AFRICA Dada
C’è un grido
Nel tramonto granato
Africano.
E’ l’orizzonte che si spacca
Nella sera
Come un melograno caduto
Dai mille semi
Rossi di sangue.
Sono le voci
E il fragore e lo strazio
Dell’Africa antica.
Sfuoca nei tuoi occhi liquidi
L’occidente.
Bambino
Tu muori nella sera
Fra i cupi baobab
E le frange dei palmeti
Ora sei radice
Che affonda
Nel Sud dei tamburi
E delle guerre infinite
Il Sud della fame
La tua Africa.
Domani il melograno
Avrà mille semi rossi di sangue
Più uno
E l’uomo bianco
Domani
Ucciderà ancora
Nei safari
Er Campidojo Vincenzo Galli da “Roma romanesca
turistica e panoramica” Ed. Rugantino e Cassandrino
Ancora tutti presi dall’arcano
de la visita in chiesa, a manomanca
c’è un’antra salitella ardita e franca
che ce porta in un regno più… pagano.
Appena imbocchi te fa un senso strano:
ce sta una scalinata tutta bianca
co’ un leone pe’ parte che l’affianca,
che pòi puro toccalli co’ la mano…
Fanno l’onori Càstore e Pollùce,
che t’inviteno a entrà dentro la piazza
più scicche d’un salotto che riluce…
Ner mezzo c’è er famoso Marc’Aurejo
imperatore d’una bòna razza,
da secoli a cavallo, e sempre svejo!...
Realtà Dominick Ferrante da “Poesie”
Vecchia faccia di piaghe.
Degli anni che passano
degli altri.
Infinita somma di indifferenza.
Come noi.
Che disegniamo per non vedere
il quadro cieco della sua arte.
Malati distratti che discutono in corsia.
Sei libero ora...
Elena Salvatori Ferrante la mamma di Dominick
Sei libero ora,
ora che la cresta schiumosa
ha tolto il peso ai tuoi pensieri
e la sabbia rovente
si è spalmata di quell'ultimo sudore,
La Sfida,
beffarda padrona del tuo tempo,
ti ha visto nudo
nella tua verità di uomo.
Ora,
non fan più ombra
i tuoi passi sotto al sole;
le membra hanno sciolto
i sandali annodati
e t’è carezza di cielo
il vento che infuria.
Sei libero ora,
libero finalmente
di viaggiare con le stelle
nella pienezza della tua essenza.
Qui, tra i giorni che si contano
si dispiegano i fìli del tuo dire.
Le parole sospese
tra "quelle radici d'inchiostro"
si vestono di luce
per non perdersi aride,
nei bui anfratti della memoria.
"La memoria è un appuntamento di luci
che non giustifica il buio dell'assenza."
Mi ha pestato il piede da “Preghiere” Quoist
Mi ha pestato il piede.
l’ho guardato furioso,
Mi ha guardato annoiato.
E poi, Signore, ho pensato che non per nulla siamo usciti tutti e due sulla soglia della nostra porta.
Poiché ha suonato, voglio aprirgli sorridendo.
Ho sorriso.
Ha sorriso,
E ci siamo lasciati dopo qualche stretta di mano.
Grazie, Signore, di averlo incontrato.