“SANTI E POETI”
di Alda Merini
Bisogna essere santi
per essere anche poeti:
dal grembo caldo d’ogni nostro gesto,
d’ogni nostra parola che sia sobria,
procederà la lirica perfetta
in modo necessario ed istintivo.
Noi ci perdiamo, a volte, ed affanniamo
per i vicoli ciechi del cervello,
sbriciolati in miriadi di esseri
senza vita durevole e completa;
noi ci perdiamo, a volte, nel peccato
della disconoscenza di noi stessi.
Ma con un gesto calmo della mano,
con un guardar “volutamente” buono,
noi ci possiamo sempre ricondurre
sulla strada maestra che lasciammo,
e nulla è più fecondo e più stupendo
di questo tempo di conciliazione.
’APOSTOLO GIOVANNI
di Antonino Anile (1869-1943)
O di Gesù discepolo diretto
se nelle soste dell’andare amavi
piegare il capo sul divino petto
di Lui, dimmi ora tu quel che ascoltavi.
Certo gli occulti a noi moti soavi
onde accestisce il grano dal costretto
germe in ombra e ‘l pulsar dei tronchi gravi
ad urger linfe al fiore in cima eretto;
e come ai nidi, a tessere leggiadre
piume, si seguan premurose l’ore
e nasce l’ala; e come l’aria gode
cullare il canto ancor prima che s’oda.
Tu ascoltavi in quel cuore d’ogni cuore
il ritmo: la profonda ansia del Padre.
CHIARA DI ASSISI
di Renzo Barsacchi (1924-1996)
Era un fresco mattino
colmo di uccelli nuovi e sopra il nitido
filo dei monti camminava l’aria
nei suoi veli purissimi.
Leggevo
di Chiara, gli occhi a stella
aspri di luce come la fece Simone,
curva quel tanto come piega il vento
l’esilità del giglio.
E rivedevo
quando impose a fratel Bentivenga
di andar per olio per le sue sorelle
e le lampade asciutte.
Ripensavo alla sua casa di pietra
semplice e nuda come l’acqua che brilla
di se stessa, all’immane
gioia che vi stava
e alle mie stanze ingombre
d’inutile e di troppo, alla mia vita
sonora dei campani dei lebbrosi.
MARTIRIO DI SANTO STEFANO
di Elena Bono (1921-2014)
Non più difende col gomito
il gracile viso.
Giace nel sangue
prega e piange piano.
SAN MARTINO (DA UN ALBUM)
di Vincenzo Cardarelli (1887-1959)
Sempre ti vedo e penso, San Martino
solo soletto e di notte in cammino
Ed è la notte dei tempi, un piovoso
Medioevo remoto e pauroso.
Sei così rustico, sei così antico,
e così serio in volto e così amico!
Vai per terre e per borghi a passi eguali,
buon pellegrino, e liberi i mortali
d’ogni male, fai piovere e ristare,
della campagna nume tutelare.
Magno Martino, santo parrocchiano,
tutto tu puoi sul popolo cristiano.
A un tuo cenno è sconfitto anche il demonio
che tentò nel deserto Sant’Antonio.
SANT’AGOSTINO
di Giovanni Cena (1870-1917)
Sant’Agostino assorto in suoi austeri
problemi andando un giorno in riva al mare,
vide un fanciullo intento a singolare
trastullo; ond’egli uscito di pensieri,
rise e disse: “Che fai, bambolo, speri
il mare in questi cerchi imprigionare?
E quei: “Meglio” rispose “che indagare
come tu fai terribili misteri!”
Così, tratte da facili miraggi
l’ingenue menti e gl’intelletti chiari
s’affaticano ancora in opre vane.
E ritentano ancor, pargoli e saggi,
in piccoletto cerchio accoglier mari
e l’universo in brevi menti umane.