L'OPERA DELL'AMORE CRISTIANO (Rm. 12-9/21)
“….Il vostro amore sia sincero! Fuggite il male, seguite fermamente il bene. Amatevi gli uni gli altri come fratelli. Siate premurosi nello stimarvi gli uni gli altri. Siate impegnati, non pigri; pronti a servire il Signore, allegri nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera. Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli quando hanno bisogno, e fate di tutto per essere ospitali. Chiedete a Dio di benedire quelli che vi perseguitano; di perdonarli, non di castigarli. Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Andate d'accordo tra di voi. Non inseguite desideri di grandezza, volgetevi piuttosto verso le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi stessi! Non rendete a nessuno male per male. Sforzatevi di fare il bene dinanzi a tutti . Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non vendicatevi, carissimi, ma lasciate agire la collera di Dio, perché nella Bibbia si legge: A me la vendetta , dice il Signore, darò io il contraccambio. Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere. Comportati così, e lo farai arrossire di vergogna. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene … …..”
Sono appena 23 righe scritte nel Vangelo semitascabile, ma contengono un vero e proprio inno all'amore cristiano ed alle opere che ne derivano. Dice “semplicemente” che dobbiamo amarci gli uni gli altri come fratelli, ammesso che i fratelli naturali meritino tale nome. A volte io ho sentito i fratelli in Cristo più fratelli di quelli naturali: è stato quando si era in preghiera e si pregava l'uno per le sofferenze dell'altro, senza interessi materiali da dividere o argomenti da concordare.
S.Paolo, come insegnatogli da Gesù, specifica che gli altri da amare sono sia gli amici che i nemici . E già qui trovo le prime difficoltà a vivere questa parola ed a metterla in pratica. Prendiamo gli amici. S.Paolo ci invita a stimarli con premura: ora, finchè la conoscenza è solo superficiale, non c'è problema perché non si conoscono ancora i difetti dell'altro o le idee contrarie. Quando la conoscenza reciproca sarà più profonda, perdiamo l'iniziale affetto e compassione verso il fratello che, magari, immaginavamo migliore di noi; da quel momento lo etichetteremo con un preconcetto che lo precederà in ogni sua parola o atto. Non sia mai se abbiamo poi qualcosa da spartire con l'altro, anche fosse l'amore e/o l'interesse di una persona cara. Ricadiamo spesso nel caso dei fratelli reali che non hanno mai digerito presunte preferenze o diversità di trattamento dei genitori. Questa crescita umana non maturata in pieno, ci fa sentire maltrattati rispetto agli altri; ci fa chiudere in noi stessi a tal punto da impedirci di amarli, perché non siamo stati amati abbastanza, a torto o a ragione. Rimane poi difficile aiutare i fratelli nel bisogno e a fare di tutto per essere ospitali. Perché? Perché dobbiamo senz'altro fare un salto di qualità per superare i nostri limiti terreni. S. Paolo ci invita ad impegnarci a servire il Signore, ad essere allegri nella speranza, ad essere pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera. In parole povere, a seguire un cammino spirituale che ci trasformi la mentalità, da terrena a cristiana; e a vedere il mondo con gli occhi di Gesù .
Io, inconsapevolmente, ho iniziato un cammino di fede nel 1979; erano i primi giorni di febbraio quando, nell'Istituto religioso che ospitava la scuola dei miei tre figli, veniva organizzato un incontro per coppie. Partecipai a quell'incontro coniugale, non sapendo che mi avrebbe condizionato la vita, facendomi conoscere l'Amore Misericordioso. Non me l'ha cambiata la vita, perché Gesù è molto delicato e vuole entrare nei nostri cuori solo se siamo noi ad aprirGli la porta. Ma io ho ancora troppa nostalgia delle cose terrene, del pensare “umano”, della legge del taglione. Con molta difficoltà e solo da poco tempo ho cominciato a capire le parabole della misericordia; ma per metterle in pratica ed elargire il perdono occorrerà un'altra vita. Però ho capito che dal cammino di fede c'è da aspettarsi solo una grande gioia nello Spirito e non nel corpo; che non devo aspettarmi grandi passi, ma piccoli e potenti; che se dovessi sentirmi su alte vette, è meglio discenderne subito, perché le altezze ci saranno solo se riuscirò a raccogliere i frutti. Io credo che 26 anni di cammino non mi hanno reso perfetto; però, conoscendomi, mi domando: come sarei oggi se non avessi avuto la fortuna e la perseveranza di partecipare a questo cammino di spiritualità? Meglio non rispondere.
Passando agli altri, nemici , emerge tutta la mia incapacità di amare. Già soffriamo molto con le persone amate; come potremmo sopportare le azioni nemiche, addirittura chiedendo al Signore di benedirli, perdonarli senza castigarli? Significherebbe che non cè giustizia in questo mondo? Allora essere cattivi, distruggere tutto, opprimere gli altri, significa riceverne solo preghiere e benedizioni dai perseguitati?
E' proprio una rivoluzione questa! E' la rivoluzione dell'amore cristiano! Solo i Santi sono riusciti ad essere rivoluzionari. Pensiamo a Madre Speranza che ha avuto tanti nemici ispirati dall'unico vero nemico di Gesù: eppure, ha pregato per loro definendoli suoi benefattori. L'ultimo santo dei nostri giorni è stato Paolo Giovanni II che sotto gli occhi di tutti, amici e nemici, ha saputo mostrare veramente l'amore cristiano, testimoniandolo in tutto il mondo e perdonando il suo persecutore Alì Agca. Un solo uomo, discendente di Gesù sulla terra, consacrato alla SS.ma Vergine Maria, ha sconvolto il mondo alla fine del secondo millennio, ha fatto cadere ideologie, mura; ha infuso coraggio, specialmente nei giovani. Il suo segreto è stato l'amore cristiano che ha saputo manifestare nell'accoglienza di tutti, potenti e diseredati , ricchi e poveri, cristiani e non.
Ritornando a duemila anni fa, Paolo inizialmente aveva un solo grande scopo: quello di ammazzare tanti nemici: i cristiani, solo perché non pensavano e non credevano come lui.
Poi , la rivoluzione dell'amore l'ha trasformato in un grande apostolo, capace di esortare i fratelli a fare il bene a tutti; a vivere in pace con tutti; a non vendicarsi; a non lasciarsi vincere dal male, ma a vincere il male facendo il bene .
Che forza S.Paolo! Che forza Madre Speranza! Che forza Paolo Giovanni II! Che forza saremmo noi se mettessimo in pratica la parola di Dio!
Sergio.
Sensazioni Iolanda Lo Monte
Una rondine è sfrecciata sopra di me
sfiorandomi i capelli;
ha sussultato di allegria il mio cuore,
vedendola ancora tra noi.
Forse un merlo è già partito verso lidi lontani,
portando fiori sulle ali nere.
Chissà se faranno ritorno nella nuova stagione!
…..Forse li attenderò su ingoto mare,
sulla mia vele in travaglio di vento.
Natale 2005 Iolanda Lo Monte
Sono nato in una stalla, dice Dio,
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato nella semplicità,
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti nella casa del Padre.