LA FAMIGLIA VA DIFESA (2a parte)
In che modo e da che cosa la famiglia va difesa?
I fronti sui quali operare sono diversi. Sembrerà forse strano, ma il primo ambito nel quale occorre darsi da fare per sostenere la famiglia, è la famiglia stessa. Mi spiego. San Giovanni Paolo II ci ha ripetuto più volte una frase che è quasi diventata uno slogan: “Famiglia diventa ciò che sei!” Ecco: le nostre famiglie devono anzitutto prendere consapevolezza di quello che sono, della fondamentale importanza che hanno, della loro rilevanza sociale, persino della loro rilevanza sotto l’ aspetto economico. Nel precedente articolo abbiamo appunto cercato di sottolineare il ruolo storico, economico e sociale della famiglia, ma poiché questo ruolo tende ad essere misconosciuto ed ignorato è assolutamente indispensabile che siano le famiglie stesse a valorizzarlo e a difenderlo con forza. Questo significa anzitutto che i comportamenti, le scelte di ognuno dei membri di una famiglia e in particolare dei genitori devono essere dettati da questa consapevolezza.
Significa inoltre che occorre prendere coscienza che la famiglia è titolare di diritti proprio in quanto famiglia: in quanto ‘cellula fondamentale della società' essa deve quindi esigere che i suoi diritti vengano riconosciuti. Contemporaneamente, deve difendersi dalla tentazione di demandare alla scuola, alla società, addirittura allo stato, i compiti che le appartengono, in modo particolare l'educazione dei figli, ma anche ad esempio l'organizzazione del tempo libero. Ciò vuol dire, tra l'altro, che la famiglia deve anche fare attenzione a difendersi dagli eccessi del consumismo (promossi soprattutto dalla pubblicità) che tende a trasformare un nucleo tenuto insieme da legami di amore e di sangue in un gruppo di spensierati e irresponsabili consumatori di beni.
Vediamo ora quali sono i diritti della famiglia
DIRITTO A DECIDERE LIBERAMENTE DI SPOSARSI E DI AVERE DEI FIGLI
Perché una famiglia possa formarsi e quindi esistere, è necessario che l’uomo e la donna che hanno questa intenzione siano veramente liberi di porre in atto i loro progetti. È evidente che condizione necessaria è anzitutto il fatto di avere una situazione economica adeguata e sufficientemente stabile: è indispensabile quindi che sia assicurato almeno ad uno dei due un lavoro il più possibile stabile, in modo che la futura famiglia possa poter avere una base economica che garantisca un minimo di tranquillità. Uno stato che voglia garantire la sussistenza del nucleo familiare stabile (l’unico in grado di assicurare la procreazione responsabile e la cura adeguata dei figli) deve assolutamente mettere al primo posto la lotta contro la disoccupazione, in particolare,di quella giovanile. E deve inoltre porre in atto tutte quelle provvidenze (prestiti a basso interesse, mutui agevolati, edilizia popolare) che mettano le giovani coppie in condizione di poter vivere in un luogo sufficientemente adeguato alle necessità di un nucleo familiare potenzialmente aperto alla vita.
DIRITTO A VEDER RICONOSCIUTO IL VALORE ISTITUZIONALE DELLA FAMIGLIA
Un uomo e una donna che, avendo deciso di costituire una famiglia, formalmente si impegnano a rispettare determinati doveri nei confronti l’uno dell'altro e nei confronti dei figli che verranno - coloro cioè che non si limitano a convivere ma che in qualsiasi forma (religiosa o civile) formalizzano la loro unione davanti alla società assumendosi consapevolmente i doveri e gli obblighi conseguenti - acquisiscono anche precisi diritti : lo stato deve riconoscere il valore istituzionale della loro unione e sostenerla. Ricordiamo a tale proposito quanto detto nel precedente articolo: la famiglia naturale esiste prima dello stato.
DIRITTO A DECIDERE IL NUMERO DEI FIGLI
Gli sposi devono poter decidere liberamente il numero dei figli. Lo stato cioè non può in alcun modo pretendere di regolare il numero di figli che una coppia intende mettere al mondo. Al contrario, deve fornire alle famiglie ogni aiuto possibile in rapporto al numero dei figli; di conseguenza le famiglie numerose devono essere fatte oggetto di speciale attenzione. Questo diritto va riconosciuto anche nei rapporti fra i popoli. È noto infatti che spesso gli aiuti economici ai popoli in via di sviluppo sono condizionati dal fatto che i governi interessati accettino programmi di feroce controllo delle nascite, basati sulla sterilizzazione o sulla contraccezione forzata e in molti casi sulla imposizione dell’aborto di stato dopo il primo o il secondo figlio.
Tutto questo è contrario alla libertà, alla dignità dell’individuo e alla giustizia.
Aggiungiamo poi che le mamme in attesa hanno diritto a sovvenzioni e sostegni, in modo che i problemi economici non condizionino l’andamento normale della gravidanza e che la salute della donna e del bambino non siano messe in pericolo. La donna che lavora non deve essere penalizzata (o addirittura licenziata, come purtroppo continua ad accadere) per il fatto di essere in attesa di un figlio. Il mondo occidentale deve oggi affrontare gravi problemi di denatalità : dovrebbe quindi essere chiaro a tutti quanto sia necessario aiutare le coppie a mettere al mondo dei figli, e addirittura incoraggiarle.
DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI EDUCAZIONE
Questo punto è stato già ampiamente trattato nei numeri di novembre e dicembre 2016 di questo giornalino, ai quali quindi rimando.
DIRITTO AL SOSTEGNO IN PARTICOLARI CIRCOSTANZE
Vi sono situazioni particolari nelle quali le famiglie possono trovarsi: la malattia o l’ handicap di uno dei componenti, la perdita del posto di lavoro, la morte prematura di uno o di entrambi i genitori. Sono situazioni in cui la famiglia ha il diritto di aspettarsi dallo stato sostegno adeguato.
DIRITTO AD UNA ADEGUATA POLITICA FISCALE
E' necessario che la politica fiscale di uno stato tenga conto delle esigenze delle famiglie e che, ad esempio, chi ha carichi familiari sia tassato meno di chi non ne ha: il quoziente familiare potrebbe essere uno strumento adeguato perché è un meccanismo che abbassa l'imposta dovuta da un nucleo familiare sulla base del numero dei componenti. In Francia, ad es., esiste da anni uno strumento del genere che ha reso meno difficile la vita delle famiglie e si è rivelato utile anche per contrastare la denatalità.
DIRITTO AD ASSOCIARSI
Perché la voce delle famiglie possa essere adeguatamente ascoltata, è spesso necessario che esse si sostengano fra di loro costituendosi in associazioni che abbiano il compito e la possibilità di dialogare con i governi locali e centrali e con gli stati, con un forte potere contrattuale. I governi e gli Stati devono riconoscerle come interlocutori privilegiati perché nessuno più e meglio delle famiglie è in grado di comprendere i bisogni reali dei cittadini. Queste associazioni devono poter partecipare ai processi decisionali che portano alla formulazione di quelle leggi che riguardano i bisogni e le necessità delle famiglie dal punto di vista educativo, sanitario, economico.
In Italia esistono già molte associazioni familiari, come ad esempio l'AGE (Associazione italiana genitori), l' ANFM (Associazione nazionale famiglie numerose), la FAES (Associazione famiglia e scuola) e diverse altre. Queste che ho nominato e numerose altre aderiscono al FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI che andrebbe maggiormente conosciuto, seguito e appoggiato nelle tante iniziative a livello locale e centrale che intraprende a favore della famiglia
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Abbiamo quindi elencato quelli che sono i diritti della famiglia: concludiamo rimandando a quanto detto all’inizio e aggiungiamo che non è sufficiente che le famiglie divengano consapevoli di ciò a cui hanno diritto; bisogna infatti che si diano concretamente da fare, che non rimangano inerti, che non rinuncino a far sentire la loro voce; ove occorre (e certamente occorre!) devono esercitare forti pressioni perché chi governa si decida finalmente a mettere al primo posto l’ interesse della famiglia.
Come cristiani cattolici abbiamo, più ancora di tutti gli altri cittadini, il dovere di difendere la famiglia naturale, di testimoniarne la bellezza e la dignità, senza farci influenzare dalla cultura oggi dominante, secondo la quale il nucleo familiare fondato sul matrimonio di un uomo e una donna e aperto alla generazione di figli è un modello ormai superato: al contrario – come abbiamo cercato di dimostrare nell'articolo di marzo – esso costituisce l'unico nucleo al quale può essere attribuito, nel rispetto della verità e della ragione, il nome di FAMIGLIA.
A cura di Antonella