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GIUGNO 2015

     

 

PENSIERI SUL SACERDOZIO DEL SANTO CURATO D’ARS

«Se non avessimo il Sacramento dell’Ordine, noi non avremmo Nostro Signore.

Chi l’ha messo nel tabernacolo? Il sacerdote.

Chi ha ricevuto la vostra anima al suo ingresso a questo mondo? Il sacerdote.

Chi la nutre per darle forza di fare il suo pellegrinaggio? Sempre il sacerdote.

Chi la preparerà a comparire davanti a Dio, lavando l’anima per la prima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, ogni volta il sacerdote.

Se l’anima, poi, giunge all’ora del trapasso, chi la farà risorgere, rendendole la calma e la pace? Ancora una volta il sacerdote. Non potete pensare a nessun beneficio di Dio senza incontrare, insieme a questo ricordo, l’immagine del sacerdote.

Se andaste a confessarvi alla Santa Vergine o a un angelo, vi assolverebbero? No. Vi darebbero il Corpo e il Sangue di Gesù? No. La Santa Vergine non può far scendere il Suo divin Figlio nella Santa ostia. Anche duecento angeli non vi potrebbero assolvere.

Un sacerdote, per quanto semplice sia, lo può fare, egli può dirvi: “Va in pace, ti perdono”. Che cosa grande è il sacerdote!…»

[A. Monnin, Spirito del Curato d’Ars, Ed. Ares, Roma 1956, p.81-82]

 

Come posso Iolanda Lo Monte

Come posso pensare

di chiedere ad un fiore di non sbocciare.

Come posso pensare

di fermare gli impulsi del cuore quando arde d’amore.

Come posso pensare

di vivere staccato dall’anima, quando essa è la mia vita stessa.

Come posso pensare alla solitudine

quando le nostre anime si appartengono.

Come posso pensare che Dio non esiste

quando Lui stesso è essenza di vita.

 

Non lasciarmi a metà strada. Iolanda Lo Monte

Signore, donami anche oggi la forza per credere, per sperare, per amare. Non lasciarmi a metà strada. Invischiato nelle mille cose che non mi bastano più. Lascia che mi fermi anch’io ogni giorno ad ascoltarti per riprendere poi il cammino, lungo la strada che mi dai da percorrere.

Liberami perciò da tutto ciò che mi appare indispensabile e non lo è, da ciò che credo necessario e invece è solo superfluo, da ciò che mi riempie e mi gonfia ma non mi sazia, mi bagna le labbra ma non mi disseta il cuore..

            Sì, io so che Tu vuoi farlo, ma aiutami a lasciartelo fare sempre, subito.

 

Tensioni e vita fraterna Iolanda Lo Monte

            In una comunità può esserci vera fraternità, senza però che esista felice armonia. In altre parole, la presenza di difficoltà non indica necessariamente la mancanza di vita fraterna. Tensioni e fratellanza coesistono. Immaginiamo una comunità composta da fratelli dai caratteri divergenti e dai criteri opposti; in un certo momento una forte discussione li porta ad una frattura sentimentale che finisce per paralizzare i rapporti. Ma nel caso di una fraternità le circostanze cambiano. Dobbiamo prendere coscienza che in una fraternità, per la loro stessa natura, le relazioni interpersonali devono stabilirsi fra tutti i membri nella comune convivenza. Questo lo richiede la natura stessa della fraternità. Senza rinunciare alla loro bella amicizia, dunque, questi amici fraterni, continuano a relazionarsi con rispetto e con amore, riflettendo però sulle loro convinzioni ed eventualmente correggendole.

            Le osservazioni sulla vita mi hanno portato a convincermi che è qui, nell’ambito delle affinità, dove si giocano i principali momenti della vita fraterna, particolarmente impegnativi per il mondo femminile, più incline a reazioni soggettive. Il segreto fondamentale per il buon andamento dell’unione fraterna, consiste nel far predominare le convinzioni di fede sulle emozioni. Il rispetto fraterno ha radici molto profonde, si tratta del mistero originale dell’uomo, la realtà più sacra del mondo dopo Dio, mistero per il quale ogni individuo non è oggetto ma persona. I fratelli devono riverirsi e amarsi senza maldicenze.

            S. Francesco d’Assisi diceva che il primo elementare atteggiamento nelle relazioni interpersonali di una comunità è il rispetto e dare aiuto al fratello nelle difficoltà.

 

Sali con me tu che attendi

e che nell’attesa ti senti avvolto come da una tenue nebbia

posata nel fondo cupo del tempo.

Non ti abbattere,

perché nel fondo cupo del tempo

come una mano immensa

avanza irresistibile vero di te

la Speranza.

 

Famiglia e sofferenza Iolanda Lo Monte

            Certamente a causa della malattia, gli equilibri della vita familiare si rompono o alterano, il tumulto dei sentimenti sconvolge non solo l’animo del malato ma anche quello dei parenti. Per ristabilire un nuovo equilibrio occorre tempo e tanta pazienza, ma forse anche un aiuto esterno che permette di scoprire i valori nascosti della vita, quando questa è segnata dalla malattia.

Vorremmo, attraverso queste brevi note, scoprire alla luce del Vangelo e del mistero di morte e risurrezione di Gesù, se c’è qualche nascosto significato nella malattia, nella sofferenza, che immediatamente non appare ma che, alla luce della fede, siamo sicuri che esiste.

Molti pensano che la malattia sia un castigo di Dio, che colpisce anche chi non ha fatto mai nulla di male, per cui è facile sentirsi arrabbiati con tutto il mondo e prima di tutti con Dio. Ci si vorrebbe ribellare a questi avvenimenti che colpiscono la nostra famiglia, che ci sembrano ingiustificati e senza senso, difficili da sopportare. E Dio sembra che stia in silenzio di fronte al male e non risponda alle nostre richieste e ci lasci soli. Ma non è così, perché il Signore sa che non tutto ciò che fa soffrire danneggia l’uomo: talvolta la sofferenza lo fa crescere in generosità, in apertura verso gli altri, in sapienza e grazia davanti a Lui e davanti agli uomini e gli fa scoprire risorse, energie, possibilità che erano nascoste e sopite.

L’amore è la prima medicina che aiuta a guarire.

 

BUONE VACANZE Iolanda Lo Monte

            L’anno comunitario è concluso: ci salutiamo con calore e ci auguriamo, come è d’uso buone vacanze, di cuore. L’animo è lieto perché lo trascorremmo bene, con serio impegno per imparare ad operare il bene e perché la vita trascorresse nella gioia vera che viene dall’alto.

Godi il mare, il cielo che Dio ha fatto per te.

Bella è la vita se sai donare qualcosa di te.

Mare oppure montagna? Viaggio oppure campagna?...

Noi auguriamo per te belle vacanze serene,

ma non scordiamoci che torna fra breve l’ora del convegno;

bello sarà in ottobre proseguir l’impegno! Noi ci vogliamo bene!

Quanta ricchezza per il cuore in questo scambio d’amore! Pegno più sacro non c’è.

Godi di questo amore che è tanto bello,

 perché dona alla vita luce, calore e un ideale che più alto non c’è.          

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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