La sequela di Gesù (Iolanda Lo Monte)
Lungo il corso della storia Dio ha continuato ad arricchire la Chiesa con i suoi carismi: ha suscitato uomini e donne che si sono innamorati di Gesù e hanno voluto seguirlo e imitarlo con uno stile di vita obbediente, povera e casta. Si tratta di uomini e donne che hanno colto le necessità dell’umanità e, con grande audacia e coraggio hanno donato la vita, affrontando pericoli e sofferenze nel tentativo di aiutare i fratelli ad entrare nel regno di Dio.
La testimonianza della loro vita, la chiarezza dei loro obiettivi, la bontà della loro causa, il loro coraggio e la tenacia nel difendere la verità evangelica, hanno motivato altre persone ad innamorarsi degli stessi ideali, ad unire le loro volontà, le loro energie per far sì che questo mondo assomigli sempre un po’ più al disegno meraviglioso che Dio ha su di esso: un regno di fratelli in cui la pace, la giustizia, la libertà, la verità, l’amore siano le leggi fondamentali.
Questa è stata l’origine degli Ordini, delle Congregazioni, degli Istituti e dei movimenti nella Chiesa. Questi uomini e donne provvidenziali, sono stati suscitati dallo Spirito Santo, per dar vita a famiglie religiose, a stili di vita profetici e carichi di significato evangelico, presenze che rendono visibile ed efficace l’amore di Dio per il mondo, sono chiamai fondatori.
Quando, dopo le persecuzioni, il cristianesimo è stato dichiarato da Costantino religione ufficiale dello Stato e la vita secondo il Vangelo subisce una caduta di tensione e di radicalità, sorgono gli eremiti e la vita monastica, con le grandi regole di S. Agostino.
Tempo di Quaresima (Iolanda Lo Monte)
Il cammino di 40 giorni (Quaresima) di preparazione alla Pasqua si apre con mercoledì delle Ceneri. E’ la celebrazione che invita tutta la comunità a riconoscersi nel bisogno di perdono e di rinascita nell’amore verso Dio e i fratelli. Il colore violaceo delle vesti liturgiche, la sobrietà dell’arredo e lo stile dell’ascolto umile della Parola di Dio, caratterizzano l’inizio del tempo di penitenza, che rievoca la sofferenza del popolo di Israele nella terra di Egitto, desiderio di essere liberati dal peccato, per camminare verso la terra promessa. Il segno della cenere, prodotta dalla consumazione dei rami di ulivo benedetti nella solennità delle Palme, indica la condizione di debolezza dell’essere umano di fronte al mistero di Dio. Il gesto liturgico di ricevere sul capo un po’ di cenere è accompagnato dall’invito alla conversione e a credere al Vangelo. Vivere il tempo della Quaresima significa rimettersi in discussione e intraprendere un nuovo cammino dell’esodo, sotto la guida di Dio. La Pasqua è la festa della vittoria: Cristo trionfa sulla morte e apre le porte del cielo all’umanità intera. La risurrezione non deve essere vista come un evento spettacolare, ma come il credente vive la risurrezione di Gesù, che è venuto per dare senso e futuro a tutta l’umanità. Un’occasione, per il credente, di riflettere sulla sua condizione e per stabilire un contatto più vero e più intenso con Dio. La Pasqua rappresenta un andare oltre la visione egoistica del proprio sé, dei propri limiti, dei propri rebus, per proiettarsi verso una vita tesa a vedere l’altro, a conoscerlo, ad accoglierlo, ad amarlo sull’esempio di Cristo.
Nel mondo d’oggi ci sono tante anime che dicono di essere assetate d’amore e che cercano Gesù, ma non comprendono che per fluire e godere del Suo amore basta tendere le proprie mani al fratello, basta congiungerle in segno di preghiera, basta inginocchiarsi ai piedi della croce e meditare sulla passione.
Verso la Pasqua (Iolanda Lo Monte)
Chi ama Gesù impara ad amare se stesso e gli altri. Oggi più che mai il credente ha bisogno di amore, di forza, di coraggio, di sapienza di vittoria, di quella vittoria che fa assaporare a tutti la dolcezza del cielo. La Pasqua è la festa che segna il trionfo della luce sulle tenebre, il trionfo del bene sul male, il trionfo della rinascita sul peccato.
Quale scusa deve dare il credente dunque alla vita e alla morte?
La risposta giunge precisa dal Vangelo. “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se morto vivrà”. La salvezza dell’intera umanità è stata voluta dal Padre che ha sacrificato il Figlio: atto d’amore che richiama ogni cristiano ad un impegno attivo: accogliere l’amore, custodire e promuovere la vita vera e santa. Furono gli stessi atti di Gesù per raggiungere la pienezza della vita eterna.
Non vivere la vita significa dare risposte affermative alle tentazioni che inneggiano alla non vita, rivelando così la mancanza di fede nella risurrezione, una cecità che conduce alle tenebre della disperazione.
La Pasqua è vita, la Pasqua proclama solennemente che l’amore è più forte dell’odio, che la parola buona è la speranza per l’umanità, che la luce di Cristo risorto invita ad attendere il giorno radioso in cui le lacrime degli ultimi saranno asciugate.
Festeggiamo la Pasqua aprendo le braccia all’altro e sciogliamo i nostri cuori al suono libero delle campane.
Dov’è Dio quando ne abbiamo bisogno?
Il chirurgo disse: “Mi spiace, abbiamo fatto tutto quello che potevamo”. La Madre capì e disse con amarezza: “Perché i bambini si ammalano di cancro? Dio, dov’eri quando mio figlio aveva bisogno di te?”
Quella madre pianse tutta la notte, fino ad addormentarsi sul cuscino del piccolo. Al mattino, svegliatasi trovò un foglio di carta ripiegato, lo aprì, diceva: “Cara madre, so che non mi vedrai più, ma non pensare che ti abbia dimenticato o che abbia smesso di amarti solo perché adesso non sono lì a dirti ti amo. Ti penserò ogni giorno, mammina e ogni giorno ti amerò sempre di più. Pensa, un giorno torneremo a vederci. Ti prego, non essere triste quando pensi a me: dove mi trovo è stupendo, i nonni sono venuti ad accogliermi quando sono arrivato. Gli angeli sono molto amichevoli, Gesù è ben diverso dalle sue immagini viste sulla terra, ma ho capito che era Lui appena lo vidi. Gesù mi ha portato a vedere Dio Padre! Ma ci pensi, mammina? Mi sono sentito in famiglia e gli ho parlato e Lui mi ha ascoltato con molta pazienza. A Dio dissi che ti volevo mandare una letterina per ringraziarti di tutto quello che avevi fatto per me. (Benché sapessi che non era permesso) Dio mi diede il foglio e la sua penna personale per scrivere questa lettera.
Dio mi disse che risponderà a quanto tu hai chiesto.
“Dove era Lui quando io ne avevo bisogno”
Dio mi disse che era nello stesso luogo dove si trovava quando l’altro Figlio Gesù agonizzava in croce. Mamma, Egli era proprio vicino a me, mi consolava e mi donava forza e incoraggiamento, così come fa con tutti i suoi figli.
Adesso sono felice, non sento più dolore, perché Dio ha mandato l’angelo della misericordia per prendermi, dicendomi che io ero un incarico speciale.