S.Paolo – L'Ubbidienza – Rm 13- 1,7
“…..Ognuno sia sottomesso a chi ha ricevuto autorità, perché non c'è autorità che non venga da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Perciò, chi si oppone all'autorità si oppone all'ordine stabilito da Dio, e attirerà su di sé un castigo. Chi agisce bene non ha infatti paura di chi comanda; chi agisce male, invece, ha paura. Vuoi non aver paura delle autorità? Fa' il bene, e le autorità ti loderanno, perché sono al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere perché le autorità hanno realmente il potere di punire; sono al servizio di Dio per manifestare la Sua collera verso chi fa il male. Ecco perché bisogna stare sottomessi alle autorità: non soltanto per paura delle punizioni, ma anche per una ragione di coscienza. E' la stessa ragione per cui pagate loro le tasse: perché se assolvono coscienziosamente il loro incarico sono al servizio di Dio. Date a ciascuno ciò che gli è dovuto: l'imposta, le tasse, il timore, il rispetto: a ciascuno quello che gli dovete dare.”
Dopo l'esortazione dello scorso mese ad amare come fratelli sia gli amici che i nemici, in questo capitoletto S.Paolo affronta il difficile tema del dover sottostare alle autorità.
Sarà che noi Italiani siamo stati per secoli sottomessi ad autorità straniere e l'unico modo per sopravvivere è stato il sapersi difendere da queste autorità, che certamente facevano i loro interessi e non il nostro bene; sarà che la società odierna è più colta e non più analfabeta; saranno i mezzi di comunicazione che fanno conoscere in diretta tutti gli avvenimenti italici e non; sarà che veniamo da un secolo in cui sono state distrutte parecchie convinzioni idealistiche, con due guerre mondiali, vissuto il dissacrante 1968, tangentopoli, scandali a tutti i livelli; ma oggi è veramente difficile immaginare che i governanti facciano solo il nostro bene , dopo aver speso milioni per raggiungere il potere.
Ma allora Paolo non è più attuale? La sua era una realtà dove regnavano i re che avevano potere di vita e di morte sui sudditi e pretendevano la decima sui raccolti. Già all'epoca non era tutto rose e fiori: c'erano i servi che dovevano lavorare alacremente e ubbidire ai superiori senza mai batter ciglio; c'era la classe dirigente ed i militari abituati a comandare e ad uccidere ; c'erano i sommi sacerdoti; i re e le regine con le loro corti piene di parassiti; il faraone; l'imperatore. Certo c'era tutta la base del popolo ignorante che lavorava e doveva rispettare le autorità, pena castighi immediati.
Se Paolo ha esortato i Romani ad ubbidire, sicuramente l'ha fatto perché anzitutto ci vogliono ordine e regole, in qualsiasi civiltà, che impongano il rispetto reciproco tra tutti i componenti. Però, affermare che tutte le nazioni del mondo sono governate da persone al servizio di Dio è pura e semplice utopia. Può darsi che all'inizio del mandato dei governanti c'era un progetto probo, ma è facile che, strada facendo, si è frantumato per favorire solo i propri interessi.
Che dire di Bush che scomoda l'autorità divina quando afferma che la guerra in Iraq l'ha voluta il Signore? O di quell'altro collega che si definisce unto dal Signore mentre è chiaro che è sceso in campo solo per tutelare gli interessi altrui, o dei futuri reali d'Inghilterra che muoiono nelle loro infedeltà?….
Sorge allora spontanea la domanda: ma se uno o più di questi potenti impazzissero e decidessero di farsi la guerra, noi dovremmo comunque obbedire loro e andare a combattere contro ogni nostra volontà? E' difficile pensare che questi capi siano al servizio di Dio per il nostro bene, dopo aver visto Re che scappano lasciando il popolo in guerra con gli ex-alleati, un generale che s'incorona imperatore, colpi di stato: solo Re Salomone pregò il Signore affinchè gli donasse la sapienza, per governare il popolo.
Fortunatamente, come dice Madre Speranza , nessun guaio dura più di cento anni su questa terra, e lo stesso avviene anche per i potenti: basta un niente che il loro regno svanisca come un sogno o come un incubo. E' fallito il sogno di Mussolini, di Hitler, di Stalin e di Saddam, per citare solo alcuni che hanno esercitato la loro autorità solo per manifestare il potere di punire i dissenzienti.
Verso la fine Paolo precisa che “se i capi assolvono coscienziosamente il loro incarico sono al servizio di Dio”. Poiché solo il bene viene da Dio , spetta a noi cristiani di buona volontà di pregare incessantemente il Signore affinchè anche su questa terra si instaurino le primizie del suo Regno. Dobbiamo pregare affinchè ci mandi autorità degne di tale nome, che sappiano coniugare il loro mandato con il bene della popolazione; che sappiano creare un clima di affratellamento e rispetto per gli altri; che sappiano praticare la teoria dei vasi comunicanti con i fratelli meno abbienti; che trasformino la società in un modello democratico e cristiano, che potrebbe essere esportato all'estero solo con l'arma dell'amore .
Sergio