Natale 2018 Iolanda Lo Monte
Mille colori sfumati, mille luci sfolgoranti, blu trapunto di stelle, bianco di luce lunare, visi lucenti al cielo rivolti: l’Evento si rinnova, il silenzio avvolge il creato, il silenzio sospende ogni pensiero, è il silenzio beato. S’aprono i cieli tra file di luci e di veli, cantano le stelle canzoni antiche di mamma, dolci nenie ai sensi del suo bambino, belante come agnellino, gioioso al raglio di un tenero asinello, al caldo muggire di un morbido bovino.
E’ tutta una festa nella notte, in ogni punto della terra, perché è nato al mondo, venuto dalle stelle, il Bimbo divino. La notte è chiara di luna e assorbe il canto di pace di voci bianche di gloria, son cento, son mille, il numero non conta, è Dio, fuori dal mondo, che scende fra gli uomini chiusi nel tempo.
E’ di nuovo Natale, cantano i pastori sazi nel cuore che trabocca d’amore.
BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO,
FRATELLI E SORELLE DELL’AMORE MISERICORDIOSO
Parola celebrata e vissuta Iolanda Lo Monte
Ogni volta che la comunità si raduna per celebrare il mistero di Cristo, si mette prima di tutto in ascolto della sua Parola. E’ la Parola di Dio che invita al gesto rituale e rende presente e operante, qui per noi, il mistero di salvezza. Così, quando nella liturgia la Parola annuncia la Pasqua, il fremito della risurrezione riempie la comunità di un nuovo spirito creatore. Se proclama la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, lo stesso fuoco che ha infiammato una volta gli Apostoli e Maria in orazione, prorompe nuovamente a giudizio di salvezza del mondo. Non si insisterà mai abbastanza su questa efficacia della Parola di Dio, celebrata nella Chiesa: chi volesse distruggere questa forza attualizzatrice, spezzerebbe l’unione tra Cristo e la chiesa suo corpo. Parola e sacramento sono inscindibilmente connessi: la Parola conduce al sacramento e in esso si attua la sua efficacia. Questo incontro suscita e sostiene la vita dei credenti e alimenta la testimonianza generosa nell’oggi delle situazioni e dei problemi reali sotto l’azione dello Spirito, rinnova il presente in vista del futuro del Regno di Dio.
Nella storia che tutti coinvolge, credenti e non credenti, l’annuncio della Parola deve apparire ad ognuno come una risposta alle proprie domande, un allargamento ai propri valori, una soddisfazione alle proprie aspirazioni.
I tempi dell’Esodo, una storia fra tante Iolanda Lo Monte
Nelle partenze che per anni si susseguivano dall’Istria e dalla Dalmazia non c’erano scommesse sul futuro, la ricerca di un nuovo inizio, la prospettiva di un cambiamento! C’era l’abbandono forzato, la censura brusca e violenta con la propria identità territoriale, la rottura di una tradizione, l’andarsene senza ritorno. Anche quando l’esule riesce a riformarsi una vita, una famiglia, una prole, una patria, una nuova identità linguistica e culturale, egli non sfugge completamente al marchio del trauma iniziale. Può abituarsi a convivere con esso, può fingere di dimenticarlo, ma non potrà mai cancellare del tutto il segno
Ho lasciato per sempre la mia terra ma non ho rimpianti: mi sono portata via il bianco degli scogli in marina, il profumo dei grappoli d’acacia, il pianto sul viso dell’infanzia lontana. Non ho rimpianti perché la mia terra non è più la mia terra.
Un esule Iolanda Lo Monte
Provavo gratitudine per la pietra fredda e ruvida, sotto le mie dita, per l’aria fresca che respiravo, per non sentirmi più paralizzata dal terrore, ma in quel momento, al pensiero di diventare un esule, ho capito che mi ci sarebbe voluta un’altra vita intera per trovare un posto mio in un mondo straniero e che comunque non avevo una vita di scorta.
Sono nata nella grande pianura, dove il vento corre tra le erbe, e io lo inseguivo a mani tese. Lontana è la patria dove il mare luccica di sole; infinito è il mondo al di là del mare. Un mare così, tra le due parti, fin dentro le cose, io non l’ho mai visto da nessuna parte.
La mia grande fede mi ha sostenuta.