Andate anche voi nella mia vigna A cura di Antonella
Tutti noi ricordiamo la parabola dei vignaioli e nelle nostre orecchie risuonano familiari le parole sopra citate: Andate anche voi nella mia vigna (Mt 20, 4) E' da questa esortazione che voglio prendere il via, per presentare quello che sarà il tema della rubrica di quest'anno.
Che cosa vuol dire oggi, per me, per te, per tutti noi laici cristiani questo invito?
E' da questo invito che prende il via Giovanni Paolo II nella Esortazione Apostolica post sinodale Christifideles laici(1988). L'anno precedente si era svolto il Sinodo dei vescovi che si era occupato della vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo a vent'anni dal Concilio Vaticano II e il Papa riprendeva in questo testo i risultati dei lavori del Sinodo, arricchendoli con le sue riflessioni ed esortazioni allo scopo di suscitare e alimentare una più decisa presa di coscienza del dono e della responsabilità che tutti i fedeli laici... hanno nella comunione e nella missione della Chiesa . Già fin dalle prime parole, san Giovanni Paolo sottolineava che i vescovi avevano voluto tra l'altro mettere in guardia in particolare da una tentazione, quella di legittimare l'indebita separazione tra la fede e la vita, tra l'accoglienza del Vangelo e l'azione concreta nelle più diverse realtà temporali e terrene.
Ecco appunto: azione concreta nelle più diverse realtà temporali e terrene. Non siamo cristiani solo in Chiesa o solo nelle nostre associazioni e nei gruppi: dobbiamo esserlo sempre. Del resto lo stesso Papa nel medesimo documento affermava: Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l'azione dei fedeli laici. Se il disimpegno è sempre stato inaccettabile, il tempo presente lo rende ancora più colpevole.Parole che sembrano scritte oggi, non quasi trent'anni fa. E concludeva: Non è lecito a nessuno rimanere in ozio.
Impegno dei fedeli laici
No, non vogliamo restare in ozio; vogliamo darci da fare nel mondo, nel mondo di oggi, nel quale chi rinuncia (per disinteresse, per qualunquismo, per impreparazione) a far valere i principi su cui fonda la propria vita, a difendere il proprio sacrosanto diritto a fare scelte ispirate da essi, è sicuramente destinato ad essere completamente messo da parte, insieme agli stili di vita e ai percorsi educativi che vorrebbe per i propri figli.
Cercheremo quindi di riflettere sui “principi” in base ai quali noi laici cristiani dobbiamo prendere posizione sapendo che abbiamo davanti un mondo agguerrito, che usa con enorme e - vorrei dire – diabolica spregiudicatezza tutti i mezzi che trova, lecitamente o no. Noi invece vorremmo usare solo quelle “armi” (o meglio quegli argomenti) che l'amore per la Verità, la scienza esente da mistificazioni, la coscienza correttamente formata mettono a nostra disposizione. Il nostro scopo non è costringere, ma convincere: per far questo però abbiamo bisogno di formarci attingendo al Vangelo e ai documenti del magistero della Chiesa.
PRINCIPI “NON NEGOZIABILI”
Abbiamo capito quindi che non possiamo fare a meno di impegnarci in prima persona, fossimo anche operai dell'ultima ora. Ora abbiamo bisogno di avere chiari i principi che devono guidare il nostro operato. Ci viene ancora una volta in soccorso il Magistero della Chiesa, fedele interprete degli insegnamenti che Gesù ha impartito ai suoi discepoli, agli Apostoli e quindi a tutti noi. Il testo cui ora facciamo riferimento è la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica. Si tratta di un documento emanato il 24 novembre del 2002 dalla Congregazione della Dottrina della fede, diretta dall'allora cardinale Joseph Ratzinger e sottoscritto dal papa Giovanni Paolo II. Molte volte in questa nota viene citata la Christifideles laici ed è chiaro che questo testo si presenta come la logica continuazione dell'altro, non tanto perché aggiunga qualcosa, quanto perché esplicita alcuni principi propri della coscienza cristiana che ispirano l’impegno sociale e politico dei cattolici nelle società democratiche. Ratzinger e Woitila sentono la necessità di questo documento perché in questi ultimi tempi, spesso per l’incalzare degli eventi, sono emersi orientamenti ambigui e posizioni discutibili, che rendono opportuna la chiarificazione di aspetti e dimensioni importanti della tematica in questione.
Dal 2002 ad oggi non è certo cessata l'emergenza cui qui si allude: orientamenti ambigui e posizioni discutibili si sono trasformati in leggi dello stato presentate come progresso civile e in prassi talmente codificate e diffuse da influenzare e quasi determinare orientamenti e comportamenti non solo della nostra ma anche delle future generazioni.
Quali sono dunque i principi ai quali i laici cristiani devono fare riferimento?
Nella Nota dottrinale prima citata, al punto 4, il futuro Benedetto XVI elenca una serie di principi (cioè di valori, di criteri fondamentali in base ai quali regolare comportamenti e scelte) che sono irrinunciabili e quindi non negoziabili (rispetto ai quali, cioè, non è possibile scendere a compromessi né accettare eccezioni o deroghe). Questi principi riguardano le seguenti materie:
- aborto
- eutanasia
- diritti dell'embrione umano
- famiglia
- libertà di educazione
- tutela sociale dei minori
- liberazione dalle moderne forme di schiavitù (droga, prostituzione ecc.)
- diritto alla libertà religiosa
- economia al servizio della persona e del bene comune
- pace
Come si vede i principi non negoziabili sono essenzialmente : difesa della vita (n. 1, 2, 3), difesa della famiglia (n. 4), libertà di educazione (n. 5, 8), tutela del bene comune (6, 7, 8, 9, 10).
I dieci argomenti sopra elencati sono stati e sono oggetto di numerosi interventi, documenti e catechesi dei pontefici, da Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI e a papa Francesco ai quali naturalmente faremo riferimento man mano che li esamineremo uno per uno.
Va tuttavia sottolineato che i principi definiti non negoziabili – vita, famiglia, libertà di educazione, bene comune – traggono il loro fondamento non dalla religione cattolica, ma dalla legge morale naturale che è iscritta nel cuore dell'uomo creato da Dio. In altre parole: la società umana ha di per sé un ordine basato sulla legge morale naturale da cui derivano quei principi fondamentali che appunto per questo non sono negoziabili: esistono prima di ogni legge, e vanno rispettati. Tutti gli uomini quindi, se esercitano la propria ragione con retta coscienza, dovrebbero riconoscere la loro esistenza e coerentemente comprendere che non è possibile agire come se essi non esistessero. In realtà sembra che il “mondo” voglia andare avanti prescindendo da essi ed anzi misconoscendoli o disprezzandoli. Noi laici cattolici, in varie forme inseriti nella vita familiare, sociale, educativa, politica, non possiamo assistere rassegnati, ma abbiamo il dovere e la responsabilità di farci guidare da questi valori fondamentali non solo per regolare scelte e comportamenti personali, ma anche per opporci con fermezza a chi vuole promuovere leggi o sostenere scelte che non solo ignorano quei principi, ma volutamente li contrastano e vorrebbero soffocarli. E' un'impresa difficile, dalla quale però non possiamo esimerci. La Christifideles laici, il documento dal quale siamo partiti, analizza a fondo motivazioni, modalità, campi di intervento e finalità dell'azione dei laici nel mondo: ad esso, come a vari altri documenti del Magistero, dovremo fare spesso riferimento nelle riflessioni che seguiranno questa introduzione.
- San Giovanni Paolo II, Christifideles laici, Esortazione Apostolica postsinodale (1988). http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_30121988_christifideles-laici.html
- Congregazione per la dottrina della fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (2002)
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html