La voce della tenerezza Iolanda Lo Monte
Le parole solcano la storia e diventano fatti quando non sono sorde e vuote ma quando vengono dal cuore ed entrano nell’anima.
Ritorna sempre più luminosa nella memoria dei fedeli la splendida serata dell’ottobre 1962, quando il Santo Padre Giovanni XXIII rivolse alla folla che gremiva piazza S. Pietro, parole semplici, incontaminate, affettuose che, al di là del senso poetico, risuonarono e ancora oggi risuonano talmente celesti da collocarsi al di fuori del tempo e della storia, diventando eterne. Il richiamo alla luna non è un espediente poetico, bensì è un richiamo alla potenza del Padre Celeste, che rende l’uomo partecipe della bellezza del creato: un atto d’amore sublime di Colui che regola l’universo, al quale il Papa si rivolge con cuore sincero. Parole pronunciate con semplicità e candore dal Vicario di Cristo, a sugello del suo amore per l’intera umanità. Egli, nel suo modo spontaneo e umile di porgersi ai fedeli, entrò e tuttora entra nelle nostre case; infatti, del Papa buono sentono nell’anima il calore e l’affetto e fiduciosi si pongono sotto la sua protezione, elevando suppliche e semplici preghiere.
Il Padre Celeste ha compassione del povero Iolanda Lo Monte
Si, è vero che Egli rende ricco il povero, il Suo cuore trabocca d’amore per lui. Anche noi dobbiamo sperimentare quest’amore nella nostra vita, anche nell’infuriare della guerra.
Quindi la povertà può essere una gioia, poiché possiede un meraviglioso tesoro, come ogni altra sofferenza che noi portiamo insieme a Gesù, che la trasforma in abbondanza di gioia e gloria. E se nella nostra povertà siamo ben disposti a condividere con il bisognoso il poco che possediamo, Dio manterrà la Sua Parola; “Date e vi sarà dato”. Chi è povero, poiché è pronto a dare ciò che ha, sarà più ricco di tutti, poiché Dio lo ricompenserà largamente. Sappiamo che ciò che seminiamo in questa vita, raccoglieremo nella vita eterna. In punto di morte dovremo accedere dinanzi a Lui che è Giudice dei vivi e dei morti. Non si vince la paura della morte solo allontanandone l’idea, la sola cosa che può aiutarci è la preparazione alla morte.
Ricorda che la tua ora verrà, l’ora in cui si deciderà del tuo destino: o sarai preda di Satana nel suo regno di tenebre o avrai il privilegio di entrare nella dimora celeste che Gesù ha preparato per noi.
“Voi siete il sale della terra” (Mimmo Volpicelli Comunità di Succivo)
Nostro Signore dà ragione della perfezione che esige dai suoi discepoli affermando:
“Voi siete il sale della terra e la luce del mondo. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini”
Queste parole divine, se chiamano in causa la responsabilità di ogni cristiano e di chi li guida, devono anzitutto scolpirsi nel cuore di ogni sacerdote.
Il sacerdote poco attento al suo dovere, poco attento ad essere guida, “e si lascia guidare”, se non è luce viene dopo la luce; o anche semplicemente è “insipido” e rende vana la sua missione.
Il mondo non cerca sacerdoti “Tutto fare”, ma sacerdoti santi, perché sacerdozio e santità non si possono separare.
Preghiamo il Signore affinché dia ai sacerdoti tanto “Sale” e tanta “Luce”, per guidarci nel mondo.