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GENNAIO 2013

     

 

 

UNOLETTERA DELLA TENEREZZA DI  DIO

IL POVERO DISTURBA!!

 

                 Ognuno di noi può rendersi conto che i più poveri non sono al cuore della Chiesa visibile ma ne sono lontani. Questa è una realtà che ferisce molto, è la più grande delle divisioni ed è a partire da queste parti più povere e più ferite che Gesù vuole ricostruire il suo corpo.

 

                Gesù è morto perché voleva mettere il povero al cuore della comunità. I lebbrosi, la gente sporca e ripugnante a quei tempi erano esclusi dal tempio. Gesù appariva allora come colui che disturba.

 

                Sappiamo quanto sia grande la lotta all’interno di noi stessi, perché la via discendente ci fa incontrare il povero e il povero ci disturba. Infatti, non si tratta di fare qualcosa per lui ma di entrare in relazione con lui e non sappiamo dove ci porterà tutto questo, perché ci chiederà qualcosa che non vorremmo. Vivere un’alleanza con il povero significa mettersi in comunione con lui e diventare vulnerabili, significa perdere la propria libertà per acquistare una nuova libertà, quella dell’amore. Il povero rimane pericoloso; chiama al cambiamento, ad una trasformazione, ad una conversione radicale.

 

                Mi ricordo che un giorno a Parigi sono stato avvicinato da una donna che aveva l’aria fragile e ferita. Mi chiedeva dieci franchi. Ho voluto sapere il perché e mi rispose che era appena uscita dall’ospedale psichiatrico e che era malata. Abbiamo iniziato a parlare e a un certo punto mi sono reso conto che se continuavo sarebbe diventato troppo pericoloso perché di certo l’avrei invitata a pranzo e non avrei più potuto lasciarla per la strada. E ho sentito salire dentro di me ogni sorta di potenza che mi diceva di fermarmi. Le ho dato dieci franchi e sono andato all’appuntamento che avevo.

 

                Se ci si avvicina troppo al povero si perde la propria libertà personale. A un certo punto si arriva ad una svolta senza ritorno che cambia la nostra vita. Mi sono reso conto che facevo esattamente come il prete e come il levita della storia del buon samaritano che hanno continuato la loro strada fino a Gerico. Abbiamo fatto tutti questa esperienza.

 

                La via discendente ci porta al povero che grida ed è una strada molto pericolosa. Non parlo soltanto delle persone che hanno un handicap ma anche di quel tale o tal altro assistente del mio focolare che piange o si arrabbia e che porta dentro di sé la fragilità umana. Avvicinarsi a lui può essere molto pericoloso ed è preferibile allontanarsi. A volte è molto più facile dare dei soldi ad un povero piuttosto che avvicinarsi a lui.

 

                                                                                                                              JEAN VANIER

 

  

 

DUEAtteggiamento Iolanda Lo Monte

 

            Inizia un nuovo anno della nostra Associazione. Si apre con l’immagine di noi in cammino. Dentro il cuore vorremmo sentire forte l’attrazione di un cammino interiore che ci conduca a mete importanti. Perché non conoscere il cammino del silenzio interiore che invece di farci discutere c’impegna in un silenzio di parole per far parlare il cuore? L’atteggiamento interiore dovrebbe essere quello di Gesù che si accosta ai discepoli e cammina con loro. Potrei così accostarmi a qualcuno del gruppo col quale è difficile comunicare e conversare.

 

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La carità Iolanda Lo Monte

 

            La carità prosegue nel cielo. Ne abbiamo la certezza nella bontà di Dio, nella Sua fedeltà e misericordia. Egli ci aspetta, ci chiama e sostiene il nostro pellegrinaggio terreno con la sicurezza dell’incontro finale con Lui. Ed ecco, fiorisce l’eccelsa virtù della carità. La fede, la speranza si dissolveranno nella visione di Dio, nel Suo godimento nella vita futura, ma l’amore trionferà.

            Ora sappiamo che il vincolo d’amore fra Dio e noi esiste ed arriva a metterci in comunione anche con le anime dei nostri morti. Il messaggio d’amore che viene dal nostro cuore, giunge a loro attraverso il misterioso canale costituito dalla comunione dei Santi, che va stabilendo il regno della carità.

            La vita è un dono del quale dovremo rendere conto a Dio. Il Signore non ci chiede solo di evitare il male ma di fare il bene, impegnando le doti e le qualità che Lui ci ha dato. Vivere significa lavorare quotidianamente per il Regno, la cui costruzione è affidata a ciascuno di noi.

 

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Alla mamma centenaria

 

TRECarissima mamma,

            luce, bellezza e santità traspare dal tuo volto sempre giovane, come se il tempo si fosse fermato, per non sciupare i lineamenti della tua giovinezza!

            Premio di Dio Padre che dal cielo ti dona vita e coraggio!

            Centocinque primavere sono trascorse, costellate di sacrificio e laboriosità verso i tuoi sette figli, tesori che Dio ti ha donato come premio per la tua operosità costante e virtuosa!

            Adorata mamma, angelo del cielo sceso sulla terra nel tuo candore, sull’altare del Signore dicesti “Sì” per tutta la vita al tuo caro sposo, inviato da Dio per coronarti regina della tua casa, per la grande fede e per il coraggio che mai è venuto a mancarti.

            Cara mamma, oggi dal cielo i nostri cari e gli Angeli cantano in coro inni di ringraziamento alla tua santità feconda, premio agli occhi di Dio per l’Eternità che non avrà mai tramonto!

            Auguri, cara mamma, lo Spirito Santo non poteva colmarci di una gioia più grande!

                                                           Affettuosamente Carolina e figli.

  

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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