LA RUGIADA DIVINA
Tu m'apparisci raggiante d'amore, Gesù mio dolce,
sul seno di tua Madre: rivela al mio cuore,
ti prego, il mistero che t'esiliò dal celeste soggiorno.
E lascia che mi nasconda sotto il velo che ti sottrae ad ogni sguardo mortale.
Soltanto vicino a te, Stella mattutina, l'anima mia pregusta la gioia del cielo.
Quando al destarsi d'una nuova aurora tornano i primi raggi del sole,
il fiorellino che sta per schiudersi attende dal cielo
un balsamo prezioso: è la scintillante perla del mattino
che, misteriosa e colma di frescura,
produce la linfa abbondante che fa sbocciare il fiore.
Gesù, tu sei il fiore appena schiuso che io contemplo
al primo destarti, sei la rosa in boccio, freschissima.
Le purissime braccia della diletta tua Madre
si fanno culla per te, e trono reale. E il dolce tuo sole
è il seno di Maria, e la rugiada è il latte verginale.
Mio Benamato, divino infante, fratellino mio,
nel tuo sguardo io vedo tutto l'avvenire:
presto lascerai per me la Madre, già l'amore t'affretta a soffrire!
Ma sulla croce, o fiore sbocciato, riconosco il tuo profumo mattutino,
le perle di Maria: ché il tuo sangue divino è il latte verginale.
Questa rugiada è là nel Tabernacolo,
ed anche l'Angelo vorrebbe abbeverarsene: e, come san Giovanni
offrendo a Dio una sublime preghiera ripete: «Eccolo!».
Ecco, sì, il Verbo che s'è fatto Ostia, eterno sacerdote, Agnello sacerdotale.
Il Figliol d'Iddio è figlio di Maria... ed il pane dell'Angelo è il latte verginale!
Il serafino si nutre di gloria, di puro amore, di perfetta letizia:
io, bambinella, nel ciborio non vedo che il colore,
l'immagine del latte, il latte che s'addice alla mia infanzia.
L'amore del cuor divino non ha l'eguale, tenero amore, potenza insondabile!
L' Ostia mia bianca è il latte verginale!
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