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FEBBRAIO 2015

     

 

Un invito al mendicante col bicchiere di carta (Iolanda Lo Monte)

 

            Ce n’è uno anche da noi la domenica mattina davanti alla porta della chiesa: un mendicante col suo bicchiere di carta, oppure un senza dimora, col suo foglio di richiesta. Perché nessuno lo prega di entrare? Nessuno lo invita a partecipare alla liturgia? Perché nessuno riesce ad immaginare un mendicante nella cerchia di coloro che vanno in chiesa, vestiti a festa? Eppure sono proprio queste le persone con le quali Gesù ha voluto avere a che fare, a cui si è rivolto. Coloro che, più di tutti, Lui ha creduto capaci di comprendere il suo messaggio. “Venite a me…” ha detto agli affaticati e oppressi “e io vi darò ristoro”

            E noi cristiani? Siamo forse disposti a sedere insieme a questa gente sulla stessa panchina, in chiesa? Effettivamente durante la liturgia le nostre chiese dovrebbero essere piene di mendicanti, di tipi dalle vesti lacere, perché dovremmo andare incontro a tutti gli uomini, come ha fatto Gesù Cristo. Vale a dire: non fare nessuna differenza tra persone socialmente elevate e poveracci. L’amore di Dio, ha accettato chiunque, anche i più poveri, come compagni di mensa, come vicini di panca in chiesa, come fratello e sorella. Imitiamolo.

            E forse per la prima volta inviteremo quel mendicante col bicchiere di carta.

 

Riflessione e pratica (Iolanda Lo Monte)

 

            Gesù è nascosto nell’ostia per dare vita a tutti. Nel suo nascondimento abbraccia tutti i secoli e dà luce a tutti. Così noi, nascondendoci in Lui, con le nostre preghiere e riparazioni, daremo luce e vita a tutti, anche agli stessi eretici ed infedeli, perché Gesù non esclude nessuno. Che fa in questo nascondimento? Ci fa simili a Sé. Per  farci simili a Gesù dobbiamo nascondere tutto in Lui. Pensieri, sguardi, parole, palpiti, affetti, desideri, passi, opere..- e anche le stesse preghiere nasconderle nelle Sue e, come l’amante Gesù nell’Eucaristia abbraccia tutti i secoli, così li abbracceremo noi. Se saremo stretti a Lui, saremo pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua, desiderio di ogni cuore, passo di ogni piede, opera di ogni braccio. Così facendo storneremo dal Cuore di Gesù il male che vorrebbero fargli le creature, cercando di sostituire a questo male tutto il bene che sarà possibile fare  e in tal modo pressare Gesù a dare a tutte le anime salvezza, santità, amore. La nostra vita, per corrispondere a quella di Gesù si deve uniformare alla Sua. L’anima si deve trovare, con l’intenzione, in tutti i tabernacoli del mondo, per fargli continua compagnia e dargli sollievo e riparazione e con questa intenzione fare tutte le azioni della giornata.

 

La missione della donna (Iolanda Lo Monte)

 

            Tutti parlano della donna in diversi modi, ma molto rimane ancora da conoscere del suo mistero e non se ne parlerà mai abbastanza. La sua ricchezza è tale e di tanta importanza che, se conosciuta e valorizzata, influisce positivamente su tutta la famiglia e sull’intera società. La donna è ricchissima spiritualmente, per la sua interiorità e per la comunione intima con Dio. Dio che è amore, trasmette alla donna il suo stesso amore che lei poi dona al marito e alla famiglia. La donna ha una potenzialità spirituale grandissima, tanto da essere lei lo spirito della famiglia. La donna ha una grande capacità di preghiera, di lode, di slancio, di supplica, è la voce orante della famiglia. E lei che sa innalzarsi a Dio con tutta l’anima, sa trasmettere Dio e il suo amore a tutta la famiglia. E’ lei che sa piegare le sue ginocchia davanti a Dio per strappargli qualsiasi favore perché ha un cuore misericordioso. La donna è ricchissima affettivamente, penso che nessuno può capirla e conoscerla totalmente. La donna possiede un tesoro affettivo che neppure lei conosce e sa usare.

            Ovviamente parliamo della donna saggia. Quella di cui parla la Bibbia.

 

I due fanciulli 1938 Altri tempi, altro Natale Luciana Canepa

            Quei due fanciulli appiccicavano il naso contro quella piccola vetrinetta del lattaio. Era irresistibile poter vedere quelle basse scatolette allineate con dentro i neri pesciolini, le stringhe, le colorate mentine, quella specie di elastico nero, arrotolato su se stesso, i bastoncini di legno al gusto di liquirizia… poterle vedere quelle cose e immaginare quanto fossero buone.

            Intanto arrivò dicembre e quindi quella bella festa tanto desiderata che è il Natale.

            Quella mattina la mamma chiamò i due fanciulli e porse loro due lire ciascuno dicendo: “Andate e spendeteli come volete”. I due fratelli dire che fossero felici è troppo poco! Finalmente sentire il sapore di tutti quei dolcetti tanto desiderati era una gioia tanto grande da restare scritta nel cuore per tanti anni. Quanti? Fino alla vecchiaia! Tanto da ricordare tutto con emozione e commozione.

 

I poveri Luciana Canepa

            I poveri sono quelli che sono nati in famiglie disagiate, quelli che, avendo genitori senza istruzione, quasi sempre restano al limite della società, faticano a capire da che parte stare, spesso si fanno abbindolare dai soliti furbi e solo con grandi sacrifici riescono a capire la verità. Spesso con onestà riescono a salire la scala dei valori, ma a volte, senza aiuto alcuno, la fatica spegne la voglia di riuscire a trovare la strada giusta. Le ingiustizie, la mancanza di aiuti rende consapevoli questi “nati sfortunati” che solo la cultura rende liberi. Questo dubbio fa nascere nel loro cuore il desiderio che i loro figli non dovranno subire le loro umiliazioni.

            Quando le tenebre verranno squarciate e il sole illuminerà il cammino dei diseredati, sarà un grande giorno per l’umanità. Con un‘istruzione adeguata, con la pace tra i popoli, senza l’odioso egoismo regnante in questa società malata, potremmo realizzare quello che ci è stato insegnato: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Chissà se ce la faremo!

            Non possiamo gettare al vento la speranza. Impegniamoci tutti!

 

Madre Speranza, aiutaci. Luciana Canepa

            Siamo in guerra. Questa frase, ascoltata in TV a proposito di quello che è successo a Parigi, mi fa rabbrividire; ho l’età per sapere e ricordare il grande significato di questa parola : GUERRA!

            Chissà se Papa Francesco, intervenendo come lui sa fare, può calmare gli animi, e, con quella voce umana e intensa può fornire la prova che il Dio osannato dai cristiani avrebbe la possibilità di raggiungere anche i cuori che sbagliano, pensando che il loro dio abbia una voce diversa dal Dio cristiano.

            Speriamo che questo accada. Aiutaci, Signore! Madre Speranza intercedi per noi!

 

Troppo gelosa Luciana Canepa

            Era sera, adesso è notte. Lei, dopo una lunga litigata se n’è andata!

            Domani è S. Valentino: a chi chiederò quale sarà il mio destino? Troverò una fata che mi possa consolare o dovrò piangere lacrime amare, perché non l’ho saputa fermare?

            Già tra le persiane filtra la prima luce del mattino. Trilla il telefono: è lei. Pentita mi dice:

“Forse ho esagerato, come posso farmi perdonare? Giuro che non sarò mai più così gelosa”.

            Io che l’amo sopra ogni cosa la rassicuro: “Domani è S. Valentino, ti stringerò forte a me, tanto forte che sentirai quanto ti amo, e come batte il mio cuore!”

 

Questo è uno scritto di Marisa, trovato dal marito Giovanni,  giorno 31/12/2014, dopo vari mesi dell'avvenuto decesso

Ancora un anno nuovo,

giorni da vivere e da assaporare,

pieni di lodi al Signore

nell'attesa del GIORNO D'AMORE,

quando con occhi che non conosco,

vedrò il Volto che non ho mai visto.

Non so quando avverrà.

ma sarà il giorno d'amore.

Per questo sono venuta al mondo.

 

           

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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