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FEBBRAIO 2016


     

 

La salute Iolanda Lo Monte

            La salute, ovvero l’equilibrio fisico biologica è un dono che si riceve quasi sempre integro dalla nascita, perciò evviva le mamme e i papà che si comportano da veri tutori della salute dei loro piccoli. Questi un giorno devono sentirsene debitori e ricambiare con un tributo di stima e di aiuto i loro genitori, specie quando, con gli anni, ad essi verranno meno le forze.

            La salute è un grande dono, una ricchezza che non si apprezza mai abbastanza, forse perché non è costata sacrifici a chi la possiede. Questo forse è il motivo per cui a volte la si strapazza stupidamente. E’ penoso vedere certi giovanotti eccessivamente baldi e temerari, sottoporsi ad inutili stress, esponendosi incautamente a pericoli mortali con sports rischiosi, viaggiando a folli velocità, affrontando le avversità della natura con leggerezza e senza adeguate difese. Che dire poi di quelle persone che non si curano affatto della loro debole salute, continuando, senza pietà a sollecitare le forze residue, per raggiungere certi obiettivi economici, sottovalutando i rischi con imprudenza o egoismo irrazionale? Purtroppo essi, abusando della salute, ignorano a quali rischi vanno incontro. Sarà inutile poi piangere sul latte versato. La salute è la prima fonte di felicità.

 

I piccoli valori Iolanda Lo Monte

            In un paese, appena finita la guerra, non trovarono altro veicolo disponibile per la processione con la statua della Madonna, che un carro armato.

Quella processione potrebbe essere un simbolo della vita cristiana. Il male è pure un mistero e la sua presenza profonda può attaccare qualsiasi manifestazione umana. La realtà della preghiera è emersa in questo quadro di lotta. La preghiera stessa esige una lotta. Siamo intossicati dai ritmi febbrili delle scadenze che marcano la giornata di lavoro, dal rumore, dalla presenza umana continua. La solitudine e il silenzio costituiscono una prova per noi. Con un criterio di vita posto non sulla verità ma sull’efficienza, la preghiera può sembrare un entrare nel vuoto, un uscire dalla vita. Eppure non ci si richiede di fare delle preghiere ma di pregare incessantemente. Gesù ha sorprendente fiducia degli uomini; colpisce sentirsi dire: “Siete il sale della terra, la luce del mondo”! Lo si può essere solo nella misura in cui si ha di Lui il sapore di novità che dà gusto e senso alla vita; il suo essere “segno di Dio” che dà orientamento al cammino. Lì, appunto, sta il difficile. Eppure vi è in questo una promessa: Ogni piccolo elemento divino che è in noi, diviene sale e luce, e lo è per tutti. Questi nitidi paragoni parlano di universalità: terra, mondo, città … Gesù è venuto per la salvezza di tutti; i cristiani ne devono diffondere il sapore e la luce a tutti, in buone opere. Questi pensieri sono in linea con le beatitudini: come un filo d’erba contribuisce a rendere verde un campo, così ogni atto cristiano dà sale e luce al mondo.

            Oggi si è tentati di misconoscere i piccoli valori ma anche una piccola luce illumina nella notte. Essere cristiani è un impegno sociale missionario. Non disprezziamo il benché minimo apporto alla costruzione del Regno di Dio. Di gocce è fatto l’oceano

 

Chiesa di uomini Iolanda Lo Monte

                    Chiesa che amo perché senso del mio vivere. Luogo di amore e di distruzione,

a volte schiacci l’uomo sotto il peso della croce che non gli pare proporzionata.

            Chiesa di uomini non sempre illuminati, solco profondo tra realtà e progetto.

            Uomini di dura cervice che presumono il monopolio della tua verità.

Lacrime che purificano, quale dono dall’alto, il cuore dell’uomo.

            Libertà incatenate che, come Pietro, misteriosamente rompono i lacci della morte.

Chiesa di giovani che crescono all’ombra degli anziani, continuità di respiro e novità di vita. Generazioni che si susseguono e non sempre si comprendono.

 

 

PENSIERI DI LUCIANA CANEPA

La zia Gilda

            La zia Gilda aveva una gattina a cui era affezionata; più passava il tempo, più il rapporto si stringeva, stavano invecchiando assieme. Già quest’inverno Chicca, così si chiamava la gatta, dava segni di insofferenza, mentre era sempre stata casalinga, adesso voleva uscire ma non in giardino, preferiva la strada.

            La signora Gilda era preoccupata perché temeva per la vita della sua Chicca, spesso scendeva a prenderla riportandola in casa; alla notte dormiva sul pianoforte ed al mattino aspettava le carezze della sua padrona, solo allora scendeva per fare la sua colazione. L’affetto tra loro era veramente profondo.

            Gilda aveva perso il marito e l’idea di rimanere sola del tutto la rattristava molto. Ma la gatta con i suoi 19 anni di vita certamente non era più lucida come un tempo ed ora, quando scendeva per strada, non trovava di meglio che coricarsi a dormire nella stessa. Il pericolo era tanto e quello che poteva accadere accadde!

            Quando Gilda, molto anziana anche lei, scese a raccogliere la sua Chicca, capì subito che la situazione era grave: le zampe penzolavano dal corpo.

Una vicina amica l’aiutò chiamando subito il veterinario, mentre Gilda consolava la sua bestiola con carezze continue, a cui lei rispondeva con fusa e miagolii.

Quando il veterinario arrivò, escluse subito l’idea di curarla, così, per non farla soffrire di più, con una puntura la fece dormire per sempre.

E’ stata sepolta nel giardino di casa, lasciando a Gilda il ricordo di quella bella e felice amicizia.

E’ una storia vera che dimostra quanto si possano amare gli animali. Dio li ha creati per aiuto agli uomini

 

Quando ero giovane

            Quando ero giovane sentivo dire che in vecchiaia si ricordavano bene le cose successe in gioventù. Posso testimoniare che è vero: La guerra, la fame, il pane e … la signora Orlanda.

Già, la nostra famiglia non erta ricca e i ricordi di quella guerra, della fame e di quel pane che la mia mamma non mangiava per lasciarlo a me e a mio fratello.

Quando la guerra terminò io avevo 17 anni, la vita fu piena di salti mortali per arrivare anche a quel benessere che il dopo guerra, con tanti sacrifici per gli italiani, portò a questo popolo stremato. Già era una fortuna non dover piangere i morti in famiglia.

Intanto il tempo passava, il ricordo della paura ma soprattutto della fame patita nell’età in cui più si sente la necessità del pane, non mi hanno mai permesso di dimenticare quelle due persone che ogni tanto ci regalavano quei panini così graditi, dire graditi è troppo poco.

Ero sposata, ma nel mio cervello restava sempre il collegamento con lo stomaco, sentivo il bisogno di andare a trovare la signora Orlanda, le portavo una bella scatola di caffè. Il signor Bondi era morto. Lei che non mi vedeva già da qualche anno, restò sorpresa e chiese più volte perché, perché: le dissi che non avevo mai dimenticato quei panini nel tempo di guerra. Iniziò a piangere ma così tanto che, se ci ripenso anche a me, dopo più di 60 anni, sento le lacrime che spingono per uscire.

 

Un po’ di ottimismo

Che ci puoi far? Gli anni passano, non si fanno aspettare.

Oggi ti fa male la schiena … non ci pensare, ti accorgi allora che ti fa meno male.

Ci senti meno, il tuo orecchio è meno attento, meglio,

fingi di non capire, se non ti garba degli altri il comando.

Se la mano è dolorante, fermati a pensare un istante: quanto hai lavorato mia piccola mano!

Che dire della pressione alta o bassa … se la vita ti sconquassa, ci vuol pazienza.

Diverticoli, diabete, affanno … ogni cosa è un vero malanno.

Ti fa male un ginocchio, il piede o la caviglia … chi si arrabbia? Nessuno se la piglia.

Intanto con chi dovresti lottare se appena appena il medico ti sta ad ascoltare?

I dolori sono tuoi e non li puoi lasciare, tienili stretti stretti e non stare a pensare.

Cerca delle persone la compagnia, non è che rinverdisci, questo già lo sai e giovane non tornerai.

Ma la prospettiva è buona, la vita si è allungata, non pensare a come l’hai passata.

Anche se zoppichi un po’ e tanti sono gli affanni , la vita è bella,

 perché non pensare ad arrivare a cent’anni?

 

Per divertirsi un po’

            Due ragazzi salgono sull’autobus e dicono: “Questa è una rapina a mano armata”! Più in là due vecchiette: una dice all’amica: “Meno male, credevo fosse il controllore.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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