Nell’amore il senso della vita Iolanda Lo Monte
Creati a immagine di Dio, ci possiamo realizzare solo nel dono di noi stessi e nell’accoglienza dei fratelli. Oggi molte persone credono che per realizzare la loro vita occorre guadagnare molto, accumulare proprietà, diventare famosi, esercitare il potere. Questo modo di pensare è diffuso da una pubblicità sempre più martellante che, a senso unico, ci propone, con metodi convincenti, prodotti da acquistare e da consumare.
Ma le cose, anche se possedute in grande quantità, non possono dare da sole, senso alla vita. Per questo forse mai come oggi la gente non si sente realizzata, sperimenta la mancanza di significato dell’esistenza e, talvolta, viene tentata addirittura di rifiutare la vita stessa.
Per comprendere il senso della vita umana, dobbiamo metterci in ascolto di Colui che, avendola creata, può dirci l’universale parola di verità su di essa. Dio, attraverso la parola e i gesti di Gesù, ci rivela che solo per l’amore, inteso come dono di sé, la vita acquista la sua vera dimensione e l’uomo sente realizzate le sue più profonde aspirazioni e si sente utile.
Gesù esprime questa realtà con una suggestiva immagine: “Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto. Chi ama la sua vita in questo mondo la perde; chi la dona, la rende feconda per l’eternità”.
Occorre quindi recuperare il senso profondo della nostra vita, interpretandola alla luce della parola e dell’esempio di Gesù, come Amore-Dono.
La coscienza politica del cristiano: la non violenza Carolina
Signore Gesù, Figlio di Dio vivente, fonte di umiltà e di luce, sceso su questa terra di eresie e di peccato, illumina le menti povere di santità e poco lungimiranti, per far pregustare la vera gioia che nasce dal tuo Cuore sofferente a causa dei peccati del mondo. Perché farti soffrire, mio adorato bene, sorgente di vita e di carità? Colui che rinnega la tua verità sarebbe meglio non fosse mai nato! Grande Tu sei, Signore, nei cieli e sulla terra; nella costante preghiera nutri e ammaestri i Tuoi discepoli: pescatori instancabili e modesti uomini della tua terra natia.
Gesù conosceva i pensieri e le tribolazioni dei suoi concittadini e perciò, percorrendo la Palestina alleviava ogni male con continui miracoli. Un giorno, dopo aver preannunciato che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, si ritirò sul monte a pregare e meditare. Trascorsa la notte e fattosi giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, ne scelse 12 e diede loro il nome di apostoli: Simone, che chiamò Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo e Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Tommaso e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone zelota, Giuda di Alfeo e Giuda Iscariota, il traditore. Ad essi avrebbe affidato il deposito della grazia, perché continuassero la sua missione.
Discesi dal monte si fermarono su un ripiano. C’era molta folla venuta per ascoltarlo e per essere guariti. Anche quelli tormentati da spiriti immondi venivano guariti, grazie alla Sua potenza divina. Gesù, scorgendo la negatività e la cupidigia presente in molti cuori, alzando gli occhi verso i suoi discepoli diceva: “Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio, beati voi che adesso avete fame, perché sarete saziati, beati voi che ora piangete, perché gioirete, beati voi quando gli altri vi odieranno, vi disprezzeranno a causa del Figlio dell’uomo, rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nel cielo! Ma guai a voi ricchi, perché avrete fame!
A voi umili che ascoltate la mia Parola e la mettete in pratica, prometto che quando salirò al Padre mio e vostro, manderò lo Spirito Santo con i suoi doni: La Sapienza, che illuminerà la mente, l’Intelletto che vi istruirà, la Giustizia che vi farà riflettere, la Fortezza che vi darà equilibrio, la Scienza che vi guiderà, la Pietà che toccherà il vostro cuore e il Timor di Dio, che vi darà in premio la gioia e la serenità del cuore.”
Grazie, Gesù mio Signore!