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FEBBRAIO 2012

     

“Il Signore vi dia la pace” Iolanda Lo Monte

 

            La pace è un dono grande di Dio poter avere un tempo per pregare, un luogo per pregare. E’ un dono prezioso pregare sotto l’azione dello Spirito Santo, è un dono poter stare in ascolto nella preghiera. Impareremo a pregare quanto più pregheremo, perché è pregando che s’impara a pregare, non c’è un metodo.

            Pregare è scoprire sempre di più la comunione con Dio, è ascoltare Dio che ci parla, Dio che ci conduce, Dio che ci guida lungo il corso della nostra vita.

            Pregare non è una sequenza di frasi, di parole, non è un rito. Pregare è metterci in ascolto di Dio, abituarci ad ascoltare. Noi siamo abituati a parlare con Dio ma molte volte la nostra preghiera rimane un nostro sfogo personale, ma non ascoltiamo Dio che ci dà le risposte attraverso la Parola, attraverso i fratelli, attraverso i fatti, attraverso la creazione.

            E’ molto bello ascoltare, perché l’ascolto ci fa diventare signori di noi stessi, ci fa scoprire il valore della solitudine; la solitudine riempita di Dio è un valore immenso, è la pienezza della persona che conosce se stessa, valorizza se stessa, mettendosi in relazione con Dio.

            Dio illumina la pienezza della persona quando vive la sua solitudine. La rende consapevole di se stessa e la persona loda e benedice il Signore con tutto il suo essere e poi dona agli altri la sua ricchezza.

            La solitudine è un valore grandissimo ma poco compreso. La solitudine non è stare soli, chiudersi in se stessi ma trovare la pienezza di se stessi immergendosi in Dio.

 

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Avanza sulla mia strada Iolanda Lo Monte

 

Senza sapere dove sono

né dove vado,

rimugino i miei problemi,

scoraggiata per l’insuccesso

e per tutti coloro che mi fanno dei torti…

Ma non sono sola: un Amico mi attende

alla curva della strada.

Gli confido i miei segreti,

mi ascolta e mi parla.

Gli occhi del cuore mi si sgranano

e vedo l’invisibile:

una luce si accende,

rischiara il mio intimo.

Un sole che sorge mi dona calore,

mi dà felicità,

mi dà coraggio…

Ed io proseguo la mia strada.

 

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Le coordinate dell’esistenza umana Iolanda Lo Monte

 

            E’ a questo punto della mia vita, che la domanda sullo scopo della mia esistenza si fa più precisa e diventa la seguente:

            “Quale disegno ha Dio su di me?”

            Una domanda che non dovrebbe assillare solo i giovani ma tutti, a tutte le età. La risposta generale non è difficile: Se Dio mi ha chiamata a un’esistenza senza fine, il fine non può essere che Dio stesso. Tutte le creature, infatti, escono dalle mani di Dio e a Dio fanno ritorno. Ma la risposta diventa difficile quando cerco di capire quale fine io sono chiamata a realizzare secondo quattro dimensioni principali:

  • Come creatura,
  • come cristiana,
  • come membro della comunità ecclesiale,
  • come membro della società civile.

            Queste si possono definire le grandi coordinate dell’esistenza umana. Sicuramente questi aspetti, presi insieme, definiscono la nostra identità e la nostra vocazione personale, ma la loro attuazione concreta viene a cozzare contro mille difficoltà, interne ed esterne a noi stessi.

            Le difficoltà interne vengono dal temperamento, di gusti, dalle inclinazioni e dall’educazione che abbiamo ricevuto.

            Ma le difficoltà peggiori vengono dall’ambiente, o meglio, dalle caratteristiche culturali che definiscono il tempo e il luogo in cui ciascuno di noi vive.

 

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Dal libro dei Proverbi

 

La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani. Zali Carolina

 

            Grande tu sei, mio Signore e mio Dio! Ai nostri occhi compi meraviglie. La terra tutta canta inni di ringraziamento e di lode per tutto ciò che hai creato.

            Infine hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza e nonostante la sua disobbedienza, hai messo tutto ai suoi piedi: la bellezza del cielo, la ricchezza della terra con tutti i suoi frutti. Anche una sposa tratta dalle sue stesse membra gli ha donato, perché non restasse solo e formasse una famiglia.

            “Tu, donna, partorirai con dolore e tu, uomo, guadagnerai il pane con il sudore della tua fronte”.

            Questo il frutto venefico della disobbedienza.

            Ma per redimere l’umanità dal peccato, ci hai donato Gesù Salvatore e Redentore. Figlio unigenito di Maria per Tuo volere. Lei, la Donna del dolore, della purezza e dell’amore, abbraccia il suo sacrificio con viva fede e obbedienza, affinché si compisse la volontà di Dio Padre, per salvare tutta l’umanità dal peccato originale e far comprendere agli uomini che attraverso il sacrificio che la vita ci impone, l’uomo che vive della Parola di Dio, può discernere il bene dal male e, a suo tempo, sposare la donna dai sani principi, che saprà governare la sua casa con amore, accettando i figli che il Signore le donerà, come tesoro della vita che continua, mettendo così in pratica le sue virtù di madre e di sposa; una donna che saprà accettare con pazienza ogni vicissitudine della vita, per non allarmare lo sposo, impegnato nelle sue responsabilità lavorative.

            Soltanto attraverso il nostro sacrificio e la preghiera, che illumina la nostra mente e il nostro cuore, riusciremo a costruire la nostra casa sulla roccia, una casa che nessuna intemperie potrà distruggere.

            Beati gli sposi che camminano sulle vie del Signore: non temeranno alcun male, ma saranno d’esempio ai figli e alla società.

            La vecchiaia non sarà scongiurata come un male, ma sarà celebrata come vittoria, per aver raggiunto il vero senso della vita, la vera gioia dell’anima, preludio della gioia del cielo.

            Grazie, Signore, per il Tuo infinito amore!

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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