IL BENE COMUNE (CONTINUAZIONE)
Nel precedente numero del giornalino abbiamo cercato di definire che cosa si intende per “bene comune”e avevamo poi indicato i principali ambiti cui si riferisce la tutela del bene comune, e precisamente:
- tutela sociale dei minori
- liberazione dalle moderne forme di schiavitù (droga, prostituzione ecc.)
- diritto alla libertà religiosa
- economia al servizio della persona e del bene comune
- pace
Se ai temi ora elencati aggiungiamo quelli di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli (famiglia, vita, scuola, educazione) ci renderemo conto che anch’essi riguardano il “bene comune”. Occuparsi del bene comune significa dunque avere a cuore tutto ciò che coinvolge la persona. La verità è che un cristiano vive, come tutti, immerso nella società e non può non prendersi cura di tutto ciò che fa parte della vita e dello sviluppo di essa. Il fine cui tendere è, appunto, il “bene comune”, cioè - come abbiamo detto nell’articolo di maggio - la costruzione di una società a misura della persona, nella quale ognuno possa trovare tutto ciò che gli occorre per poter raggiungere la propria perfezione, sviluppando al massimo la propria personalità, in armonia con tutti gli altri. Ad esempio, quando parliamo di ‘tutela sociale dei minori” intendiamo affermare che tutto ciò che riguarda i bambini (la loro crescita, la loro educazione, la loro istruzione, la loro salute, il loro benessere psicologico) deve riguardare ciascuno di noi, anche coloro che non hanno figli o nipoti. Infatti, è bene ( bene comune, appunto) che i bambini crescano in modo da poter sviluppare al massimo tutte le loro potenzialità, in serenità e armonia: non si tratta solo di perseguire il bene di ciascuno di essi, perché in realtà è tutta la società che trae vantaggio dall’essere formata da individui equilibrati e sereni. A questo punto entrano ovviamente in gioco i valori, perché è sulla base di essi che si stabilisce che cosa veramente contribuisce al benessere dei bambini e alla loro crescita equilibrata e serena e di conseguenza in che modo essi debbano essere educati. Noi cittadini cattolici non possiamo rinunciare a darci da fare perché le leggi che regolano l’organizzazione delle strutture cui è demandata l’educazione dei bambini siano compatibili con la legge morale naturale. (Vedi quanto scritto a questo proposito nel numero di ottobre. del nostro giornalino)
Ciò che abbiamo detto riguardo alla tutela dei minori, si applica anche ai tanti altri aspetti della vita di una società dai quali dipende il bene comune: per citarne alcuni, l’uso di droghe (c’è ad esempio chi vorrebbe legalizzarlo), la dipendenza dal gioco d'azzardo (che andrebbe contrastata con interventi legislativi opportuni), la diffusione della pornografia, la legislazione riguardante il lavoro (giusta retribuzione, rispetto del riposo festivo, protezione delle lavoratrici madri ecc.). In ultima analisi, come leggiamo nella Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, “è diritto-dovere dei cittadini cattolici, come di tutti gli altri cittadini, di cercare sinceramente la verità e di promuovere e difendere con mezzi leciti le verità morali riguardanti la vita sociale, la giustizia, la libertà, il rispetto della vita e degli altri diritti della persona.” (Congregazione della dottrina della fede,24 novembre 2002)
Fra i diritti della persona prendiamo ora in considerazione il diritto alla libertà religiosa che in tante parti del mondo è stato e tuttora è così poco rispettato: ogni persona ha diritto a professare liberamente la religione in cui crede, il che significa che … “in materia religiosa nessuno” deve essere “forzato ad agire contro la sua coscienza né impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata” … “il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana” e “deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico della società” (Dalla Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, del Concilio Vaticano II, 7 dicembre 1965). Abbiamo citato un documento del Magistero della Chiesa, ma il diritto alla libertà religiosa è chiaramente sancito anche da un importante documento delle Nazioni unite. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948, all’art. 18, dice: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.”
Sembra impossibile che ancora oggi sia necessario insistere tanto sulla tutela di questo diritto: eppure, proprio mentre scrivo queste righe è forte ancora l’eco dell’ultimo attentato contro i cristiani d’Egitto, uccisi mentre si recavano in pellegrinaggio al santuario di san Samuele. Anche Papa Francesco ha recentemente ricordato che "I martiri di oggi sono maggiori nel numero rispetto ai martiri dei primi secoli. Quando leggiamo la storia leggiamo tanta crudeltà verso i cristiani, la stessa c'è oggi, ma in numero maggiore, verso i cristiani".(Angelus del 26 dicembre 2016, Santo Stefano) . Questa crudeltà è frutto dell’intolleranza, del mancato rispetto del diritto alla libertà religiosa che si manifesta, sia pure in forme meno sanguinarie, anche più vicino a noi.
Ribadiamo:la realizzazione di una società nella quale le persone possano perseguire nella maniera migliore il proprio perfezionamento passa anche, e forse soprattutto, attraverso la libertà di coscienza. Qui si apre il problema dell’obiezione di coscienza, cioè del diritto a rifiutarsi di compiere atti o svolgere compiti che, pur essendo previsti o imposti dalla legge, siano tuttavia contrari alle posizioni morali o religiose di una persona: vedi, ad es. il caso dell’aborto o del servizio militare, laddove esso sia obbligatorio. Il diritto all’obiezione di coscienza è anch’esso sacrosanto e va difeso, ora che il nostro Parlamento sta per varare la legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (sul fine vita, cioè,) nella quale si vorrebbe costringere i medici a comportamenti di fatto eutanasici, anche quando essi siano in coscienza contrari ad essi.
Dobbiamo ora, in conclusione, soffermarci sulla pace, visto che la tutela del bene comune comprende anche questo argomento. E’ evidente che si tratta di un tema così vasto che non è possibile, in questa sede, approfondirlo convenientemente. Mi limiterò quindi a citare il num. 2304 del Catechismo della Chiesa cattolica: “Il rispetto e lo sviluppo della vita umana richiedono la pace. La pace non è la semplice assenza della guerra e non può ridursi ad assicurare l'equilibrio delle forze contrastanti. La pace non si può ottenere sulla terra senza la tutela dei beni delle persone, la libera comunicazione tra gli esseri umani, il rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l'assidua pratica della fratellanza. E' la "tranquillità dell'ordine" [Sant'Agostino, De civitate Dei, 19, 13]. E' frutto della giustizia [Cf Is 32,17 ] ed effetto della carità [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 78].” E’ una definizione chiara, dalla quale si comprende che tutto ciò che è orientato al bene comune favorisce la pace e la fratellanza nella società e fra i popoli. In altre parole: il rispetto dei “principi non negoziabili” porta alla pace.
*****
Cari amici e fratelli,
quest'anno suor Rifugio; come avete visto, mi ha affidato il compito di riflettere sui principi non negoziabili e di riferire sul giornalino il risultato delle mie riflessioni. Pur consapevole della difficoltà del compito affidatomi - e anche un po’ preoccupata - ho obbedito: ormai so che le richieste di Rifugio, se accolte, si trasformano in occasioni di crescita e…
E così, ogni mese avete trovato nel giornalino i miei articoletti (sempre terminati all’ultimo momento utile!) nei quali ho cercato di comunicare quanto avevo studiato nelle settimane precedenti. Non so se mi avete letto, non so se vi ho annoiato con testi che forse vi sono sembrati poco interessanti o comunque non attuali, dato che effettivamente oggi di principi non negoziabili purtroppo non parla più nessuno. Io comunque, al termine di questo mio impegno, vorrei sommessamente ribadire ciò di cui sono profondamente convinta e non da oggi: abbiamo il dovere morale di alzarci in piedi (come diceva Giovanni Paolo II !) ogni volta che la vita umana viene vilipesa o messa consapevolmente in pericolo, ogni volta che la libertà di religione viene ostacolata, ogni volta che la famiglia naturale viene oltraggiata, ogni volta che la libertà di educazione viene impedita, ogni volta che ci imbattiamo in adulti che consapevolmente offendono l’innocenza dei bambini, ogni volta che i desideri o le voglie vengono considerati diritti, calpestando o comunque ostacolando la costruzione del ‘bene comune’, ogni volta, insomma, che i “principi non negoziabili’ che in questi mesi abbiamo ‘ripassato’ insieme vengono trascurati o addirittura stracciati.
È un compito difficile e scomodo al quale però non ci è consentito sottrarci, se vogliamo essere fedeli all’insegnamento di Gesù che nel Vangelo ci esorta: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni… insegnando loro a osservare tutto quello che vi ho comandato” (Mt 28, 18-20)
Non sempre sarà facile (ma Lui ha anche detto: “Sarò con voi tutti i giorni”!), spesso saremo costretti ad andare controcorrente o saremo considerati retrogradi: poco importa. Ciò che conta è la consapevolezza che ce la stiamo mettendo tutta per stare dalla parte giusta, pur con tutte le nostre fragilità e incoerenze.
L'Esortazione apostolica Christifideles laici, già citata nel mese di ottobre (e che forse tutti noi dovremmo rileggere e meditare!) termina con una preghiera di Giovanni Paolo II, di cui riporto qui l'ultima parte: Vergine Madre, guidaci e sostienici perché viviamo sempre come autentici figli e figlie della Chiesa di tuo Figlio e possiamo contribuire a stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell'amore, secondo il desiderio di Dio e per la sua gloria. Amen.
A cura di Antonella