Le mie ginocchia
Da “Magnificat” di Alda Merini
Le mie ginocchia
avide di molto cammino
sono state generate
dalla tua grazia.
Ho dovuto riposare
ai piedi della montagna
senza mai sormontarla
ma Ti ringrazio
per avermi destinata a servire.
Non ad essere
una regina potente
ma un’umile serva.
Tu mi hai concesso
la contemplazione.
Ho contemplato la Tua Sapienza,
ho contemplato la Tua Creazione.
Ho visto da vicino
Come Tu mi hai creata
e come Tu mi hai benedetta.
Ho saputo tutto di Te,
come ogni donna terrena
sa tutto dell’uomo che ama.
Ella lo conosce dalla sua infanzia,
lo brama nei suoi deliri.
Così è la donna che ama.
Ma Tu,
che non avevi principio,
mi hai sprofondata
nella carne angelica
dove non si nasce
e non si muore
se non con la risurrezione
e il suo grido.
Io Maria,
sono il tuo grido, o Signore.
Col tuo grido mariano
Tu hai sconvolto le genti,
con i veli della mia castità
hai messo pudore
dove c’era vizio e odio.
Io non clonabile
Caterina De Martino Catania.
Non più di tanto
Sghemba questa luce
Rilievi aguzzi
E asperità muschiate
Lacera la mano l’appiglio lubrico
E nudo di corteccia
Si spinge in alto
L’ansito dell’anima
Verso il fiotto di luce
Che riverbera
Nello sfrangiarsi
Di atomi dorati
E stille d’acqua.
Tanta è la sete ormai
Ma non devio il cammino
Verso vie omologate da tutti
Facili accessi
A insipide pozze
D’acqua stagnante.
A nuova fonte
Attingerò freschi sorsi
Nell’ultima eresia
Del mio io
Intangibile
Assolutamente unico
Mai clonabile
Indelebilmente sua impronta di Assoluto.
Fontana de Trevi
da “Roma romantica, turistica e Panoramica”
di Vincenzo Galli
Tiè, guarda qua che robba: c’è Nettuno
dritto impalato in mezzo a li Tritoni
che annaspeno tra l’acqua, in ginocchioni
per agguantà un cavallo … armeno uno.
Invece nun ne acchiappeno nessuno,
ché so’ infuriati e nun se stanno bòni:
sfroceno spaventati da li soni
der zampillà de l’acqua nel raduno …
Intorno intorno vedi piante e fiori
scorpiti sopra ar marmo travertino,
che je mancheno solo li colori!...
Ogni musiù, de fronte a ‘sto diluvio,
se piazza a sede … butta là er soldino …
poi se prepara a … fasse er pediluvio!...
Preghiera del ricercatore
Da ”Poesie” Gualtiero Giovando
Dio ti guardo … e
la tua bellezza mi affascina,
ma io sono solo un piccolo uomo;
il mio simile ed io abbiamo bisogno
di una scintilla che ci illumini l’orizzonte
e ci aiuti nella crescita verso di te;
Tu sei complessità, semplicità e bellezza,
noi siamo distratti, piccoli e ciechi.
Tu mi hai dato il talento del desiderio,
del bello e del capire;
fa’ che io lo possa usare;
se vuoi svelami, o Dio,
un tuo segreto,
che io possa consegnarlo al mio simile.
Sarò così pago e lieto, fiero ma non
inorgoglito, perché solo Tu hai potuto,
perché solo Tu hai voluto.