Vecchiaia Iolanda Lo Monte
Ogni volta che facevo visita ad un mio parente in là con gli anni e gli chiedevo come stava, egli mi rispondeva: “Ah, vado perdendo tutto: il mio udito, la mia vista, ogni cosa”. La mia risposta mostrava tutta la mia sofferenza per la vecchiaia. E’ triste quando anche il nostro potere di comprensione declina! Questo signore, un uomo colto che copriva un posto di primo piano nei circoli intellettuali, ora non leggeva nemmeno il giornale, né era più capace di seguire gli eventi di ogni giorno né leggeva libri poiché non riusciva più a comprendere bene. Che umiliazione! Egli desiderava capire ma non ne era più capace! Quindi si lamentava: “La mia memoria viene meno!” Fino ad ottant’anni questo signore ebbe la fortuna di possedere un’eccellente memoria, ma poi la sua capacità di ricordare diminuì ed egli non poté più esprimere i suoi punti di vista come avrebbe voluto, se non avesse perso la memoria. Così quando venivano proposti alcuni argomenti era incapace di unirsi alla conversazione, poiché era ignorante in proposito. In tutti i suoi movimenti, in particolare quando camminava, in precedenza era stato agile, ma ora egli poteva solo procedere con difficoltà, appoggiandosi al braccio di qualcuno o con l’aiuto di un bastone, di cui non poteva fare a meno. Ora egli aveva sempre bisogno di aiuto.
Sperimentava la miseria della nostra umana condizione, quando la legge dell’invecchiamento sottrae le facoltà fisiche e mentali e ci rende poveri nel più vero senso della parola e dipendenti dagli altri.
Sì, l’invecchiamento è una forma di sofferenza, oltretutto è spesso accompagnata da varie malattie che sopraggiungono naturalmente con l’avanzare degli anni. Questo mio vecchio parente ne è una testimonianza.
Ma avendo molto tempo per restare nel silenzio e nella preghiera, a causa della diminuzione delle sue facoltà mentali e per la sua condizione fisica, egli considerò molte volte la sua vita secondo l’ottica di Dio.
Natale 2012 Iolanda Lo Monte
Il Natale è la celebrazione della presenza di Dio che non viene nel fragore o segni prodigiosi ma si manifesta attraverso la povertà e il silenzio di un bambino in fasce.
Questo segno che il Signore ci offre, dovrebbe essere l’atteggiamento che ci guida a riscoprirlo attraverso il quotidiano. Possiamo ritrovare, invece, tante occasioni nel nostro vissuto, riempite dall’abbondanza e qualche volta dallo spreco.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” diciamo quando preghiamo il Padre nostro e certamente non possiamo dire di non essere esauditi. Ecco allora il pane quotidiano, segno della presenza silenziosa di Dio.
Ogni anno, guardandoci dentro, potremo scoprire pochi o tanti spiccioli di fede, una fede forte o esile, rinnegata o ricercata, dimenticata… Attraverso di essa, comunque, dobbiamo chiedere a Dio la forza di non scappare, di non nasconderci dietro al dolore e di non lasciarci vincere dalla disperazione.
Ogni giorno è dono, ogni minuto è risorsa per spendere tutti gli istanti della vita guardando un po’ più in là, per non rimpiangere di essere solo invecchiati.
Buon Natale a tutta la famiglia dell’Amore Misericordioso