siamo riusciti, chissà se in linea retta e senza fretta avremo più fortuna, con l’aiuto di Dio e… vedere se ci danno retta.

            Forse no, perché sono nascosti sotto abiti eleganti e… anche se non giri in tondo trovano sempre assistenza, continuando a fare sui poveri e sugli onesti sleale maleficenza.

            Chissà se, perdendo la pazienza, qualcuno capirà!

 

Nell’umida sera Luciana Canepa

                    Nell’umida sera, la mente esprime una domanda e una preghiera:

            “Perché certi individui potenti non amano la pace?

            Perché l’odio acceca l’anima, portando morte anche ai bambini?

            Perché il dio denaro rende il cuore così avaro?

            Perché certi individui scaricano le loro frustrazioni sulla donna?

            Perché sono sempre i più deboli a sentire sulla pelle questa tristezza che incontrano nel loro cammino?...      

            Ciò mi fa paura, temo la reazione che potrebbe tramutarsi in pericolosa ritorsione. C’è da sperare che leggi nuove riescano a riportare speranza e valori cristiani, che favoriscano la cultura per il bene delle nuove generazioni.

 

Coraggio Luciana Canepa

                    So che non è poesia quello che spinge a scrivere la penna mia: è solo fantasia! E’ dolce cullarsi nei pensieri: quelli di oggi ma anche quelli di ieri.

            Adesso vivo il momento incauto di sapere che qualcuno scruterà l’anima mia, ma vi lascio fare: voglio rischiare. Grazie.

 

Dopo la burrasca Luciana Canepa

                    La mareggiata ha portato sulla spiaggia quello che il mare rifiuta. Mi fermo: vedo che anche le anatre non ci sono… mi sto chiedendo: “Dove sono i gabbiani?”

            Appoggio alla ringhiera le mie mani, la guardo e penso all’invecchiamento che si abbatte furiosamente su chi vive solo di ricordi.

            Il sole tiepido mi fa pensare che la primavera è già qua… e allora perché non pensare che anche l’autunno della vita è qui presente, quando il cielo sereno ti fa sentire il dolce calore della vita?

 

Ricordi amari Luciana Canepa

                    Nella mareggiata tanti tanti pezzi di legno… allora il cervello vola a settanta anni fa, quando con la tristezza della guerra, oltre la fame e le paure, la stufa era spenta, perché nel bosco non c’era più niente da raccogliere. Mio Dio, quanto freddo!

 

Le lacrime Luciana Canepa

E’ grazie al padre, unico scampato della famiglia ebrea, che il Diario di Anna Franc è passato alla storia.

            Quando il buon Dio creò l’uomo, pensò anche agli occhi e non dimenticò le lacrime.

            Ieri sera ho visto in TV la drammatica storia di Anna Franc, magistralmente condotta da bravi attori. Già conoscevo il diario dell’ebrea quindicenne che, amando scrivere, ci ha tramandato le brutture della seconda guerra mondiale. Mi sono commossa più di una volta. Terminato il film sono andata a letto, ho letto diverse pagine della mia rivista preferita, improvvisamente, non so bene com’è successo, ho sentito un’irrefrenabile voglia di piangere e allora ho tirato fuori tutte quelle lacrime che in modo violento il film aveva provocato. Mi sono sorpresa di questa anomalia, ma dopo mi sono sentita meglio e… ho pensato a Dio.

 

Notte chiara Luciana Canepa

            Nelle notti chiare il cielo scintilla di stelle, io cerco la più lucente, la più bella.

            Allora guardo la luna portatrice di sogni immaginari, che, col, suo fascino ci ha fatto provare emozioni straordinarie. Peccato che l’uomo invadendoti, seguendo la tua scia, ha tolto a noi terrestri tutto l’incanto fatto di poesia.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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