Storia o leggenda? L’Isola tiberina
da “Roma romantica, turistica e Panoramica” di Vincenzo Galli
Lo ripetono tanti, anzi è assodato
Che ‘st’isoletta è stata fabbricata
Su e’ resto d’una nave sfracassata
Addosso ar ponte rotto smozzicato.
Defatti, dar profilo disegnato,
in ogni lato sgami una fiancata,
poi c’è la prua, la poppa, l’arberata,
cor càssero su in cima arampicato…
E nun ce manca er ponte ch’è de roccia:
l’antico Ponte co’ li quattro mostri
co’ quattro facce intorno a una capoccia…
So’ teste d’Erme antiche, senza sfoggi,
ché nelle teste de li tempi nostri
quante facce ce stanno… specie oggi!..
A Lino da “Poesie” di Dominick Ferrante
Leggendo Ginsberg mi pizzica una barba nera, tanta,
ascelle sudate petto villoso lenti fonde sporche.
Ma il suo alito no, sono rose con le spine
come spade (e penso a ogni singola spina, singola spada).
Sento l’asfalto pregno, denso, sotto acqua
sole vento inverno estate, poi fumo gomma che
brucia nausea ai peluzzi delle narici, vedo
il corvo più bianco e peloso mai visto,
l’unico, con occhiali sporchi
e una gran voce oh sì, una gran voce.
Suo palco è erba scarpe rotte nichelini terra aria
mura niente sbarre mai lo stesso posto.
Visione e
Viaggio e
Viceversa e
Ginsberg
e leggendo Ginsberg il bello è che
Crei diventi versi toni e rose con le spade,
sei poeta.
Ma la cosa più bella è che leggendo Ginsberg
divento poeta e Lui mi dice mi dimostra:
tu crei quello che sono
dovunque sei sono avanti in poesia
comunque sei sono avanti in poesia
e nonostante sei già in poesia.
Io divento poeta e per la via
cartelli m’imbattono:
più avanti a tot ci sono Io.
Ascolto la voce
Elena Salvatori (la mamma di Dominick)
Ascolto la voce
dei miei pensieri
sinuosa s'infila
tra il ticchettio delle ore
e i battiti del cuore
tic- tac - tum - tà
tic -tac - tum tà
Si fondono i suoni
in ritmica danza
di gabbiano in volo
a disegnare
nell'azzurro del cielo
i sogni riflessi sull'acqua
crespati dal capriccio del vento
rapiti dall'ala del tempo.
Preghiera al vento da “Fiori di campo”
di Cristina Zucchetto
Soffia
vento impetuoso
e spazza via
quest’aria pesante.
Disperdi la nebbia
dalle menti sopite
e suscita ancore
la speranza
la giustizia
la libertà.
Stronca
le stolide brame
degli avidi e dei bugiardi
schianta i prepotenti
i disonesti e gli imbecilli.
Ma soffia gentile
vento dolce e pietoso
su tutti quelli
che non hanno mai conosciuto
nient’altro che dolore.
Magnificat di Alda Merini – Frassinelli
Su questo libro tu sei sorto,
angelo dell’Annunciazione.
Io mai avrei pensato
che queste pagine
diventassero ali.
Le ali degli angeli sono calde,
il loro pensiero sta dentro la notte,
ma tu mi parli
su uno spazio che io non conosco.
Io adoro le stelle e la notte,
ma tu sei il canto del mio mattino.
Non capisco
e te lo vorrei chiedere
se tu sei sorto da me
o se io sono sorta da te,
e non sapevo che la carne
potesse sparire
per dar luogo a un pensiero creatore.