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DOMANDE INQUIETANTI (Teresa Ciardiello – Comunità di Succivo)
(Le domande sono tratte dal libretto di formazione permanente della
Famiglia dell'Amore Misericordioso 2007)
Se Dio è buono e ha fatto tutto con amore e per amore, perché c'è il male?
E se è onnipotente perché permette il male?
A questi interrogativi tanto dolorosi e misteriosi si può rispondere solo con la fede cristiana. La fede che ci dà la certezza assoluta che Dio non vuole il male che c'è nel mondo, ma lo permette perché da esso ne trae del bene. Ne abbiamo un esempio nella crocifissione e morte del suo Figlio unigenito: Egli ne ha permesso la morte in croce per trarre da essa la nostra redenzione, cioè la liberazione dai nostri peccati. Il male è presente nel mondo fin dalla creazione, con il peccato originale di Adamo ed Eva ed esso si trasmette di generazione in generazione, ma Dio vince il male con la sua misericordia, il suo perdono e il suo amore per noi. La causa del male proviene dal peccato ed è attribuita esclusivamente all'umanità, non a Dio. Con il peccato l'uomo perde la fiducia in Dio, l'offende e lo rifiuta e proprio per questo ne scaturiscono terribili conseguenze. Tali conseguenze sono la distruzione del rapporto: con Dio , perché si ha paura, si scappa da Lui e ci si allontana; con gli altri , perché si scarica la colpa sugli altri; con la terra , perché si contribuisce ad aumentare i peccati sulla terra, e quindi anch'essa ne subisce le conseguenze. Quindi il peccato contiene, in se stesso, anche le conseguenze, che diventano inevitabili, facendoci stare male con noi stessi e con gli altri. Tutte le catastrofi, le calamità naturali sono il risultato dei numerosi interventi dell'uomo sulla natura, ma secondo me, questi avvenimenti, come anche i continui cambiamenti climatici, sono anche dei segni che dimostrano che il regno di Dio è vicino, quindi dobbiamo vigilare sulla nostra condotta, affinché Egli ci possa trovare pronti. Siamo ancora in tempo per cambiare vita, per allontanarci dal peccato e dal male e per convertirci, credere alla Parola di Dio e viverla ogni giorno. Molte persone si chiedono: “Perché Dio non interviene di fronte a tanto male, e lascia morire tante persone?”. Ebbene, Dio interviene: Egli è nostro Padre, ha compassione di noi e ci viene in aiuto. Il male che Egli permette è solo per impedire che si verifichi il peggio, avviene cioè dal punto di vista divino, il minore dei mali, perché senza l'intervento di Dio, sicuramente accadrebbe il peggio. Dio non permette mai il male, se non per trarne del bene, il bene che si trova nel suo progetto divino per l'umanità. Dio è grande e buono, offre all'uomo continue opportunità per riparare al male commesso e per convertirsi. Egli, con la sua infinita misericordia, perdona i nostri peccati, li dimentica e non li tiene in conto, non ci abbandona mai, continua ad amarci sempre di più, ci offre la sua grazia in proporzione del peccato, per cui dove abbonda il peccato, lì sovrabbonda la sua grazia e il suo amore, infatti ricordiamo le parole del suo Figlio che disse: “Non sono venuto per curare i sani ma i malati”, infatti Dio ha mandato il suo unico Figlio per salvare tutti i peccatori.
La nostra fede ci deve aiutare a superare le paure e i dubbi per la presenza del male nel mondo, ci dobbiamo abbandonare completamente nelle mani di Dio, perché da Lui viene solo il bene e Lui ce lo offre in tutti i modi, sta a noi quindi accoglierlo, rifiutando il peccato, decidendo di seguire solo Lui, di rimanere uniti a Lui senza temere nulla. Queste risposte non sono date per farsi una ragione o per dare una spiegazione razionale, ma trovano il loro fondamento nella fede. Al mistero divino si può credere solo se si ha la completa fiducia in Dio. Solo con la fiducia in Lui possiamo avere il coraggio di lasciare le nostre sicurezze umane e di abbandonarci, con la forza dello Spirito Santo, alla sua divina volontà, qualunque essa sia (anche se a volte è difficile e dolorosa da accettare). Dobbiamo pensare che Dio ci ha chiamati ad essere testimoni del suo amore, quindi non siamo spettatori del mondo, ma dobbiamo impegnarci a collaborare con Lui, per essere, insieme a Lui, i protagonisti della storia della salvezza.
Voglio raccontare un'antica leggenda che renderà chiaro il silenzio di Dio di fronte al male e alle ingiustizie della vita. Questa leggenda narra di un uomo che viveva in un luogo solitario, dove c'era una croce antica e la gente vi si recava per pregare e per chiedere a Gesù Cristo qualche miracolo. Un giorno, l'uomo eremita, mosso dalla generosità, fece una richiesta a Gesù: s'inginocchiò davanti alla croce e disse: “Signore, voglio soffrire al posto tuo”. Il Signore rispose: “Servo mio, esaudisco il tuo desiderio, ma a condizione che tu rimanga sempre in silenzio, come faccio io, succeda quello che succeda e veda quello che veda”. L'eremita rispose di sì e si scambiarono i posti. Nessuno si accorse di niente.
Un giorno arrivò un uomo ricco e dopo aver pregato ai piedi della croce, dimenticò lì il suo portafoglio, ma due ore dopo arrivò un povero e se ne appropriò. Poco dopo arrivò anche un ragazzo che voleva chiedere una grazia prima di intraprendere un lungo viaggio, ma in quel momento tornò il ricco alla ricerca del suo portafoglio e, non trovandolo, pensò che il ragazzo se ne fosse appropriato e si scagliò, furioso contro di lui. Si sentì allora una voce forte che gridava: “Vai via!” Il ricco guardò verso l'alto e scappò via e così fece anche il ragazzo che aveva fretta di intraprendere il suo lungo viaggio. La voce era dell'uomo che aveva preso il posto di Gesù sulla croce, il quale non aveva saputo resistere di fronte a quell'ingiustizia e aveva parlato.
Appena il luogo solitario fu sgombro, Gesù si avvicinò all'uomo e disse: “Scendi dalla croce, non sai occupare il mio posto, non hai saputo stare in silenzio” Gesù occupò di nuovo la croce e continuò a parlare all'eremita, dicendo: “Tu non sai quanto costava perdere il portafoglio al ricco, perché portava dentro il prezzo della verginità di una grande donna; il povero, al contrario, aveva bisogno di quel denaro e per quanto riguarda il ragazzo, che stava per essere malmenato, le sue ferite gli avrebbero impedito di realizzare il viaggio che gli risulterà fatale, infatti la barca dove egli si trova è appena naufragata e lui ha perso la vita. Tu non sapevi niente, ma io sì, per questo sto in silenzio.
Nel divino silenzio di Dio ci sono parole destinate a convincerci che Egli sa quello che sta facendo. Egli ci dice con amore: “Fidatevi di me, che io so molto bene quello che devo fare”.
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Un soldato russo
Un soldato russo, durante la disastrosa ritirata del 1943, aveva preso dalle tasche di un suo comandante rimasto ucciso diverse cose da restituire alla famiglia.
Fra l'altro, c'era anche un foglietto macchiato di sangue su cui erano stati scritti questi pensieri, gli ultimi, prima che si compisse il tragico destino:
"Mi senti o Dio? Durante tutta la mia vita non ho mai parlato con te. Tuttavia, oggi, sì, proprio oggi ho bisogno di salutarti. Tu sai che già dalla mia più tenera infanzia non hanno cessato di ripetermi che tu non esisti ed io sono stato così sciocco da crederci. Stasera, quando stavo nascosto nel fosso di una granata, ho visto il tuo cielo e mi sono reso conto della bellezza della creazione. Chi avrebbe creduto che per vederti sarebbe bastato stendersi sul dorso! Solo oggi mi accorgo di questa bellezza di fronte all'abisso che improvvisamente si apre davanti a me. In questo cielo stellato sopra di me, vedo pieno di meraviglia il tuo scintillio. Come ho potuto essere così crudelmente ingannato?
Non so, Signore, se tu mi tenderai la mano, credo almeno che mi comprenderai. E' un miracolo che nel profondo di questo terribile inferno la luce abbia brillato e che io l'abbia intravista. Non ti dico null'altro se non la gioia di sapere che tu esisti.
A mezzanotte abbiamo ricevuto l'ordine di passare all'attacco, ma ora non ho più paura da quando ho scoperto che mi sei vicino. Ascolta, ecco il segnale! Bisogna purtroppo andare. Eppure sarebbe così bello rimanere qui vicino a te. Voglio dirti presto ancora questo: tu lo sai, il combattimento sarà violento! Può darsi che questa notte bussi alla tua porta, anche se non sono stato mai tuo amico. Mi permetterai di entrare presso di te? Guarda, si direbbe che io pianga. Tu vedi cosa mi succede! E' che i miei occhi si sono aperti. Perdonami, o Dio!
Devo andare e certamente non ritornerò più. Ma quale miracolo! Non ho più paura della morte!"
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Pensieri sul treno Franca Martinelli
Sono sul treno che da Velletri arriva a Roma, e penso all'incontro con una mia amica di Lariano, avvenuto, pochi minuti prima, alla stazione.
“Ciao, dove vai di bello?”
“A Roma. Questa sera ho un incontro importante”, rispondo. “Di quelli tuoi soliti?” “Sì”, rispondo io. “Ma quando v'incontrate, che fate?”
Con un piede sopra il gradino del treno, non trovo parole… e le dico solo la frase di Gesù: “ Se due di voi, sopra la terra, si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà, perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono lì, in mezzo a loro ” (Mt 17,19)
Ripensandoci, rivedo il suo sorriso stralunato e mi viene il dubbio di aver esagerato.
Ho un'ora tutta per me e, mentre faccio finta di guardare il panorama dal finestrino, penso a Madre Speranza e all'ALAM. Chissà cosa avrebbe detto e fatto lei! Penso alla seconda domenica del mese, quando noi associati dell'ALAM (Associazione Laici Amore Misericordioso) c'incontriamo, insieme a Suor Rifugio. Siamo numerosi e veniamo da tanti posti: Romania, Cuneo, Parma, Sicilia, Campania; c'è chi abita a Roma ma dall'altro capo della città: Eur, S. Pietro, Finocchio, Monteporzio; ci sono anche associati che abitano (beati loro) a due passi dall'Istituto di V. Casilina e poi ci sono io che, pur essendo nata a Roma, da 26 anni abito ai castelli Romani e precisamente a Lariano. Non sempre siamo tutti presenti, ma anche se qualcuno manca all'appello, ne sono sicura, ci sono ugualmente in spirito. Con questi fratelli e sorelle, in questi anni, ho condiviso tante belle realtà e mi auguro di viverne altrettanti in futuro, sempre se Dio vorrà. Con molti di loro c'è più empatia anche perché ci si conosce di più e da più anni, ma quello che conta è che sono felice ed onorata di appartenere a questa comunità di Dio Amore Misericordioso di Madre Speranza di Gesù; loro sono i miei fratelli e sorelle in Cristo. Mi viene in mente la risposta di Gesù a qualcuno che lo informava: “Fuori tua Madre e i tuoi fratelli vogliono parlarti”. E Gesù risponde: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.
Spesso, presi dalla nostra umanità, immaginiamo la nostra vita tutta armonia, piena di giornate perfette, con un lavoro gratificante, ore liete passate in famiglia con tempi di vacanza e nel cuore la speranza che le cose vadano sempre e solo così. In realtà la nostra vita si dimostra diversa, perché Dio che ci ama immensamente, permette e introduce cose diverse, perché non vuole bambini viziati, ma adulti speciali che cercano e amano solo Lui, perché la nostra esistenza acquisti il vero senso, raggiunga il fine per cui è stata creata. “Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo” (Sl 126).
Ma da soli, individualmente, non riusciamo ed ecco l'aiuto dei fratelli: “ Se due o più di voi sopra la terra, si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli, ve la concederà, perché dove sono due o tre uniti nel mio nome, io sono là, in mezzo a loro ”.
Mi accorgo di essere arrivata a Roma. Il treno ha rallentato, i passeggeri si accalcano davanti alle porte scorrevoli… mi viene voglia di invitarli tutti alla Cena Pasquale, che si terrà questa sera in Istituto. Mi affretto anch'io e, mentalmente, formulo una preghiera per tutti questi “Gesù” che mi stanno accanto:
“Gesù, fai trovare anche a loro la tua via, per questo io ti prego”.
Mi sento tanto amata. Lo voglio dire alla mia amica di lariano.
BUONA PASQUA A TUTTI. Franca
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PENSIERI DELL'ANIMA Adriana Barberi (Novara)
Non posso enumerare tutte le persone che amo e per cui vorrei pregare.
A volte mi sento come una galassia formata da una miriade di stelle
e tutte queste stelle le affido a Te, Signore, che tutte conosci e tutte ami.
Nessuno può creare o distruggere la vita.
La vita è l'energia che sta nell'universo, nel nostro piccolo globo terrestre,
nel regno animale, vegetale, minerale e dentro di noi.
Noi possiamo morire e uccidere, possiamo generare esseri simili a noi,
ricercare, trasformare, inventare, manipolare, ma creare mai e neppure spegnere la vita.
E' un mistero infinito ed è bello perché appartiene a Dio.
Nel lontano aprile del 1985, durante una passeggiata sul monte di Portofino,
mi era salita dal cuore questa considerazione:
“Quando riesco ad abbracciare la mia solitudine,
sento che la compagnia di Dio colma tutti i vuoti con gioie e commozioni ineguagliabili,
trasmettendomi, attraverso le meraviglie del creato, momenti di valore infinito.
Il passato e il futuro scompaiono, con i loro lacci e le loro inquietudini.
Il presente diventa eternità”.
Nel corso della mia lunga esistenza, ricordo altri momenti che ho chiamato:
“Momenti di Tabor”.
Non sempre può essere così. Dal monte Tabor si deve poi scendere
ed affrontare fatiche e affollamenti non sempre facili e gradevoli.
Quei momenti sono tesori da conservare e ricordare come doni preziosi.
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