A cura di Bruna De Cicco
Proseguiamo la lettura e la riflessione del punto 9 della Bolla, Misericordiae Vultus.
“Gesù afferma che la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli.
Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia. Il perdono delle offese diventa l’espressione più evidente dell’Amore Misericordioso e per noi cristiani è un imperativo da cui non possiamo prescindere. Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici. Accogliamo quindi l’esortazione dell’apostolo: « Non tramonti il sole sopra la vostra ira ».
Nelle nostre preghiere nelle nostre riflessioni troppo volte ho pensato e ho sentito pregare per i peccatori, troppe volte io, ho pregato per i peccatori. Con tale modalità intendiamo i peccatori altri al di fuori di noi. E’ qui è lo sbaglio di noi cristiani, di me stessa cristiana. Non ritenerci a volte peccatori. Riconoscerci peccatore! Riconoscermi peccatore è il primo passo che Dio mi chiede. A volte nelle mie riflessioni personali mi sono ritenuta una cristiana coerente, che non ha grossi peccati sulle spalle da confessare. Questa considerazione è un grosso peccato di presunzione, in quanto ho ritenuto un mio pregio, quello di non aver fatto quello che invece altri hanno fatto: ucciso, rubato, tradito, rinnegato, eccetera. Se non ho macchiato la mia anima con tali peccati, non è certo frutto della mia bravura, della mia cristianità, ma è soltanto frutto delle grazia di Dio che ci viene incontro che ci precede che ci segue, è il Signore, che non si dà per vinto, perché vuole solo il nostro bene la nostra gioia la nostra felicità. “Siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia”.
Ecco allora che la parola MISERICORDIA si riempie di significati: secondo me è riduttivo parlare di Misericordia = Perdono. La Misericordia di Dio è un amore che arriva al Perdono, di cui il Perdono è l’ultimo stadio. La Misericordia è l’amore di Dio che nutre i suoi figli per il proprio bene. E’ un amore che vuole veramente rendere felice a prescindere dalle caratteristiche dell’amato: buono, cattivo, riconoscente, piccolo, grande, colto, ignorante …… E’ un amore che vuole trasformare i cuori induriti, un amore che vuole che i nostri cuori diventino sempre più simili a quello del Padre.
“Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici”.
Per riconoscere la volontà di Dio nelle situazioni che ci si presentano nella nostra vita familiare e non solo, è importante porsi in ascolto dei nostri stati d’animo, di come viviamo, di cosa sentiamo nella verità. Quando le nostre scelte non ci danno la serenità del cuore e ci sentiamo tristi, sono scelte che non vengono da Dio, ma piuttosto dal Nemico che ci strattona che ci porta sulla sua strada, lontano dal volere di Dio. Le scelte maturate nella gioia (anche se nel dolore e nella sofferenza) sono le scelte volute da Dio nostro Padre. Nelle parabole della Misericordia dice Papa Francesco “Dio viene sempre presentato come colmo di gioia, soprattutto quando perdona. In esse troviamo il nucleo del Vangelo e della nostra fede, perché la misericordia è presentata come la forza che tutto vince, che riempie il cuore di amore e che consola con il perdono”.
La gioia è di Dio la tristezza è di Lucifero!
“La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri.”
Questa affermazione di Papa Francesco è bellissima. Dio si sente responsabile della mia persona, delle mie azioni. Vuol dire che farà proprio del tutto per non farmi cadere, per farmi diventare santa a sua somiglianza, ma allora se mi abbandono con fiducia nelle sue braccia, nulla di male potrà accadermi, se non avere la felicità non terrena ma eterna, divina nel senso di felicità voluta da Dio. E allora tutti gli accadimenti della nostra vita non dovrebbero turbarci più di tanto perché tutti saranno finalizzati a fare la sua volontà, ovvero il nostro bene e la nostra felicità
Quando abbiamo la responsabilità di qualcuno, penso al nonno al quale è affidato un nipotino, mentre i genitori sono al lavoro o per le vacanze. Quel nonno è responsabile della vita del bambino, e mette in essere tutte quelle attenzioni e precauzioni per far stare bene il nipotino, per renderlo felice, per non fargli sentire la mancanza dei genitori, per non fargli accadere nulla di male, addirittura ci sono nonni talmente apprensivi che facendo non volutamente del male, impediscono al bambino di giocare o di muoversi liberamente per non fargli accadere nulla di male, anche un semplice bernoccolo. Fanno i nonni di più di quello che fa un genitore, perché si sentono responsabili, perché hanno paura che gli accada qualcosa di male. Questo è quello che Dio fa con noi. Siamo suoi figli e si sente responsabile per cui il suo Spirito mette in essere tutte quelle precauzioni e attenzioni per non farci commettere alcun male e quando noi chiudiamo il cuore al suo Spirito, il suo Amore infinito arriva anche al Perdono, mai Dio mette limite al suo amore, va sempre oltre, è il Dio degli eccessi, sempre ci tende la sua mano il suo dito sempre, anche nelle peggiori situazioni che noi uomini siamo in grado di creare.
Questa responsabilità di Dio per noi mi dà tanta felicità e tranquillità, mi fa vivere più serenamente, in quanto dove io non riesco a vedere soluzioni, so che lì ci sarà la mano di Dio che con il suo Spirito non si arrenderà a trasformare il male in bene.
Dio è responsabile dei suoi figli, nel senso che ci vuole FELICI, colmi di GIOIA e di SERENITA’.
(Segue il prossimo mese)