Spavento di Maria
Da “Magnificat” di Alda Merini
Una voce come la Tua
che entra nel cuore di una vergine
e lo spaventa,
una voce di carne e di anima,
una voce che non si vede,
un figlio promesso a me,
tu ancella che non conosci l’amore,
un figlio mio e dell’albero,
un figlio mio e del prato,
un figlio mio e dell’acqua,
un figlio solo:
il Tuo.
Come non posso non spaventarmi
e fuggire lontano
se non fosse per quell’ala di uomo
che mo è sembrata un angelo?
Ma in realtà, mio Dio,
chi era?
Uno che si raccomanda,
uno che mi dice di tacere,
uno che non tace,
uno che dice un mistero
e lo divulga a tutti.
Io sola, povera fanciulla ebrea
Che devo credere e ne ho paura, Signore,
perché la fede è una mano
che ti prende le viscere,
la fede è una mano
che ti fa partorire.
La Colonna Antonina
da “Roma romantica, turistica e Panoramica”
di Vincenzo Galli
Imboccamo ‘sto vicolo … Già sento
l’eco d’una caciara che spaventa …
Nun ce badà: è la prassi virulenta
de come si discute in parlamento …
A noi ce preme ‘st’antro monumento
fatto a spirale da le fondamenta
fino a la cima; er tutto rappresenta
le fasi incise d’ogni avvenimento.
So’ scene scritte intorno a la Colonna
co’ scarpello e martello, figurate,
pe’ ricordà ogni fatto e baraonna ….
Gesta de Marc’Antonio er condottiero
de la Roma romana … Immortalate
pe’ ricordà la forza d’un impero!
La fiamma
Da ” La voce del cuore”Piero Gribaudi
Osserva la fiamma di una candela.
Essa rischiara il luogo dove si trova
senza alcuno sforzo.
La anima la Mia vita.
Come la fiammella non cerca di illuminare
un luogo piuttosto che un altro,
così non pretendere neanche tu
di sapere chi ha bisogno di luce.
Non puoi saperlo.
Solo Io lo so.
Io accompagnerò te
che porti la Mia luce
nei luoghi
dove essa mi sarà necessaria.
Se ti accadrà di sentirti
circondato dalle tenebre,
non avere paura per te,
ma ricorda che sei lì
proprio per dissiparle.
La via non consiste
nell’evitare le tenebre,
ma nel permetterMi di diffondere la luce
attraverso la tua presenza.
Rammenta che Io veglio su di te,
piccolo mio,
e non permetterò
che tu ti perda.
Crediti sempre amato,
protetto, guidato,
e tutto per te sarà bene.
Riconoscimi in tutte le tue vie
e Io appianerò i sentieri.
Girotondo degli emarginati
Armando Giorgi
Ti ho insegnato a tracciare le lettere
Per formare parole che suonano,
ti ho fatto giocare con la matita rosso-blù
per disegnare unghie di arcobaleno,
raccogliendo nostalgie ai tuoi desideri
nel calore di una casa,
tra il profumo del pane quotidiano,
ed, ora, voglio entrare nel rifugio
della tua anima e parlare con te, figlio mio,
raccontandoti una favola amara.
Vedi, ti prendo per mano,
per accompagnarti sulle piste della fame,
sulle età rugose dei bimbi negri,
nei continenti chiusi al progresso,
tra chitarre di costole e secche capanne di paglia.
Ti prendo per mano, nelle gabbie della sete,
tra onde di sabbia dell’OGADEN,
custodi di una terra smarrita
nel velo di fuoico del sole.
Ti porto per mano nel girotondo degli emarginati
Per tuffarti nelle difficoltà di ogni giorno,
per farti sentire un piccolo uomo del mondo,
in mezzo a fratelli dal colore diverso.
Aiutali, figlio mio, a respirare vita,
non tacendo ma tatuando nel tuo cuore
vele d’amore, inventando farfalle di futuro
verso quelle mani aperte sugli oboli del cibo,
come quelle di un CRISTO crocifisso,
per regalare a questa umanità
dimenticata, il dono del sorriso.