Nell'articolo di ottobre, guidati dal magistero della Chiesa, abbiamo visto che vi sono alcuni valori che sono da considerarsi irrinunciabili.
Essi sono: difesa della vita, difesa della famiglia, libertà di educazione, tutela del bene comune.
Su di essi rifletteremo in questo e nei successivi articoli.
Nessuno si stupisca se la nostra riflessione avrà inizio dalla “libertà di educazione”: questa scelta ci viene suggerita e quasi imposta, da ciò che quotidianamente vediamo accadere sotto i nostri occhi, a volte forse non sufficientemente allenati a riconoscere il pericolo.
Famiglia e libertà di educazione
Cerchiamo di definire anzitutto che cosa si intende per “libertà di educazione”. Quando parliamo di 'educazione' pensiamo a tutte quelle attività che hanno come scopo la trasmissione alle nuove generazioni dei valori culturali e morali e, in senso più ampio, la promozione di tutte quelle capacità intellettuali che permettono di apprendere, valutare, scegliere. In altre parole, educare significa 'formare le nuove generazioni'. Questo compito così delicato e importante, appartiene anzitutto alla famiglia: questo è un principio assolutamente chiaro, e comunque confermato anche da documenti internazionali, come ad esempio, la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 (art. 26). Sono i genitori i primi educatori dei propri figli, con la parola e con l'esempio, insieme a tutte quelle altre figure parentali, ad es. i nonni, che fanno parte della famiglia nella quale il bambino è inserito. E' chiaro che, nelle società evolute in cui viviamo molto presto i genitori possono decidere, e di fatto quasi sempre decidono, di farsi aiutare in questo loro compito da altre strutture, in primis la scuola. E' a questo punto che il concetto di libertà di educazione si fa più importante: nello scegliere la scuola a cui affidare il proprio figlio, i genitori devono, appunto, esercitare questa libertà, devono quindi poter essere liberi di scegliere la scuola alla quale iscrivere i propri figli, sulla base di alcuni precisi elementi. Quali sono i criteri educativi che la scuola persegue? Quali sono i principi cui si ispira? Come, di fatto, nella realtà di tutti i giorni si attua l'attività scolastica? I valori che la scuola trasmette ai bambini sono condivisi dai genitori, o si contrappongono a quelli della famiglia?
Libertà educativa e scelta della scuola
In un paese in cui la libertà educativa fosse pienamente assicurata, i genitori dovrebbero poter scegliere a quale scuola iscrivere i propri figli senza essere condizionati dall'aspetto economico. Oggi chi sceglie una scuola pubblica paritaria (cioè una scuola che in tutto e per tutto fa parte del sistema nazionale di istruzione, ma è organizzata da privati) paga due volte: paga infatti la retta alla scuola e continua a pagare le tasse allo stato per un servizio di cui non usufruisce. In molti paesi europei esiste il cosiddetto “buono scuola” dato a tutti i genitori che sono liberi di spenderlo nelle scuole pubbliche statali o nelle scuole pubbliche non statali, quelle che in Italia vengono definite paritarie. Questo è un modo corretto per garantire veramente la libera scelta educativa dei genitori. A quando l'introduzione di una simile norma anche da noi, in modo da garantire veramente la libertà di educazione?
La scelta della scuola è importante: può infatti accadere che le scuole frequentate dai nostri figli siano luoghi nei quali ad essi viene impartito un genere di educazione che è in forte contrasto con quei valori che noi vorremmo trasmettere loro.
L'insidia è grande, anche perché spesso viene abilmente nascosta sotto titoli allettanti e apparentemente innocui: educazione al rispetto, educazione alla non discriminazione, contrasto al bullismo. Chi non sarebbe contento di vedere che al proprio figlio si insegnerà ad essere rispettoso, a non insultare nessuno, a non disprezzare o molestare i più deboli? Attenzione però: non fermiamoci ai titoli del progetto 'educativo' , ma andiamo a vedere i contenuti specifici di esso, controlliamo le attività che vengono concretamente realizzate, i 'giochi' in cui i bambini vengono coinvolti. Tempo fa in un asilo di Trieste ai bambini era stato proposto”il gioco del rispetto” e solo perché un genitore attento ha voluto vederci chiaro, è venuto fuori che - con la scusa di voler far capire ai bambini che le femminucce possono sicuramente fare le stesse cose che fanno i maschietti - bambini tra i 4 e i 6 anni venivano invitati a toccarsi reciprocamente e così scoprire anche le differenze...Altro che rispetto!
Libertà educativa e 'teoria del gender'- La 'colonizzazione ideologica'
L'anno scorso l' Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, noto come UNAR, aveva predisposto dei libretti che, sotto il generico titolo di “Educare alla diversità a scuola” in realtà miravano a diffondere nei bambini, già a partire dalla scuola materna, l'idea che il sesso non è definito alla nascita, ma che ognuno deve pian piano capire qual è il 'genere' al quale ritiene di appartenere, indipendentemente dai propri cromosomi. Si tratta della cosiddetta “teoria del gender”, che è fondata sulla negazione della “differenza” tra uomo e donna. Seconda questa teoria, non si nasce maschio o femmina, ma si sceglie il genere a cui si vuole appartenere: femmina, maschio ecc., fino a più di 50 'generi' diversi! La realtà del corpo, che è indiscutibilmente sessuato (dato che ogni cellula di esso è portatrice dei cromosomi che indicano il sesso), la realtà del corpo, quindi, viene negata. Pensiamo a quale crisi di identità debba crearsi in un bambino o in un adolescente alla ricerca di se stesso. Quegli adulti che con competente delicatezza dovrebbero aiutarlo a capire chi è, in che direzione andare, come orientarsi nella vita, insinuano invece dubbi sulla sua identità sessuale, favorendo la scissione tra corpo e mente, come se il dato biologico fosse trascurabile. Viene così sminuita o addirittura negata la realtà naturale, con ripercussioni importanti sull'intero sviluppo psichico di un individuo; i giovani vengono guidati a disconoscere l'esistenza di due sessi, maschile e femminile, tra loro complementari e di conseguenza a sminuire o addirittura a negare i ruoli genitoriali del padre e della madre (che in diverse scuole sono ormai indicati come 'genitore 1' e 'genitore 2') ed a considerare la famiglia naturale formata da un uomo e da una donna semplicemente come uno dei tanti modelli di famiglia oggi esistenti.
E' qui che entra fortemente in gioco quel valore non negoziabile che è la libertà di educazione: i genitori esercitano questa libertà operando un controllo attento, continuo e competente sulle attività che la scuola svolge, soprattutto quando si tratta di progetti che coinvolgono la sfera affettiva e sessuale. Siamo proprio sicuri che sia la scuola a doversene occupare? In realtà l'educazione affettiva e sessuale dei figli è un terreno troppo delicato, per consentire ad altri di occuparsene, soprattutto in questi tempi, in cui come abbiamo prima esemplificato, con modi spesso subdoli si tenta di attuare quella pericolosa “colonizzazione ideologica” che papa Francesco in più occasioni ha definito”una malattia della mente”. E se i genitori sentono il bisogno di essere aiutati e sostenuti in questa delicata impresa, devono poter rivolgersi a persone di cui sono certi di potersi fidare perché condividono i loro valori di fondo. Questo naturalmente vale soprattutto per le questioni educative prima accennate, ma vale anche per tutto il resto.
Come esercitare il controllo?
I libretti dell'UNAR di cui abbiamo parlato più sopra sono stati poi ritirati: si è trattato di una vittoria di associazioni di genitori attenti che si sono con forza ribellati a quel tentativo di indottrinamento. Dunque, il controllo è importante e può avere successo.
In che modo i genitori possono esercitare un controllo efficace sulle attività scolastiche dei figli?
Cerchiamo di suggerire alcune buone pratiche:
- Prima dell'iscrizione, o anche dopo, è importante leggere attentamente il cosiddetto PTOF (piano triennale dell'offerta formativa) che ogni scuola deve redigere: è diritto dei genitori venirne a conoscenza. Dovrebbe essere reperibile sul sito internet della scuola, ma comunque la segreteria o la presidenza non può negarlo. Se poi si hanno figli che frequentano le scuole superiori, bisogna prendere attenta visione del PEC (patto di corresponsabilità educativa) che, per legge, i genitori devono conoscere e, se sono d'accordo, sottoscrivere. Non firmatelo, senza averlo prima letto attentamente.
- In queste settimane si svolgono nelle scuole le elezioni dei genitori rappresentanti di classe: occorre non tirarsi indietro, ma anzi presentare la propria candidatura e cercare di farsi eleggere; in ogni caso è bene mantenere i contatti con i genitori eletti, che possono fare da tramite con gli insegnanti.
- Parlare con i figli, farsi raccontare quello che avviene in classe, quali giochi si fanno, con quali maestre o quali insegnanti: spesso argomenti delicati come l'educazione affettiva e sessuale vengono affidati ad associazioni esterne alla scuola. Dobbiamo allora sapere di che associazione si tratta, di che si occupa, quale linea educativa persegue.
Insomma, i genitori devono stare in guardia, essere attivi e partecipi, non delegare solo alla scuola l'educazione dei figli che è anzitutto un loro preciso diritto-dovere. La libertà di educazione è un valore al quale non si può e non si deve rinunciare.
Fornisco ora alcune indicazioni importanti per chi volesse approfondire.
Anzitutto indico alcune associazioni e il relativo sito internet:
- Comitato articolo 26:è composto da genitori, docenti e professionisti dell'educazione e si occupa di prevenire l'indottrinamento gender nelle scuole. Il loro sito: www.comitatoarticolo26.it è ricco di materiale informativo e contiene un prezioso Vademecum per genitori: consiglio di leggerlo attentamente.
- Comitato Difendiamo i nostri figli: ha organizzato i due Family day ed è molto attivo anche nel sollecitare i politici ad occuparsi in modo corretto delle famiglie. Il sito è www.difendiamoinostrifigli.it
- Associazione Forum delle famiglie: si occupa di promuovere e salvaguardare i valori e i diritti della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”. Il sito è www.forumfamiglie.org
Segnalo anche due libri che possono essere utili per approfondire le tematiche affrontate in questo articolo:
- M.A. PEETERS, Il Gender – Una questione politica e culturale- Ed San Paolo, 2014 : è un testo molto ben documentato ed efficace, anche se può presentare qualche difficoltà.
- T. CANTELMI- M. SCICCHITANO, Educare al femminile e al maschile- Ed. Paoline, 2015 : è un testo scientificamente fondato, ma redatto in maniera accessibile e divulgativa.